L’impegno di Plastic Free Odv Onlus per i nostri mari: l’intervista
“Ogni anno oltre 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono in natura”. Con questo dato preoccupante inizia Luca De Gaetano, Presidente Plastic Free Odv Onlus.
L’associazione è nata nel 2019 come realtà digitale, ma in meno di 4 anni si è affermata come la più importante nel suo settore sul territorio nazionale. L’obiettivo era – ed è ancora – informare e sensibilizzare più persone possibili sull’inquinamento derivato dalla plastica e sulla sua pericolosità; oggi, però, Plastic Free Odv Onlus è impegnata anche sul campo, tramite tanti e diversi progetti: gli appuntamenti di pulizia dell’ambiente, il salvataggio delle tartarughe marine e la sensibilizzazione nelle scuole.
Di tutto questo ci ha parlato il suo Presidente, che ha dato anche qualche consiglio a chi dovesse incontrare tartarughe in difficoltà o volesse capire come essere un po’ più “plastic-free” anche in barca.
Il problema della plastica è forse tra tutti il più evidente e tangibile. Come lo combatte Plastic Free Odv Onlus?
Tutta la plastica generata fino a oggi ancora esiste – ed esisterà – e con numeri sempre più preoccupanti, che mettono in pericolo il futuro della nostra permanenza sul pianeta. Oltre 100.000 mammiferi, 1 milione di uccelli marini e 40.000 tartarughe marine – il nostro simbolo – muoiono in seguito all’ingerimento di plastica. Un impatto che non fa differenze e che, ovviamente, ha conseguenze anche sull’uomo: ogni giorno ingeriamo e respiriamo nanoplastica, che è stata effettivamente rilevata all’interno degli organismi umani. La presenza di rifiuti plastici nei mari e negli oceani è indubbiamente uno dei problemi più pressanti del nostro tempo su scala globale, e ridurla è una delle principali sfide dei prossimi decenni. La continua produzione di plastica, soprattutto monouso, e il suo mancato riutilizzo – figlio dell’utopica visione della riciclabilità totale dei prodotti – ci ha spinti a essere concreti fin dal primo giorno.
Sfruttiamo la potenza dei social per le nostre campagne di sensibilizzazione, con quasi 5.000 appuntamenti di pulizia ambientale realizzati in pochi anni, che ci hanno permesso di rimuovere dall’ambiente quasi 3,3 milioni di chilogrammi di plastica e rifiuti abbandonati.
Andiamo nelle scuole per parlare con gli studenti, che rappresentano il nostro futuro: finora abbiamo superato i 2.000 appuntamenti, sensibilizzando quasi 200.000 ragazzi. Stringiamo accordi di cooperazione con le istituzioni per facilitare le attività sul territorio, valorizzando gli sforzi delle amministrazioni locali e premiando i Comuni Plastic Free: 69 nel 2023. Ci rimbocchiamo le maniche e ci sporchiamo le mani sul campo, bonificando spiagge, argini, boschi, parchi.
Oggi siamo il punto di riferimento in Italia per la lotta all’inquinamento da plastica e, grazie al supporto di 1.000 referenti e un “esercito” di centinaia di migliaia di volontari, siamo certi di fare sempre di più e sempre meglio a beneficio del pianeta.
Plastic Free Odv Onlus è attivamente impegnata anche nel salvataggio delle tartarughe marine.
Sì, la tartaruga marina è il nostro simbolo e siamo molto attivi nella sua salvaguardia. Supportando il Centro di Recupero Tartarughe di Calimera, in Salento, finora abbiamo salvato da morte certa circa 180 esemplari, e 1.157 sono quelle che abbiamo accompagnato alla nascita. Anche quest’anno abbiamo celebrato la Giornata Mondiale della Tartaruga, lo scorso 21 maggio, liberando in mare quattro esemplari di Caretta caretta al largo di Castro Marina, in provincia di Lecce. Troppo spesso, infatti, le tartarughe marine rimangono soffocate e rischiano di morire ingerendo plastica che scambiano per cibo. Ciò capita, ad esempio, con i palloncini che, anche se sono biodegradabili, se vengono rilasciati deliberatamente in volo, finiscono per cadere in mare entrando nella catena alimentare marina. Sempre più Comuni italiani, fortunatamente, stanno accogliendo la nostra proposta di delibera per vietare il rilascio volontario dei palloncini.
Cosa consigliereste a chi dovesse incontrare una tartaruga in difficoltà?
A chi si imbatte in una tartaruga marina in galleggiamento suggeriamo di non inseguire l’animale e di non tagliargli la strada con l’imbarcazione, registrando possibilmente le coordinate del luogo di avvistamento. Se presenta difficoltà nell’immersione, invitiamo a recuperarla, facendo attenzione a non farsi mordere, issandola a bordo per trasportarla presso l’Ufficio Marittimo più vicino. Durante la navigazione, è necessario posizionare l’esemplare sul fondo della barca, assolutamente non in una bacinella con l’acqua, cercando di limitarne i movimenti, coprendolo con uno straccio umido e lasciandogli libere le narici. È importante, inoltre, evitare di tagliare eventuali lenze che fuoriescono dalla bocca o dall’ano o che si trovino attorcigliate sulle pinne.
