Light jigging costiero
Inizia ad avvicinarsi la stagione che preferisco. Le giornate sono meno afose, le calure estive lasciano il posto alle fresche mattine autunnali e i bagnanti abbandonano spiagge fino a poche settimane fa affollatissime. I pesci si avvicinano alla costa e arrivano i piccoli predatori, come sugarelli, sgombri, lampughe, tombarelli e alletterati. La voglia di uscire in mare è forte. Riesco a ritagliarmi del tempo dagli impegni lavorativi per poter praticare una delle tecniche che preferisco: il light jigging.
LA NOSTRA ATTREZZATURA
Due canne leggere e corte, facili da portare sui sedili della macchina, una Plano con un bel mix dei classici ferri da light jigging, colori sgargianti, grammature leggere – fino a 50 gr al massimo – versioni short e long da alternare alla ricerca dei nostri amici pinnuti.
Il bello di questo tipo di tecniche è che si possono praticare anche avendo a disposizione poche ore, senza dover reperire esche o caricare molta attrezzatura. Insomma, si adattano bene alla vita frenetica che ci accompagna di questi tempi.
La barca in 5 minuti è pronta, benzina e si esce dal porto. Poche miglia e raggiungiamo una secca vicino alla costa. Con l’aiuto del nostro immancabile motore elettrico, cerchiamo le marcature sopra i punti che abbiamo segnato già sul nostro gps cartografico e subito troviamo una bella situazione sopra alcuni sassi: dalle marcature sembrano pesci veloci.
LA BATTUTA DI PESCA
Alla prima calata, con nostra gran sorpresa, peschiamo delle divertenti riccioline, ovviamente subito rilasciate. Sono pesci divertentissimi da catturare con attrezzatura light: la botta in canna e le repentine fughe ne fanno una delle prede preferite dei pescatori a light jigging.
Dopo qualche ricciolina, il branco sembra diradarsi. Ci spostiamo e facciamo qualche calata sopra un branco di sugarelli che attaccano volentieri i nostri piccoli jig da 20 gr. Nel mezzo riusciamo ad ingannare anche un paio di tombarelli e un piccolo alletterato. I colori chiari, come il verde e l’arancio, sembrano andare alla grande con l’acqua leggermente velata dopo il temporale del giorno prima. Non disdegnano nemmeno il bianco con striature iridescenti, sempre presente nella mia box!
Il tempo passa in fretta e, come ultima sorpresa prima del rientro, allamo una preda non proprio tipica di queste tecniche: una bella oratina che viene ingannata del mio piccolo jig. Dopo questa particolare cattura, mettiamo prua al faro e torniamo in porto, divertiti e rilassati come solo il mare riesce a renderci.
LA TECNICA
Il light jigging differisce dal vertical jigging per l’utilizzo di artificiali con grammature ridotte, a volte di pochi grammi, e l’utilizzo di canne leggere e tracciati sottili.
Si lascia affondare l’artificiale, che già dai primi metri lavora con movimenti repentini e cambi di direzione, creando scintillii di luce e vibrazioni in acqua. Arrivato sul fondo, iniziamo ad animarlo con recuperi veloci alternati a stop improvvisi, aiutandoci con la canna.
L’attacco spesso avviene proprio in questa fase, che verrà seguita da una energica ferrata per far sì che i nostri ami montati nell’assist non possano lasciare scampo al pesce. Con questa tecnica abbiamo la possibilità di insidiare una miriade di specie ed ogni ferrata può riservarci qualche sorpresa.