Drifting al tonno rosso: nozioni base
PREDISPOSIZIONE DELLE LENZE
L’arma vincente è quella di posizionare le esche quanto più vicino alla scia di pastura, in modo da camuffare meglio l’innesco e far sì che il pesce in frenesia alimentare abbocchi senza essere tanto diffidente.
In base alla corrente e all’affondamento dei tocchetti di sarde che gettiamo, si distanziano dalla barca le lenze attraverso dei segnalatori galleggianti o dei semplici palloncini.
Ipotizzando di pescare su un fondale di 100 metri e con tre canne, per coprire l’intera colonna d’acqua, caleremo prima la canna più profonda a circa 70 metri e sarà anche la più distante dalla barca. Successivamente una a circa 50 metri e poi l’ultima più in superficie e più vicina a circa 20 metri di profondità. Questo per assumere un assetto di ricerca e per avere la possibilità di intercettare un pesce a qualsiasi profondità. Per un assetto naturale si cerca di non esagerare con il peso delle zavorre che servono per affondare le lenze. Cosa diversa se l’ecoscandaglio ci indica una presenza costante dei tonni ad una data profondità: in questo caso si tende a posizionare le lenze più o meno alla stessa altezza. Quando, invece, i tonni sono a pochi metri sotto l’imbarcazione si tenta con delle discese a lenza morta, lente e senza zavorre, ripetendo più volte l’operazione. In questo modo, si ha la possibilità che il pesce mangi proprio quando abbiamo la lenza tra le mani, quindi attenzione e massima prudenza.
La bravura del pescatore sarà proprio quella di saper posizionare le lenze nel modo giusto, in base alle differenti condizioni di mare e corrente.
L’INNESCO
Gli inneschi possibili sono tantissimi e ogni pescatore, in base alle proprie esperienze, ne utilizza qualcuno con i quali ha ottenuto più risultati. Un innesco polivalente e adatto a quasi tutte le situazioni è una sarda fresca innescata a pancia in su, ricoprendo l’amo interamente al suo interno, a questo punto si taglia sia la testa che la coda e si ottiene un succulento boccone con un asseto naturale utilizzabile durante la discesa in profondità.
LO STRIKE
Nel momento in cui abbocca il tonno e si sente l’inconfondibile rumore del cicalino, si deve mantenere la calma e la prima cosa da fare è togliere le altre canne in pesca per evitare garbugli.
Senza fretta, mentre il pesce compie le sue fughe, si indossa la cintura di combattimento e solo dopo si inizia il vero e proprio recupero del pesce. Per poter contrastare pesci del genere c’è bisogno di canne qualitativamente buone che abbiano la potenza adeguata per poter condurre il combattimento, senza cedere troppo al pesce in modo da non dargli la possibilità di ossigenarsi.
PROGETTO SEAQUAKE
A proposito dell’attrezzatura, un focus a riguardo va alle canne da pesca ed in particolare al nuovo progetto SeaQuake. Un progetto nato dalla voglia e dalla caparbietà di tre ragazzi campani, i fratelli Giuseppe e Vincenzo Musone e Gaetano Cello, che condividono gli ideali per la pesca e di tutto ciò che la caratterizza, un progetto quindi Made In Italy. SeaQuake nasce per offrire degli attrezzi al pescatore: una canna in questo caso, che possa aiutarlo nelle situazioni critiche e che al momento giusto abbia la necessaria riserva di potenza, una schiena “cattiva” ma dall’animo “buono” e che consenta di divertirsi anche con prede di stazza relativamente minore.
Scegliere uno strumento che nel momento del bisogno sia capace di mostrare il suo carattere duro non è affatto semplice ed é proprio quando il pesce riparte o si vuole staccarlo dal fondo o ancora girargli la testa, che questi attrezzi ci vengono in aiuto e ci consentono di gestire il combattimento avendo qualche vantaggio in più.
Materiali al top e cura nella costruzione sono gli ingredienti principali che stanno alla base di questo grande progetto che sta diventando realtà nel mondo della pesca, senza trascurare la nota di personalizzazione che si offre, partendo dalla scelta del blank, dei colori e dei materiali.
Un team di esperti segue in ogni fase chi decide di scegliere una canna da pesca SeaQuake e grazie alla loro esperienza e professionalità saprà identificare il giusto arnese in base alle esigenze di ognuno. Per SeaQuake questo è un ulteriore target prefissato, prendere con mano le decisioni, trasferire al cliente le giuste informazioni allontanando la convinzione della scelta di un prodotto che poi non ne gratificherebbe l’emozione.
La canna da pesca è il risultato di un lungo processo di progettazione, dove si sono unite competenze ingegneristiche professionali ed esperienze di vita di mare.
I blank che ne derivano vengono verniciati con i migliori componenti da professionisti del settore per poi passare al “vestito” dove é il momento di montare anelli ed accessori rigorosamente delle migliori aziende e materiali. Le doti artigiane rimangono e saranno la base di questo ambizioso progetto.