La pesca nel torbido: come affrontare al meglio le situazioni di scarsa visibilità
Le condizioni che tutti i pescatori in apnea sognano: acque calde, limpide e con tanto pesce, dove scorrazzare per ore e ore divertendosi. Purtroppo non sempre è così e dobbiamo sottostare alle regole dettate dalle stagioni e dai luoghi in cui abitualmente andiamo a pescare. Durante l’autunno e l’inverno le condizioni del mare cambiano, arrivano le mareggiate e le piogge, le temperature si abbassano e di conseguenza la visibilità sott’acqua diminuisce drasticamente. Queste condizioni spaventano gli amanti delle stagioni calde, ma risvegliano i sensi dei più intraprendenti ed esperti pescatori in apnea, che sapranno sicuramente adottare le giuste accortezze per una pesca nel torbido in tutta sicurezza.
Per immergersi in queste situazioni sono richieste doti di concentrazione, serenità durante l’immersione e abitudine, unite ad “acquaticità” e soprattutto a un’ottima conoscenza dell’ambiente sommerso in cui muoversi.
LA PESCA NEL TORBIDO E LE SUE SFIDE
Per “torbidità” intendiamo quei momenti in cui la visibilità è ridotta a 3-4 metri o anche meno. La nostra voglia di mare potrebbe costringerci a pescare anche con appena un metro di scorcio sul paesaggio subacqueo. Cosa fastidiosa al punto da rendere quasi impossibile l’azione di pesca.
Ma parliamo dei lati positivi.
Quello di maggior importanza è che con l’acqua torbida e il mare mosso avremo più chance di avvicinare e catturare le nostre ambite prede. Prima tra tutte la spigola, che è definita “la regina dell’inverno”, ma non meno ricercata è anche l’orata.
STRATEGIE DI POSIZIONAMENTO E APPROCCIO
La tecnica che praticheremo sarà prevalentemente l’aspetto in acqua bassa, proprio perché la visuale ridotta non permetterà di attuarne un’altra, come per esempio l’agguato.
Come abbiamo detto, l’azione di pesca sarà concentrata maggiormente in acque basse. In questa zona, infatti, la risacca smuove il sedimento e stacca gli organismi dagli scogli. Qui si potranno trovare i pesci, che saranno maggiormente distratti poiché intenti a nutrirsi.
A seconda del luogo in cui di solito peschiamo, sceglieremo se tenere la costa alla nostra destra o alla nostra sinistra e quindi con il sole alle spalle o di fronte (al contrario per chi è mancino e impugna il fucile con la mano sinistra). In genere con l’acqua torbida è meglio impostare la battuta pescando controluce, questo ci aiuterà a distinguere meglio le sagome dei pesci.
Durante l’aspetto, è importante non muovere freneticamente la testa a destra e sinistra. Dovremo guardare fisso davanti a noi e sfruttare i movimenti oculari per cercare di avere una visuale quanto più ampia possibile.
Generalmente gli aspetti saranno rivolti verso terra perché è proprio da lì che le nostre potenziali prede arriveranno. Non dovremo mai sottovalutare le piccole baie con bassi fondali in cui i pesci potranno trovare cibo e riparo dai marosi.
Nei punti in cui la visibilità sarà maggiore, proveremo a fare dei brevi agguati. Non appena scorgeremo delle specchiate causate dal sole che riflette sul corpo del pesce in movimento, ci fermeremo all’aspetto sperando che il nostro movimento lo abbia incuriosito e lo induca ad avvicinarsi all’intruso.
RICHIAMI SUBACQUEI NELLA PESCA NEL TORBIDO: MITI O REALTÀ?
Una curiosità della pesca all’aspetto è quella di emettere suoni per attirare i pesci. Questi vengono definiti richiami e possono essere emessi dal pescatore subacqueo con la glottide (suoni gutturali) o con alcuni strumenti che vanno moltissimo di moda negli ultimi tempi. Il più classico è il cicalino, che è un piccolo arnese costituito da una linguetta e da una piccola ruota dentata in plastica. Il tutto è poi montato su una basetta di appoggio che può essere realizzata in diversi materiali.
Come funziona? La rotella viene azionata con le dita facendola girare. A quel punto, la rotazione fa scorrere i denti sulla linguetta emettendo un rumore caratteristico “tri-tri-tri-tri-tri”, altamente attirante per i pesci. Secondo molti pescatori in apnea, questo suono sarebbe irresistibile per molte specie, ma è tutto da verificare poiché vi sono molti fattori che influiscono sulla capacità attirante di questo attrezzo. In ogni caso provare non costa nulla.
L’ATTREZZATURA PER LA PESCA NEL TORBIDO
Le attrezzature più indicate per questo tipo di pesca sono:
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Una muta
Dovrà essere robusta, dello spessore adeguato alla temperatura dell’acqua e possibilmente foderata esternamente, in quanto saremo spesso a contatto con gli scogli che causano tagli e abrasioni.
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La zavorra
Deve essere abbondante per consentirci di stare ben fermi nelle basse acque movimentate da onde e correnti. Cercate di distribuire i piombi su tutta l’area del corpo usando uno schienalino, una o due cinture in vita e bacino e una coppia di cavigliere da 500 grammi l’una.
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La maschera
Dovrà essere comoda e soprattutto avere un ampio campo visivo che permetta di scorgere il prima possibile l’arrivo del pesce da qualunque direzione.
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Pinne morbide
Consentiranno di fare lunghi tragitti senza stancare oltremodo le gambe. Occhio a quelle in carbonio: si dovrà stare più attenti in quanto capiterà di scontrare le delicate pale contro le rocce.
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Il fucile
Può essere un oleopneumatico o un arbalete, e le misure generalmente spazieranno tra i 65 e i 90 centimetri a seconda della visibilità. A ogni modo la misura più utilizzata è quella da 75 centimetri, che è un buon compromesso tra potenza e brandeggio. In queste situazioni di acqua torbida, il tiro sarà spesso ravvicinato ed è preferibile privilegiare il brandeggio piuttosto che la potenza. Ricordate di dotare il vostro fucile di un mulinello poiché, specie in autunno, potrebbe arrivare a tiro la preda della vita, come ad esempio una bella leccia amia o ricciola in caccia.
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Boa
Anche se con il mare mosso sarà più fastidioso, non dovremo mai stare senza la nostra boa segna sub. In caso di mare ben formato, per evitare che vada a incastrarsi tra gli scogli, sarà utile utilizzare un pedagno per “ancorare” la boa nelle vicinanze e pescare con più libertà.
Ricordate che una boa segna sub troppo lontana da noi non assolve alla sua funzione, oltre a essere anche fuori legge. Sono quindi da preferire le boe classiche o a siluro rispetto alle ingombranti plancette o ai capienti e vistosi gommoncini disponibili adesso sul mercato.
La pesca nel torbido ha diversi vantaggi, ma quello che non vi abbiamo menzionato è che in questi momenti possiamo avere davvero molte possibilità di essere soli a goderci il nostro tratto di mare. In questo modo, non avremo concorrenza e pescheremo senza l’ansia di accaparrarci “il posto buono” per primi.
A questo punto non possiamo che augurarvi magnifiche immersioni in compagnia della vostra rivista preferita!