Un inverno in verticale
La costanza e l’impegno premiano sempre il pescatore, ma vi sono specie per le quali, solo il periodo giusto può dare risultati veramente inaspettati. Generalmente non si basa mai una pescata alla ricerca di un solo pesce, ma la tecnica in verticale più di altre ci ha fatto comprendere il valore di poter scegliere quali insidiare, mirando la battuta di pesca alla cattura di uno o più esemplari di una determinata specie, questo a tutto vantaggio della sportività e del rispetto dell’ambiente marino.
STAGIONE CHE VAI PESCE CHE TROVI
Indubbiamente la stagionalità dei pesci è una realtà che tutti conoscono. Eccezion fatta per le isole dove la maggior parte dei pesci, siano essi sparidi o pelagici, non popolano durante tutto l’arco dell’anno gli stessi spot di pesca.
Il pescatore sportivo basa quindi la propria tecnica cercando di insidiare le prede del periodo. Se parliamo di traina con il vivo generalmente si tende a cercare i dentici nei mesi freddi e le ricciole nei mesi estivi o autunnali. Ma in questo contesto generalmente, l’esca non cambia al variare della specie, ma cambia al variare della stagione per la sua presenza in mare aperto.
Dovendo pescare in verticale, invece, si ha la possibilità di scegliere esca e profondità, ma soprattutto l’animazione della stessa, al fine di rendere la pescata mirata a determinate specie.
UN MONDO COLORATO
Nel panorama delle esche per la tecnica in verticale, bisogna però effettuare una prima distinzione: non tutte le esche funzionano allo stesso modo e, soprattutto, non tutti i colori vanno bene in qualsiasi periodo dell’anno.
Di esche in commercio ce ne sono veramente tante ed il segreto per non avere sorprese è averle tutte in cassetta. Posta questa prima considerazione però abbiamo avuto modo di testare che i colori che maggiormente funzionano in inverno sono quelli GLOW superati i 120 metri di profondità e le varianti dell’arancio e del rosso.
Verosimilmente l’acqua fredda può mettere in movimento specie come crostacei e cefalopodi che sicuramente meglio si abbinano come colore a colori accesi rispetto a tonalità del verde e del blu.
Un altro aspetto che abbiamo notato è che sia grufolatori che sparidi hanno gradito esche simili a calamari e piccoli polpi.
Pertanto le esche invernali vincenti si sono rivelate teste piombate con calamaretti in silicone abbinate a striscioline di calamaro non battute di tonalità rosso e arancio meglio se glow.
ALLA RICERCA DI PESCI PREGIATI
Andiamo a capire quali pesci possono essere insidiati e con quale metodo con la tecnica in verticale.
Le profondità su cui andremo a pescare variano dai 90 ai 140 metri. Ovvio che non a tutte le profondità troveremo le stesse specie, grossi grufolatori come scorfani rossi, saranno nelle quote un po’ più basse. Per averne ragione dovremo tenere l’esca a fondo con dei piccoli saltelli, meglio se aiutati dal motore elettrico per stare in “scaroccio controllato“.
Al sentore della più flebile mangiata bisogna bloccare immediatamente in ancora ed attendere la cattura del giorno.
Discorso a parte, invece, per i grossi prai e per i dentici. Gli sparidi infatti sono letteralmente i signori dell’inverno e la loro cattura non è mai casuale. Invitare a cena un praio significa animare l’artificiale in modo da spingere il pesce all’attacco per territorialità o per fame.
Gli sparidi aggrediscono l’esca sia a fondo che lontano dal fondo e spesso inseguono anche dopo diversi metri di recupero veloce. Questo tipo di comportamento ci consente di gestire l’animazione in modo da evitare che pesci disturbatori, presenti a qualsiasi profondità, vengano a “spizzicare” l’esca mutilandola.
A profondità quasi abissali e con mulinelli tradizionali dover recuperare semplicemente per rimpolpare l’esca non è un’operazione semplice e non deve rientrare nel sistema di pesca.
LIGHT OBBLIGATORIO IN VERTICALE
Portare a 120/140 metri di profondità un’esca che pesa solo 100/120 gr. e soprattutto farlo con soli 150 metri di filo fuori, non è un’impresa impossibile.
Le regole fondamentali:
- trecciato ultra sottile e shock leader robusto;
- mulinello a recupero veloce;
- una canna ad azione ultra light. Anche se può sembrare paradossale con un complesso pescante del genere è possibile combattere con successo quasi qualsiasi preda.
Grossi prai, scorfani, gronghi di qualunque taglia sono stati portati a paiolo in pochissimo tempo. Ci hanno consentito anche rilasci in ogni situazione e, soprattutto, ci ha dato la possibilità di discernere le mangiate di ogni singolo pesce, rendendoci selettivi già all’atto della ferrata nonostante la profondità.
LA REGOLA DEI 5 Kg
Sembra assurdo ma la regola dei 5 kg, pescando in verticale, vale doppio. Sia per la gestione della frizione, sia per il rispetto del peso del pescato.
Tirare la frizione al limite dei 5 Kg di forza è un’ottima regola per avere ragione dei pesci ed averne in breve tempo. Del resto rispettare i 5 Kg di pescato in una tecnica dove si possono facilmente fare dei veri “disastri” è un obbligo morale oltre che civile.