In caso di cattura accidentale, se la tartaruga è in buono stato va posizionata all’ombra e coperta con un panno umido, contattando subito la Capitaneria di Porto al numero gratuito 1530. Se, invece, la tartaruga risulta debilitata o non attiva, consigliamo di contattare immediatamente il personale specializzato, lasciandola possibilmente sempre all’ombra e con la parte posteriore del corpo sollevata di 10-20 cm, coprendola con un panno umido: in questo modo si favorisce l’eventuale fuoriuscita di acqua dai polmoni. Nel caso in cui, invece, la cattura avvenga con ami, bisogna evitare di dare strattoni o di tirare con forza la lenza; se la tartaruga non può essere issata a bordo, si deve cercare di tagliare la lenza il più vicino possibile al becco, prestando attenzione che l’animale sia in grado, poi, di immergersi nuovamente e avvertendo comunque subito la Capitaneria di Porto.
In caso di rinvenimento di un esemplare vivo sulla spiaggia, invece, suggeriamo di recuperarlo, se l’operazione risulta semplice, altrimenti è necessario contattare il personale specializzato, ombreggiando l’animale e tenendone umide il più possibile le parti molli – pinne e testa – con l’acqua di mare.
Quindi è possibile che avvengano anche catture accidentali.
Tutte le specie di tartarughe marine sono oggi a rischio estinzione, per questo misure nazionali e accordi internazionali ne vietano la cattura intenzionale, il commercio e il consumo. Tuttavia, pescare accidentalmente una tartaruga marina non è assolutamente reato. Rigettarla in mare senza assicurarsi del suo stato di salute e senza aver avvertito le autorità competenti, invece, è condannabile. Perciò è bene fare tutto il possibile per salvarle.
Vi occupate di mare e di oceani. Come mai avete un progetto dedicato, invece, ai fiumi?
Uno studio tedesco ha evidenziato che i fiumi sono responsabili del trasporto verso il mare di una grande quantità di plastica. I ricercatori sono convinti, infatti, che basterebbe migliorare la gestione dei corsi d’acqua per ridurre drasticamente – addirittura fino al 50% – l’inquinamento. Ovviamente alcuni fiumi sono maggiormente responsabili di altri: ciò è dovuto alla loro localizzazione geografica, alla portata, alla lunghezza, al territorio che attraversano e al numero di persone che vivono attorno alle loro sponde. Con questi presupposti, grazie all’appoggio di Regione Veneto e alla partnership tecnica con Blue Eco Line, abbiamo avviato il progetto “River Eye”: abbiamo installato telecamere ad alta risoluzione su 4 fiumi veneti per monitorare i rifiuti flottanti e valutare le migliori strategie di intervento.
In questi primi mesi, diverse amministrazioni locali ci hanno contattato per ripetere l’iniziativa, che rappresenta anche uno dei punti presentati a Montecitorio nella mozione “Plastic Free”. Al Parlamento abbiamo chiesto che vengano stanziate le risorse necessarie affinché enti e associazioni possano effettuare azioni concrete di salvaguardia dei fiumi, come il monitoraggio, l’installazione delle barriere, la pulizia degli argini e la gestione dei rifiuti rimossi. Il mare è di tutti e la sua tutela passa dal controllo e dal governo dei corsi d’acqua che portano gran parte dei rifiuti: diviene, dunque, fondamentale costituire un osservatorio sui fiumi italiani che ne curi la salvaguardia, definendo gli standard di monitoraggio e di intervento nonché promuovendo la collaborazione tra enti pubblici con contratti di fiume e sistemi di compensazione.
Plastic Free Odv Onlus è attiva, ovviamente, anche sulle spiagge con varie iniziative, tra cui il “105 Save The Sea”. Di che cosa si tratta?
Ogni estate le nostre attività di pulizia ambientale si concentrano maggiormente sulle spiagge italiane, dove sensibilizziamo i bagnanti, sia cittadini sia turisti. Quest’anno abbiamo celebrato il Plastic Free July, che nel mondo si organizza dal lontano 2011, dando il nostro contributo concreto a “105 Save The Sea”. L’iniziativa con Radio 105 e il Regionale di Trenitalia ci ha visti protagonisti in oltre 50 località balneari italiane per rimuovere 10 tonnellate di plastica e rifiuti abbandonati sulle spiagge in vista della stagione estiva. Ancora una volta è risultato vincente il connubio tra cittadini, aziende e media per ottenere risultati concreti sulla problematica dell’inquinamento da plastica che mette a rischio il nostro futuro sul pianeta.
5 REGOLE D’ORO PER UNA BARCA “PLASTIC-FREE”1. Limitare quanto più possibile l’utilizzo di plastica sull’imbarcazione. 2. Prestare attenzione alle tartarughe, ma anche agli altri animali marini che si incontrano sulla propria rotta. 3. Non disperdere alcun tipo di rifiuto in mare e, una volta sulla terraferma, differenziare in maniera accurata. 4. Scegliere prodotti per l’igiene personale e la cosmesi con soli ingredienti naturali, affinché non si disperdano in mare nanoplastiche o sostanze chimiche dannose per l’ecosistema marino. 5. Bandire il più possibile a bordo la plastica usa e getta. |