La barca bella è sana!
Una barca bella è una barca sana. E’ importante che ogni componente dell’imbarcazione sia ben saldo alla struttura e che ogni elemento sia funzionale … perché nella barca la forma è sostanza ed ogni elemento è importante. Niente si trova lì per caso e niente deve essere lasciato al caso. In questo articolo affrontiamo due rifacimenti: entrambi sono allo stesso tempo forma e sostanza. Con intuito, qualche buon prodotto e olio di gomito gli armatori riescono a porre rimedio a due situazioni che sembravano veramente critiche!
Il RIPRISTINO DEI BRACCETTI DEL CAVALLETTO
I braccetti del cavalletto del Viva 48 non sono più stabili. Le vibrazioni e le torsioni hanno fatto penetrare dell’acqua (foto 1). La barca non naviga più in sicurezza. L’area viene completamente ripulita rimuovendo gli stucchi che erano stati utilizzati (foto 2). Viene primerizzato il cavalletto nella parte esterna con Nautilus Drive Primer e fatto il cordolo con 10 10 CFS + Microfibre Minerali (foto 3). Viene creata una diga con un imbuto … un imbuto più troncoconico sarebbe stato migliore! Intorno viene messo lo stucco grigio, quello che si usa sugli infissi, in modo da sigillare i bordi dell’imbuto (4). Prima e seconda colata della resina epossidica STEEL Blue (foto 5 e 6). STEEL Blue, certificato PDA rilasciato da ABS, è il sistema epossidico bicomponente caricato con inerti abrasivi, tenace e resistente agli shock termici. E’ colabile e riempiente per basamenti, allineamenti motori, interstizi, inghisaggio. E’ 100% solido, quindi ideale per questa applicazione. Attacca perfettamente anche sul metallo. Il giorno successivo viene rimosso tutto. Ed ecco il risultato (foto 7), il Viva 48 può tornare a navigare in sicurezza!
IL RISANAMENTO DEI CANDELIERI
Riparazione effettuata in una zona ben visibile della barca: la coperta. Questa barca, con scafo in vetroresina progettata e costruita in maniera ammirevole ma tanti decenni fa, presenta la problematica di formazione di ruggine per le basi messe in opera nello stratificato che si è verificato su alcuni modelli. Le infiltrazioni di acqua attraverso le viti di fissaggio della base hanno ossidato e fatto rigonfiare una piastra di acciaio dolce, inserita sotto la coperta, nello scafo, che ha rotto la vetroresina e rilasciato abbondante ruggine (foto 1). Sono presenti vistose macchie di corrosione sulla falchetta in corrispondenza delle basi dei candelieri dovuti agli sforzi amplificati dall’effetto leva. E’ stata rimossa la porzione di coperta interessata e portata alla luce la piastra in avanzato stato di ossidazione (foto 2). L’area viene completamente molata (foto 3). Nuova piastra, nuova vita! Il lavoro sulle piastre è stato realizzato incollandole con ET 40, la resina epossidica bicomponente che incolla acciaio su acciaio (ma è ottima anche per incollaggi eterogenei); l’ET 40 è stato spalmato anche sulla faccia superiore della piastra per preparare il campo alla stratificazione con resina epossidica (foto 4). Dopo aver atteso un tempo sufficiente a rendere ET 40 solida, ma ancora appiccicosa, sono cominciate le stratificazioni con tessuto biassiale da 450 e 10 10 CFS. Si applicano molti strati per ricostruire lo spessore della coperta (foto 5). A seguire viene eseguito un lavoro di carrozzeria e viene verniciato con Nautilus EpoxyPrimerPrimer e lo smalto Nautilus Enamel (foto 6).
Il risultato finale è eccellente! Complimenti all’ingegnoso armatore!
CECCHI GUSTAVO & C.
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