Il valore delle unità da diporto: le implicazioni da considerare
Non di rado, molti articoli e approfondimenti pubblicati nelle testate di settore sono dedicati al valore delle unità da diporto (l’usato in primis n.d.r.) o alla stesura di tabelle di svalutazione. Con questo articolo vorrei però trattare, piuttosto che delle suddette tabelle o di indicatori più o meno efficaci, degli elementi, visti con gli occhi del Perito Navale, di reale analisi propedeutici a determinare la più corretta definizione-individuazione del valore di un’unità da diporto.
In prima istanza, è bene sottolineare la differenza tra valore commerciale e valore tecnico-estimativo.
IL VALORE DELLE UNITÀ DA DIPORTO: VALORE COMMERCIALE
Nel primo caso, volendo semplificare quanto più il concetto, il valore commerciale può definirsi come il valore economico attribuito all’unità attraverso meri parametri dati dal mercato della compravendita, dalla quantità di unità simili o similari presenti nello stesso, dall’anno di costruzione, dalle normali fluttuazioni prodotte dalle congiunture economiche nonché dall’effetto generato dalla dinamica domanda-offerta.
È chiaro che, seppur sempre in linea teorica, tale criterio estimativo difficilmente terrà conto di ulteriori, ma essenziali dettagli che, al contrario, potrebbero dunque premiare o anche non premiare, dal punto di vista tecnico-economico, quella specifica unità presa in esame.
IL VALORE DELLE UNITÀ DA DIPORTO: VALORE TECNICO-ESTIMATIVO
Quando si tratta invece di valore tecnico-estimativo, la valutazione (che spetterebbe di solito al Perito Navale) dovrebbe includere non solo una dettagliata analisi, eseguita sulla base dei coefficienti dati dal mercato, ma anche i seguenti elementi: la determinazione dello stato tecnico-manutentivo dell’unità al momento della perizia con specifico riferimento a tutti i tre assiemi dell’unità, ovvero scafo, macchine e allestimenti; lo status tecnico-amministrativo; il registro d’iscrizione; l’abilitazione dell’unità (se pleasure o commerciale) ed eventualmente il record manutentivo, possibilmente dall’acquisto fino al momento della visita.
Ciò detto, la determinazione del valore tecnico-estimativo, pur implicando l’intervento del perito e una severa valutazione del bene, si rivela un’attività premiante e performante atta ad individuare il valore dell’unità nella sua specificità anziché nella sua “generalità”.
Tale approccio non solo è applicabile nella compravendita (favorendo tutte le parti: venditore, acquirente e persino il mediatore n.d.r.), ma può essere felicemente adottato sia in chiave assicurativa (avendo una polizza corpi o anche in caso di danni da terzi), che in chiave finanziaria e bancaria (vedi leasing, ipoteche, mutui navali, per identificazione a bilancio e così via).
CONCLUSIONE
La differenziazione tra i suddetti principali criteri estimativi presi in esame (che non rappresentano comunque tutte le tipologie di tecnica estimativa) ben fa apparire come le sole tabelle di svalutazione o una mera attività di comparazione non possano ritenersi uno strumento sufficiente e adeguato a una reale e quanto più completa determinazione del valore di un’unità.
PERITO NAVALE DANIELE MOTTA
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Perito e Consulente Navale, è riconosciuto dalle principali organizzazioni e istituzioni nazionali e internazionali come l’SCMS, FEMAS, AIPAM e Ruolo Periti ed Esperti. Commissario d’Avaria per le principali compagnie assicurative nazionali, svolge altresì la propria attività peritale e professionale con particolare riferimento al diporto commerciale, allo shipping e alla gestione/consulenza afferente all’esercizio delle unità navali. Attivo dal 2015 nella divulgazione in campo nautico, ha partecipato alla stesura della pubblicazione “La riforma della nautica da diporto” e collaborato con varie testate specializzate nella nautica. Docente e formatore, ha tenuto vari corsi e seminari dedicati al cluster marittimo. A tutt’oggi è titolare dello Studio Tecnico Navale Daniele Motta, meglio conosciuto come Marine Consultants & Surveyor (
