La ricerca delle seppie
La ricerca delle seppie, un tempo retaggio delle barche a remi per andar contro corrente, è oggi una vera e propria pesca che coinvolge centinaia di appassionati in tutta Italia, basti pensare che sono nate perfino delle competizioni dedicate!
C’ERA UNA VOLTA LA PESCA A RUFIANARE
La prima volta che lessi di come pescare le seppie, fra tanti metodi, mi incuriosì quello a “rufianare”.
Bisognava catturare da prima la seppia femmina e poi, mettendole un amo nell’osso, calarla durante il periodo dell’accoppiamento. In questo modo i maschi, si lasciavano sedurre ed era possibile effettuare catture multiple con poco sforzo.
La pesca di questo affascinante essere “alieno”, in grado di mutare di colore e soprattutto di difendersi con il suo becco affilato o spruzzando il famigerato nero, oggi ha raggiunto i confini della pesca da terra, dove armati di canne ed artificiali i pescatori gli danno la caccia sia dalle scogliere che dalle spiagge.
ANALISI DI UNA PESCA APPARENTEMENTE SEMPLICE
Pescare le seppie in modo “involontario” può sembrare semplice agli occhi dei più curiosi. Una lenza, un piombo pesante per stare a terra ed un paio di totanare… il gioco è fatto!
Incentrare invece una sessione di pesca, concentrando attrezzature e sforzi a realizzare un carniere mirato è sicuramente un’altra storia.
Partiamo con il dire che, in funzione della barca che si ha, il primo problema è lo scarroccio lento. L’azione di pesca infatti non si svolge in ancora, bensì in scarroccio lentissimo, che in condizioni di vento e corrente può diventare ostico.
L’uso dell’ancora galleggiante da un lato risolve il problema del vento, consentendoci di rallentare la barca, ma non risolve il problema della corrente per effetto della quale, l’esca tenderà ad allontanarsi ed a stare diagonale piuttosto che verticale, rendendo così l’azione di pesca molto difficoltosa.
L’utilizzo del motore elettrico può venirci in aiuto, a patto di capire come andare nel verso della corrente. Lo scarroccio controllato non è proprio come l’ancoraggio elettronico e tantomeno come la traina lenta: bisogna infatti tenere la prua al vento, contrastando in minima parte l’azione della corrente, come se avessimo l’ancora galleggiante filata in prua.
Occhio attento alla velocità sul gps e telecomando a portata di dito per aumentare o diminuire i giri dell’elica e stare in pesca.
LA MONTATURA PERFETTA PER LA RICERCA DELLE SEPPIE
Dopo centinaia di prove, si è giunti alla conclusione che esiste la montatura ideale per pescare le seppie, cercando di essere selettivi solo su questo cefalopode.
Utilizzeremo un minitrave da Surf-Casting (in commercio ne esistono centinaia di tipi), all’estremità del quale andremo a porre un piombo da 50/75/85 gr. a seconda della profondità di pesca, attenzione: della profondità e non della corrente, poiché per vincere la corrente utilizzeremo altri stratagemmi.
La zavorra avrà rigorosamente il rivestimento in gomma bianca o gialla, il potere attrattivo di questi colori verso cefalopodi che vedono a metri di distanza e distinguono i colori infatti è fondamentale.
Sul giunto snodato del minitrave effettueremo un lungo bracciolo, da 50/70 cm se la canna sarà quella che terremo in mano; mentre da 85/100 cm se sarà ferma nel portacanne. In questa tecnica infatti è possibile pescare con più attrezzature contemporaneamente anche da soli.
All’estremità del lungo bracciolo, porremo uno snap da spinning a cui collegheremo la totanara prescelta, mentre l’altra estremità verrà collegata direttamente allo shock leader.
Con questo sistema potremo cambiare facilmente la totanara ed essere in pesca in pochi attimi appena giunti sullo spot.
ATTREZZATURE SPECIFICHE
Oggi in commercio ci sono canne e mulinelli specifici per questo tipo di pesca. Notate che per la pesca da barca, dove non è necessario lanciare, le canne possono essere più corte e senza azione da casting; mentre i mulinelli dovranno essere più robusti, perché impegnati in continui saliscendi anche da profondità elevate.
In bobina rigorosamente il trecciato super sottile, che ci consentirà di tagliare l’acqua e non lasciarsi trascinare dalla corrente, mentre lo shock leader di 1/1,5 mt ci servirà per dare un po’ di elasticità sulle ripetute spinte della seppia per liberarsi una volta ferrata.
L’AZIONE DI PESCA
Arrivati sullo spot ed attivata la traccia sul nostro gps, percorreremo qualche centinaio di metri in scarroccio per capirne la direzione e soprattutto la velocità. Corsi ai ripari e verificato di avere una velocità di 0,3/0,6 nodi, caleremo finalmente la nostra totanara.
Per la scelta del colore ci baseremo su alcune semplici regole: stagionalità (i colori naturali seguono i pesci in mangianza del periodo) e luminosità (colori accesi con il sole alto, colori tenui con il sole basso o nuvoloso), ma su tutti alcune tonalità come il nero o l’arancio simil gambero sono universali.
Una volta giunti al fondo, solleveremo leggermente l’esca fino a vedere la canna piegarsi per effetto della zavorra, per poi riappoggiare immediatamente al fondo.
Se avvertiamo un appesantimento, sarà il momento di ferrare energicamente e tirare a più non posso, la canna farà da ammortizzatore per evitare di perdere il prezioso cefalopode.
NEL RISPETTO DELLE REGOLE
In una pesca dove le possibilità di catture sono multiple quindi non bisogna dimenticare che anche questi esseri se pur dotati di un elevato indice di accrescimento (pensate che vivono un solo anno e muoiono dopo la riproduzione), hanno però necessità di riprodursi, pertanto sarà bene lasciare riposare gli spot senza impoverirli e trattenere solo le prede di misura.
Le seppie troppo grandi invece, sono esemplari per i quali è tramontata la possibilità della riproduzione e diventano sterili rimanendo a cibarsi negli anfratti e tra la posidonia. Un prelievo di quest’ultimi è sicuramente sensato e meno dannoso di quello delle seppie allo stato giovanile.
Consigliamo un buon guadino, meglio se in gomma: è indispensabile per salpare in sicurezza seppie, polpi e calamari e rimettersi subito in pesca senza passare il tempo a liberare le totanare dalle maglie dello stesso.