Esperienza e fantasia, così a Genova nascono i designer di domani
“Le giovani generazioni sono molto attente ai cambiamenti in atto, alle nuove tecnologie e alla possibilità di approcciare al progetto nautico in maniera innovativa e differente rispetto a chi ha tanti anni di esperienza ed il cui saper fare potrebbe diventare un limite della fantasia e dell’inventiva.”
“Quindi da un lato l’innovazione è la chiave per studiare il prodotto e arrivare a soluzioni sempre nuove ed attraenti per il mercato, dall’altro è necessaria l’esperienza ed è quello che noi cerchiamo di dare nella formazione universitaria.” Così il professor Massimo Musio Sale spiega il suo lavoro universitario parlandoci di ricerca e di come sta cambiando il design nautico.
Un luogo sacro di ricerca ed innovazione, l’Università ha il compito di selezionare e formare le menti di chi scriverà la storia del futuro: nel campo nautico l’eccellenza è probabilmente l’università di Genova che collaborando con il Politecnico di Milano rende la materia nautica interdisciplinare integrando competenze ingegneristiche, di design e di progettazione architettonica.
Spesso è proprio attraverso gli occhi sognanti dei giovani che si giunge alle soluzioni concrete in un mix di esperienza e fantasia in cui una non può esistere senza l’altra. “L’apporto dei giovani è significativo, abbiamo avuto delle grandissime soddisfazioni negli anni, oggi stiamo lavorando sull’applicazione della propulsione ibrida che regala nuovi spazi alle imbarcazioni ed in cui si fa a meno di quello che è il dispositivo tradizionale con una lunga linea d’asse e una sala macchine al centro dell’imbarcazione, aprendo scenari diversi stoccaggio di batterie, propulsioni azipodali, che rivoluzionano gli spazi di bordo nei motor yacht in particolare. Un po’ come quando la Citroën ha scoperto la trazione anteriore o quando Sir. Alec Issigonis nel ’59 ha inventato la mini inserendo il motore di traverso”.
E proprio dagli studenti eccellenti nacque l’idea della propulsione ibrida. “Ricordo con grande soddisfazione – spiega ancora Musio Sale – la tesi di laurea del 1998 di Tommaso DeLuca – oggi capo ufficio tecnico di Wally Yachts – e Luca Dimalio: che proponeva fin da allora una soluzione semiplanante ibrida diesel-elettrica su unico asse elettrico, ci sono voluti 20 anni prima che la nautica comprendesse il valore della propulsione ibrida ed in quel caso il motore elettrico fungeva anche da generatore. Il senso della ricerca è proprio quello di precorrere i tempi e lasciare spazio al mercato di assorbire le innovazioni. Altra importante intuizione dei nostri studenti che disegnano la tendenza della nautica è il maggiore utilizzo dei vetri strutturali laddove questo chiaramente è possibile.
Sembrano soluzioni assodate, ma è grazie a questa ricerca e all’interdisciplinarietà che certe soluzioni innovative si consolidano sul mercato. Oggi la visione è quella di rendere quanto più possibile le imbarcazioni integrate con l’ambiente esterno ed i ragazzi seguono questa scia progettando a volte cose che regalano grandi ispirazioni.
Stessa cosa vale per i cinematismi o per i meccanismi robotici, la tendenza è quella di rendere sempre più interattive le imbarcazioni e più intuitivo utilizzo con interfacce più semplici”.
Osservando alcune recenti mostre e concorsi riservate ai giovani si nota un grande cambiamento che guarda in primo luogo al rispetto dell’ambiente marino, i motori si fanno sempre più silenziosi e meno inquinanti.
“Si va verso lo slow cruising, una navigazione lenta è ciò che ora è più richiesto. I giovani progettisti hanno capito che il rispetto dell’ambiente e del sociale sono nodi cardine per il futuro della nautica. Non si progettano più i fast commuter di qualche anno fa, anche gli armatori hanno compreso che la navigazione lenta in armonia con l’ambiente e nel rispetto del mare come bene comune sono il vero lusso. Questo perché il vero lusso non è più andare veloci ma il vero lusso è potersi godere il proprio tempo libero, che è il tempo più importante della vita dell’uomo. In questa ottica il progettista nautico ha il compito di progettare il modo di spendere il tempo libero delle persone che è il tempo più prezioso della vita dell’uomo, al di là dello show off e dello status symbol che hanno un aspetto altamente volgare.Il progetto deve prevedere spazi che vanno goduti con le persone care, in questo senso il compito è molto delicato”.
Un dato colpisce la nostra attenzione: il 94% di job placement è un valore davvero significativo “Abbiamo dei livelli di employment post lauream che sono numeri di fantascienza rispetto alle università italiane, questo anche perché la selezione è basata su ciò che riteniamo che il mercato possa poi assorbire. Dai nostri dati, infatti, abbiamo verificato che l’immatricolazione di 40 unità all’anno rappresenta la dimensione ideale per soddisfare al meglio la qualità della didattica erogata e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Questo è un parametro molto importante che cerchiamo di rispettare al massimo. I nostri primi laureati oggi occupano posizioni di leadership nelle più grandi società. Resta ancora il cruccio dei ragazzi che trovano lavoro all’estero con maggiore facilità, anche se dal 50% di qualche anno fa ora si è scesi al 30%, numeri che considerato che la nautica è un’eccellenza italiana non dovrebbero comunque essere così significativi”.
Innovazione nel campo del lusso, buongusto e saper gestire l’aspetto industriale ed il marketing restano prerogative dell’Italia “In questo campo siamo e resteremo i trend setter” conclude il Prof. Sale, nonostante la grande concorrenza che viene dal mondo, l’università è il terreno più fertile per continuare ad investire sull’innovazione della materia nautica.