Il design non si mostra, si vive: intervista all’architetto Lucio Micheletti
Uno dei suoi progetti più recenti è lo Swan 128, che sarà varato nel 2025. Quali saranno i tratti distintivi di questa barca?
Considerando questo modello un puro Blue Water nato dalle linee d’acqua del maestro Germán Frers, ci siamo posti come obiettivo di mantenere il linguaggio degli Swan, inserendo tecnologia e funzionalità.
Abbiamo puntato a mantenere una tuga bassa, rileggendo lo spazio e le funzioni, e giocando con le forme e i materiali, mettendo tutto in equilibrio con la leggerezza, intesa come sensazione vera e propria.
Nella tuga abbiamo gestito le forme e le superfici tecniche, modellandole per giungere al punto di massimo equilibrio, giocando con l’aerodinamica e le proporzioni.
Il 128 è un progetto dalla forte personalità e dal carattere deciso, che traspare dalle linee nette e dal bilanciamento dei volumi. Inoltre, le superfici tattili, i materiali naturali e le finiture opache conferiscono alla coperta un feeling caldo e avvolgente.
Il pozzetto è stato riletto con varie configurazioni regalando più spazio al vivere e mettendolo in dialogo con gli interni. Abbiamo dato continuità anche alla vetrata della tuga mettendo in risalto la parte strutturale della coperta. In ultimo, abbiamo riconfigurato tutta la zona di poppa.
Lo sportello di poppa si può aprire insieme a una porzione del ponte per realizzare un beach club di grandi dimensioni, aumentando lo spazio disponibile in questa zona e rendendo anche più semplice la gestione dei tender. In questo caso, il nostro obiettivo era valorizzare la spiaggetta senza compromette i volumi interni.
Il nuovo Swan 128 vuole trasmettere ai futuri armatori l’idea di bellezza a partire dalla sua naturale eleganza.
Cosa prevede il suo futuro, dentro e fuori dalla nautica?
Per il mio modo di pensare il futuro è il presente. E il presente mi piace viverlo intensamente, portando avanti il lavoro nella nautica con un concetto di lusso nuovo, costruito sui dettagli e sulla sperimentazione.
Il lusso è un concetto intimo, poco visibile, quasi segreto, ci siamo allontanati dall’ostentazione e dalla continua ricerca di visibilità. Il mio percorso nel design navale gioca con l’equilibrio tra la funzionalità e l’estetica, guardando sempre al futuro. Quindi, continuerò a lavorare sulla ricerca della bellezza, cercando di fare accettare le mie idee senza imporle. La bellezza forse non è altro che un design impazzito.
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