Traina Costiera Estiva: pescare tonni di piccola taglia
Uno dei tipi di traina maggiormente praticato nelle nostre coste, specie da chi si avvicina alla pesca a traina dalla barca, consiste nella traina a piccoli sgombridi, come i tonni di piccola taglia.
Questi pesci, infatti, in branchi molto numerosi, popolano le nostre coste a partire dal mese di giugno e ci fanno compagnia solitamente fino al novembre inoltrato; a seconda delle condizioni meteo e della temperatura dell’acqua.
Questo tipo di traina è abbastanza facile ma, se affrontata con le attrezzature giuste e con alcuni dovuti accorgimenti, può risultare molto divertente, redditizia e sportiva.
PREPARARSI ALLA PESCA
In primo luogo, dato che si tratta di pesci mediamente di taglia medio piccola, si devono usare attrezzature mediamente leggere.
Quindi, per i più sportivi vanno bene delle canne stand up da 6/8 libbre. Per i meno pratici le classiche 12/20 saranno uno standard. E così anche per mulinelli e filo in bobina. Le 12 libbre saranno più che sufficienti.
Altra cosa, come per i fratelli maggiori – tonni rossi di branco e Alalunghe – sarà bene e particolarmente vantaggioso mettere in acqua numerose lenze. Minimo 2, massimo quante se ne possono disporre. Anche questo elemento renderà tanto redditizia quanto sportiva la sfida. Spesso, infatti, Tombarelli e alletterati, dato che sono in banchi numerosissimi, attaccano simultaneamente più lenze e la giornata sarà tecnica e divertente.
Diciamo che la traina ai piccoli tunnidi deve essere svolta spesso ricordando che il limite consentito è di 5 kg per uscita fatto salvo un pesce di dimensioni superiori. Dunque, se volete continuare a pescare e c’è tanto pesce, rilasciate gli esemplari più piccoli. Se rilasciati subito senza essere tenuti fuori dall’acqua, non avranno nessun problema di sopravvivenza.
Filate le lenze in mare con l’accortezza di filare più lontane quelle laterali con esche di superficie – come piccoli kona e piccole piume -, magari con dei teaser tipo aereoplanino per fare un po’ di bolle e simulare una mangianza.
LE ESCHE PIÙ ADATTE E L’APPROCCIO ALLA MANGIANZA
Le esche più centrali andranno calate per ultime e saranno quindi le prime ad essere tirate su in caso di allamata. Ricordiamo, infatti, che le cose in pesca si fanno al contrario di come le si sono fatte all’inizio! Si useranno esche leggermente affondanti minnow di varia foggia e colore.
Le esche non dovranno mai essere troppo grandi. Gli alletterati non hanno grandi bocche e sono più attratti da esche che simulano sardine e/o alici. Una volta filate le esche, si va alla ricerca di segnali che indichino la presenza dei tunnidi. Gabbiani che volano frenetici, berte posate in acqua in circolo, bollate superficiali sono tutti segnali che indicano la presenza di mangianze, ovvero di tunnidi che sono a caccia di piccoli pesci esca. Può iniziare il divertimento!
Bisogna cercare di far passare le nostre esche, con manovre adatte, all’interno delle mangianze, senza romperle, ovvero evitando di far scappare predatori e prede. Per far questo, di solito bisogna puntare il luogo dove si vede la mangianza e 50 metri prima fare una virata, prima da una parte e poi dalla parte opposta. In questo modo riusciremo a far passare le esche all’interno della zona calda senza disturbare ciò che avviene in acqua.
IL MOMENTO DELLA PESCA E… ATTENZIONE AL PESO!
Quando, e se, parte una canna, che dovrà essere regolata con frizione piuttosto blanda, si dovrà valutare se è il caso di recuperare le altre prima di recuperare il pesce allamato. Un buon trucco è quello di non recuperare immediatamente il pesce allamato. Facilmente altri tonnetti attaccheranno le altre esche in acqua.
Fate attenzione a non pescare i piccoli tonni rossi, facilmente riconoscibili perché privi di striature verticali sulla schiena e di macchie nere sulla pancia. Si ricorda che i tonni rossi inferiori ai 30 kg non si possono catturare; anche i tonnetti non possono essere prelevati se inferiori ai 30 kg. Spesso, cercando i tombarelli ci si imbatte in palamite o lampughe, entrambe regalano combattimenti particolarmente divertenti.
La velocità giusta per pescare i tonnetti indicativamente è tra i 4 ed i 6 nodi. A volte, è valido anche il trucco di variare spesso velocità e direzione. Inoltre, la pesca ai tonnetti è per tutta la famiglia!
IDENTIKIT: ALLETTERATO
Euthynnus alletteratus. Conosciuto comunemente come Tonnetto alletterato, è un pesce d’acqua salata appartenente alla famiglia scombride.
Distribuzione e habitat
Questa specie è diffusa nel Mar Mediterraneo, dove è comune anche nelle acque costiere italiane, ad eccezione dell’Adriatico, e nell’Oceano Atlantico Orientale, dal golfo di Guascogna all’Africa tropicale, e in quello Occidentale, dal Maine al Brasile. È una specie pelagica che frequenta acque aperte e costiere.
Descrizione
Simile al tombarello, da cui si distingue per le pinne dorsali contigue, per l’occhio proporzionalmente più piccolo ed il corpo meno slanciato, può essere confuso anche con il giovane tonno rosso. Quest’ultimo, però, non presenta i caratteristici disegni sul dorso. Oppure anche con il tonnetto striato, da cui si distingue per la diversa colorazione.
La livrea è azzurro scuro sul dorso e bianco madreperlaceo sul ventre. Nel terzo posteriore del corpo, in posizione dorsale ha disegni scuri molto simili a quelli del tombarello; inoltre, ci sono 4-8 grossi punti neri sotto la pinna pettorale.
Raggiunge 1 metro di lunghezza e un peso massimo di 15 kg.
IL TONNETTO IN CUCINA
Il tonnetto ha una buona carne, anche se da molti è considerata troppo saporita. Per questo il suo valore commerciale nei mercati non è altissimo. Tuttavia, si presta molto bene per preparare un veloce e succulento sugo per gli spaghetti.
Si tagliano grossolanamente una decina di pomodori di San Marzano, si aggiunge olio sale ed un pizzico di pepe. Si scottano velocemente in padella e quando sono morbidi ci si aggiunge una dadolata di tonnetto sfilettato e tagliato a tocchetti. Si aggiunge vino bianco, si fa evaporare e si cuoce per 15 minuti a fuoco moderato.
Il tonnetto, come tutti i tunnidi non va cotto molto, altrimenti diventa duro e stoppaccioso. Nel frattempo, si mette a bollire una pila con l’acqua salata e si calano gli spaghetti, possibilmente fini. Si scolano al dente e si mettono nel sugo ancora caldo. Spolverare con prezzemolo e servire caldissimi. Buon appetito!