Un’estate da ricordare: le migliori tecniche di pesca dalla barca
Nei mesi estivi, l’acqua più calda, portando nutrimento in superficie, innesca la catena alimentare che parte dalle specie più piccole fino ad arrivare ai grandi pelagici, attirati dalla presenza di cibo. In questo periodo dell’anno abbiamo dunque grandi possibilità di cattura, a patto di saper adottare la giusta tecnica di pesca dalla barca. Noi ne abbiamo sperimentate un po’: vi raccontiamo quali ci hanno regalato soddisfazioni davvero memorabili.
PESCA DALLA BARCA: LA NOSTRA STRUMENTAZIONE
L’imbarcazione utilizzata per le battute di pesca dell’estate appena trascorsa è stata un Al Custom 30 Limited Edition “Gabster”, totalmente attrezzato per qualsiasi tecnica. Un mezzo dotato di tutti i comfort, compreso un comodissimo stabilizzatore Seakeeper che ha reso meno turbolente le giornate di pesca con mare formato e vento teso. Questo particolare accessorio, che vi invito davvero a provare per le sue capacità, riesce a diminuire drasticamente il rollio della barca, che sia ferma o in movimento, grazie alla sua particolare tecnologia giroscopica.
I modelli più piccoli, adatti anche ai natanti, vengono azionati da una batteria al litio che permette di avere, a seconda delle condizioni del mare, capacità operativa anche per l’intera giornata. I modelli più grandi, destinati invece alle imbarcazioni più importanti, oltre alla batteria, hanno a disposizione un generatore che offre lunghissime capacità operative da poter sfruttare anche in crociera.
Il Gabster, inoltre, ha tutta la strumentazione necessaria a scovare i pesci, anche a notevole profondità, contando su due display da 15 pollici che, grazie alla nuova cartografia Garmin Navionics, permettono di trovare sempre nuovi spot di pesca.
Ma quali sono state le tecniche di pesca dalla barca che hanno dato i migliori risultati?
LE MIGLIORI TECNICHE DI PESCA DALLA BARCA
1) TRAINA D’ALTURA
La traina d’altura è sicuramente una delle tecniche più affascinanti che si possono praticare durante l’estate, periodo in cui le condizioni meteomarine regalano giornate con mare molto calmo, consentendo alle fishing boat di spingersi anche a notevole distanza dalla costa.
Prima di affrontare questa tecnica di pesca, è necessario consultare bene il bollettino meteorologico per accertarsi che non siano in arrivo colpi di vento o temporali che, a distanza dalla costa, potrebbero mettere in seria difficoltà un eventuale rientro anticipato in porto. Nella nostra zona, ovvero in Liguria, la traina d’altura si fa spesso anche a 10-12 miglia dalla costa, quindi, oltre a utilizzare una imbarcazione idonea, si dovrà anche consultare il bollettino meteo per non trasformare una piacevole pescata in qualcosa da ricordare con apprensione.
La traina d’altura, se praticata nel modo giusto, può regalare tantissime soddisfazioni, come la cattura di tonni di branco, alalunghe, meravigliose lampughe e anche fantastiche aguglie imperiali che, con i loro salti, faranno salire a mille l’adrenalina dei pescatori a bordo.
È una tecnica che richiede un minimo di 4 canne in pesca fino ad arrivare, con le barche più grandi, a 12-14 canne con le esche saltellanti a varia distanza dalla poppa, anche grazie all’uso dei divergenti, che permettono di “allargare” le nostre esche fino a oltre 10 metri dall’imbarcazione.
2) TRAINA COL VIVO
La traina col vivo è una tecnica davvero particolare e ogni dettaglio può fare la differenza nella cattura di un predatore. Solitamente, nei mesi autunnali e invernali regala grosse soddisfazioni nella cattura di ricciole e dentici, ma in estate può portare ad allamare anche grandi lampughe, palamite, tonni e aguglie imperiali.
Nel nostro caso, una traina col vivo vicino alla costa ha permesso diverse catture di lampughe, sia trainando l’esca viva come alacce e aguglie, sia trainando l’esca morta come totani e seppie. A sorpresa, siamo riusciti a catturare anche un’aguglia di taglia davvero interessante, che si è mangiata senza problemi un’alaccia viva.
3) LIGHT DRIFTING
In base alla stagione e allo spot, il light drifting può dare risultati davvero strabilianti e far divertire con prede di tutto rispetto. È una tecnica di pesca dalla barca normalmente sfruttata nei mesi autunnali e invernali, ma in estate può portare alla cattura di lampughe e alletterati che, attratti dalla scia di pasturazione, la risaliranno fino ad intercettare l’esca e, da quel momento, inizieranno un tira e molla infinito che li porterà al guadino.
Un tipo di pesca davvero facile da eseguire anche grazie ai pochi ingredienti necessari: basterà infatti una canna adatta allo scopo o una da bolentino di lunghezza adeguata con un mulinello caricato a treccia o nylon, una girella ultra light e un finale di almeno due metri; alla fine un amo celato in un’acciuga o in una sardina intera. La si lascerà nuotare nella corrente con archetto aperto e, appena vedremo scorrere veloce il filo fuori dalla bobina, canna in mano e… via con il divertimento!
La pasturazione in questo caso sarà fondamentale per creare la cosiddetta “strisciata” di pastura, formata con sarda macinata in rete lasciata penzolare fuoribordo e sarde intere (o a tocchetti) lanciate in acqua a navigare in corrente. Ci siamo davvero divertiti, in fase di prova, a vedere i predatori entrare nel cono del nuovissimo trasduttore Garmin LiveScope XR, che spesso ha evidenziato in anticipo l’imminente abboccata del pesce.
4) TENYA E KABURA FISHING
Una tecnica importata dal Giappone e personalizzata, come tantissime altre, dai pescatori italiani e di tutto il mondo. Davvero intramontabile, è stata snobbata negli anni da alcuni, ma negli ultimi tempi è rinata proprio per il suo grande potenziale di catture. Facile da praticare, regala spesso risultati sorprendenti grazie all’ampio ventaglio di prede insidiabili.
Nasce principalmente per spot con sabbia e fango ma, con alcune modifiche all’assist dell’esca, è possibile insidiare anche grandi predatori in luoghi con grotto e scogli. In sostanza si tratta di una costola del vertical jigging che, grazie all’uso di esca artificiale mixata con esca naturale, permette di attirare pesci anche da lunga distanza e di insidiarli facendo letteralmente danzare l’esca nei pressi del fondo. Le esche naturali più utilizzate sono il gambero intero e la striscia di calamaro, ma si ottengono risultati davvero interessanti provando ad azzardare l’innesco di un totano intero o un mix di calamaro e sardina che, in molti casi, attirano l’attenzione di grandi scorfani e cernie.