La pesca al razzolo: tecniche e consigli di cattura
La pesca al razzolo è l’insieme di quattro tecniche base: la pesca all’aspetto, la pesca all’agguato, la pesca in tana e la pesca in caduta. Il “razzolatore” si è dovuto adattare all’evoluzione delle sue prede e, combinando le tecniche citate, definite “pure”, ha inventato questo nuovo stile di pesca in apnea.
L’esigenza di trovare un nuovo modo di pescare nasce perché i pesci sono diventati più diffidenti rispetto al passato, quindi le vecchie tecniche di pesca in apnea non andavano più bene.
A differenza delle tecniche base, la pesca al razzolo non si concentra sulla cattura di una determinata preda o su precise batimetrie di pesca, bensì cerca di seguire la conformazione del fondale e di adattarsi alle circostanze, per questo il pescatore arriverà a catturare qualsiasi tipo di preda, dalla triglia al dentice.
Il razzolo, generalmente, viene praticato immergendosi in acqua partendo da terra, quindi senza l’appoggio di un natante, ma può essere eseguito anche dalla barca, comunque con buone chance di cattura. Anche i neofiti possono trarre vantaggio dalla polivalenza del razzolo poiché le quote operative non saranno mai eccessivamente elevate, quindi non sono necessarie grandi doti atletiche per realizzare catture degne di nota. Sicuramente, un buon bagaglio di esperienza alle spalle contribuirà ad aumentare la frequenza delle catture.
DOVE PRATICARE LA PESCA AL RAZZOLO?
Parlando dei luoghi in cui praticare questa tipologia di pesca, non ci sono limiti: come già detto, infatti, siamo noi pescatori ad adeguarci al fondale, e non viceversa.
QUALCHE ACCORGIMENTO…
Gli unici accorgimenti da tenere a mente sono gli stessi che valgono per le quattro tecniche di base, quindi:
- Avere il sole alle spalle
- Pescare prevalentemente all’alba o al tramonto
- Cominciare la battuta di pesca durante la fase di innalzamento della marea. Inoltre sono da preferire i momenti di scaduta delle mareggiate, oppure quando il mare è lievemente mosso.
MIMETIZZIAMOCI!
Un altro fattore che negli ultimi anni è divenuto preponderante è il mimetismo: ebbene sì, possedere una muta e un’attrezzatura mimetica adatte aiuta a catturare qualche pesce in più, ma su questo tema ci sono due correnti di pensiero, gli “scettici” e i “fiduciosi”. Personalmente, faccio parte della schiera dei fiduciosi, quindi utilizzo un’attrezzatura mimetica, in particolar modo la muta: il nostro vistoso corpo immerso in acqua, infatti, ha bisogno di essere nascosto al meglio tra gli anfratti rocciosi. Per questo ritengo che il mimetismo sia importante anche per il fucile, considerando che sarà il primo oggetto che il pesce incontrerà nuotando verso di noi!
L’assetto in acqua deve essere particolarmente curato perché consentirà movimenti calibrati che ci permetteranno di essere il più possibile silenziosi. Ricordiamo che i pesci, oltre alla vista, hanno un altro senso estremamente sviluppato, che serve per percepire i movimenti e gli oggetti nella colonna d’acqua: si tratta di un sistema sensoriale definito “linea laterale”. Questo sistema si trova lungo i fianchi del pesce ed è costituito da una serie di recettori che servono a captare le onde di pressione causate dallo spostamento d’acqua.
Adesso che sappiamo come i pesci riescono a “sentire” la nostra presenza, dobbiamo adottare delle contromisure e muoverci il più lentamente e sinuosamente possibile durante tutta la fase di caccia, a partire dalla capovolta di immersione. In pratica, dovremo avere un assetto neutro alle quote operative medie in cui peschiamo. Generalmente ci si zavorra con 1 kg di piombo per ogni 10 kg di peso corporeo, ma non tutti gli individui sono uguali; quindi, portiamo con noi qualche chilo di piombo in più per sicurezza, provando direttamente in acqua la giusta pesata, aggiungendo o sottraendo piombo alla cintura finché non riusciamo a ottenere l’assetto desiderato. Con l’esperienza, poi, tutto diventerà più semplice e riusciremo a raggiungere già fuori dall’acqua la giusta pesata per la nostra cintura.
QUALE FUCILE SCEGLIERE PER LA PESCA AL RAZZOLO?
Per quanto riguarda il fucile da utilizzare, potrà essere sia un arbalete sia uno oleopneumatico, ma è fondamentale che abbia buone doti di brandeggio, in quanto la rapidità di puntamento sarà cruciale in molte situazioni. I più adatti sono, probabilmente, gli arbalete, con misure che vanno dai 75 ai 95 cm – a seconda della limpidezza -, ma per l’uso in tana è bene avere sempre con noi, sotto la boa, un 50 o un 60 cm.
Tutte queste nozioni non devono farci dimenticare che la conoscenza del mare, dei suoi abitanti e dei loro cicli biologici, unita a un’ottima acquaticità e all’istinto venatorio, che in alcuni di noi è innato, sono le doti più importanti per realizzare battute di pesca proficue.