Il battito d’ali nella pancia: intervista a Francesca Bardelli Nonino
Sei stata ribattezzata “influencer della grappa”, com’è iniziato questo percorso?
Ho sempre lavoricchiato per l’azienda, ovviamente nel modo più adatto alla mia età e con discontinuità perché ancora stavo studiando. Poi è arrivato il momento in cui sono entrata ufficialmente a far parte della Nonino e ho cominciato a fare quella che chiamo ‘la sana gavetta’. Per me è un percorso doveroso e importantissimo per capire a fondo sia l’azienda sia quale potrebbe essere il proprio ruolo al suo interno: non c’è niente di più sbagliato che pensare che, avendo studiato qualcosa, allora sia dovuto ottenere un certo ruolo, appena entrati in azienda. No, penso che si debbano mettere le mani in pasta e comprendere quale valore aggiunto si può portare.
Durante la mia gavetta sono diventata Brand Ambassador, ho cominciato a girare il mondo e a occuparmi di comunicazione. Inizialmente ero guida per le visite in distilleria e raccontavo la nostra storia agli eventi, poi ho cominciato a viaggiare sempre di più e a lavorare con i social. A quel punto mi sono resa conto che potevo portare qualcosa di diverso: volevo far sì che le persone si sentissero parte della realtà della grappa Nonino, come quando vengono a visitare la nostra azienda.
Tuttavia, il Friuli non è ancora una meta turistica – che da un certo punto di vista lo preferisco, mi piace che sia ancora genuino e autentico – e quindi non è collegato nel migliore dei modi, per questo non tutti riescono a raggiungerci. Mi sono resa conto che la nostra genuinità e la nostra autenticità potevano fare la differenza: noi siamo un’azienda di famiglia, non è marketing, siamo molto semplici e veri; abbiamo gli uffici davanti a casa di mia nonna, per dire. Secondo me la nostra realtà poteva essere vincente: fornire un punto di vista più intimo e familiare per far capire cos’è Nonino, far entrare le persone nei nostri uffici e nella nostra distilleria.
Durante il Covid, ci siamo dovuti reinventare: il nostro modo di comunicare era basato completamente sull’andare in giro per il mondo per portare le persone in distilleria e a un tratto non era più possibile. A quel punto mi è venuta in mente l’idea della Masterclass online gratuita a supporto della ristorazione, in un periodo in cui quel settore era fermo, ed è stata un’idea vincente. Ho postato un video sul mio profilo in cui mi dicevo felice perché stava andando bene e riuscivamo a brindare anche a distanza, ed è diventato virale. Da lì è partito un circolo virtuoso incredibile, che mi ha portato a essere prima un’influencer conosciuta su LinkedIn e poi il volto della grappa, anche grazie al video girato nell’orto della nonna in cui mostravo i nostri pomodori giganti che coltiviamo con la vinaccia.
Per me è diventata una nuova opportunità di comunicazione, qualcosa a cui ancora stento a credere: sono stata al TG1 come influencer della grappa. È incredibile ed è tutto nato semplicemente dalla voglia di comunicare e di mostrare con trasparenza e semplicità quella che è la Nonino.
Come si comunica la grappa online? Come si coniuga un prodotto così tradizionale con un media nuovo che evolve costantemente?
La questione è semplice: i valori cuore dell’azienda non cambiano, sono gli stessi da 126 anni e non cambieranno mai. A cambiare è l’approccio, il tone of voice; per me a fare la differenza è stato il coraggio di credere che ci si possa divertire comunicando la grappa, perché io mi diverto, mi piace veramente, sono profondamente innamorata di questo prodotto.
Com’è stato accolto il tuo nuovo modo di comunicare la grappa Nonino in questo mercato?
Moltissime persone, anche qualcuna del settore, mi hanno detto che sto facendo un bellissimo lavoro, anche riportando in auge la grappa. Questo mi ha veramente riempito il cuore. Tanti imprenditori che lavorano nelle aziende di famiglia mi hanno fatto sapere di avermi preso a esempio, perché anche loro stanno cercando il loro modo di comunicare. Ci tengo tanto a dire che non esiste la formula magica, non basta la passione e un sorriso: devi trovare un tipo di comunicazione con cui ti identifichi, in cui ti senti a tuo agio e da cui tu e la tua azienda vi sentite rappresentate. Deve essere una necessità e bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco e di rischiare un po’. Una mia ex collega mi ha detto di tenere a mente che non mi sono svegliata un giorno e ho deciso di comunicare su LinkedIn e ci sono riuscita: erano 5 anni che stavo cercando il modo di far appassionare le persone alla grappa. Questo mi ha ricordato l’importanza del mio percorso, un percorso fatto di tanti piccoli step, ma anche di qualche errore e difficoltà. Non si può pensare di creare un contenuto e diventare subito virali: ci vuole tempo, dedizione e un po’ di coraggio, sempre.
Coraggio sicuramente, anche perché, come hai detto in passato, all’inizio avevi paura di fare qualche passo falso: stavi rappresentando un brand importante: la grappa Nonino. Hai cominciato in punta di piedi, sfruttando anche i tuoi profili personali piuttosto che quelli dell’azienda. Com’è cambiato il tuo personale modo di fare comunicazione?
Sono entrata in punta di piedi perché sentivo di dover proteggere la reputazione di un brand che è stato costruito nel corso di 5 generazioni prima di me, e un passo falso su internet può essere fatale. Non mi sarei mai potuta perdonare di compromettere il lavoro di oltre 120 anni. Considerando che si trattava di un tipo di comunicazione tanto diversa rispetto a quella tipica del settore, ho pensato che il miglior modo per proteggere la reputazione aziendale fosse quello di utilizzare inizialmente i miei profili, in modo che qualsiasi possibile errore sarebbe ricaduto solo su di me. Avevo un po’ di timore, ma il desiderio di comunicare era troppo forte e sapevo che stavo facendo qualcosa in cui credevo fortemente.
Come cambia, per la grappa Nonino, la comunicazione da social a social?
L’approccio cambia, però, nonostante tutti gli esperti di comunicazione diranno il contrario, io non ho una pianificazione: rispondo a un’esigenza, a un bisogno di raccontare ciò che mi ispira, mi rende felice e mi preoccupa. È una comunicazione molto personale, di cuore e di pancia. Io sono sempre me stessa.
Su Instagram parlo anche di cose non legate alla grappa Nonino, mentre su LinkedIn pubblico solo relativamente al lavoro, magari anche post divertenti, ad esempio recentemente ho ritrovato un mio video dello scorso anno in cui ballavo in distilleria. Alla fine, penso che tutto ciò che la grappa mi ispira possa essere raccontato. Instagram è ancora un po’ più personale, si vede più “Francesca Francesca”, mentre su LinkedIn si vede più “Francesca Nonino”.