Matteo Costa Yacht Design: l’innovazione del legno – l’intervista
Un grande senso pratico unito ad una decisa apertura nei confronti delle innovazioni. Classe 1982, Matteo Costa, velista e designer, progetta imbarcazioni one-off per armatori privati e piccole serie per cantieri nautici. Nel tempo ha realizzato barche a motore, barche a vela e catamarani, con forme e materiali molteplici. Non resiste al fascino semplice e antico del legno, che esplora però con una peculiare attenzione alle più moderne tecniche costruttive.
Qual è il suo background?
Ho studiato Interior Design al Politecnico di Milano. Prima ancora di terminare gli studi, ho iniziato a collaborare con lo studio di progettazione nautica di Paolo Lodigiani, a Milano. Ho collaborato con lui per una decina d’anni, facevamo piccole barche in legno, ma insieme abbiamo realizzato progetti anche più particolari, per esempio abbiamo avviato in Senegal un’attività di produzione di barche e una scuola di vela. Poi abbiamo costruito il Titicat, un catamarano a vela per il Lago Titicaca, in Bolivia. Diciamo che siamo andati fuori dagli schemi del mercato nautico.
Quando ha deciso di aprire il suo studio?
Mi sono messo in proprio cinque anni fa. Adesso ho un piccolo studio a Milano, con due collaboratori.
Seguiamo prevalentemente progetti one-off – sono barche a vela e a motore, in media tra i 10 e i 15 metri – ma lavoriamo anche con qualche cantiere. Seguo tutti gli aspetti progettuali, dai primi sketch ai calcoli strutturali o di fluidodinamica, fino alla costruzione in cantiere: le barche one-off hanno bisogno di un’assistenza costante.
Lei è anche un insegnante, però.
Sì, da 4-5 anni sono docente al Master in Yacht Design presso il Politecnico di Milano. Faccio lezioni sulle tecniche di costruzione. Al Polo Universitario di La Spezia, invece, da sette anni assisto il Prof. Andrea Ratti nel laboratorio di progettazione nautica nell’ambito del corso di Design Navale e Nautico.
Nel suo portfolio c’è una grande varietà di barche, a vela e a motore, in legno, alluminio, compositi di carbonio. C’è un materiale che preferisce o che ritiene migliore degli altri?
Sono un amante del legno, forse anche perché è il materiale con cui ho maggiore esperienza. Ho costruito fisicamente tante barche in legno. Parliamo comunque di tecniche di costruzione moderne, quindi oltre il legno c’è anche il composito: mi piace mescolare, creare degli ibridi a livello costruttivo. Cerchiamo di cogliere gli aspetti positivi di ciascuna tecnica e di sfruttarli al massimo. Ma l’amore primo per il materiale costruttivo va nella direzione del legno. Ultimamente sto collaborando con un cantiere che produce barche in alluminio. È un materiale che sto scoprendo dal punto di vista sia tecnico sia pratico e che trovo molto valido, anche per la mia attività: per piccole serie come quelle che faccio io, la vetroresina non è così conveniente. L’alluminio è inoltre un materiale ecologico, quindi lo stiamo utilizzando spesso per le imbarcazioni elettriche. Anche questo è un settore che stiamo esplorando: per esempio, per Mondino Nautica abbiamo progettato un ibrido, Opera Prima Mare. Ma la mia passione rimane sempre la lavorazione del legno. Se dovessi costruire un’imbarcazione per me sarebbe proprio in legno!
Ma a vela o a motore?
Questo sarebbe un problema: se fosse per me sarebbe a vela, perché amo andare a vela, ma se fosse per la mia famiglia sarebbe a motore. Mi rendo conto che queste imbarcazioni sono molto pratiche e piacevoli per le gite al mare o al lago.
C’è un progetto di cui è particolarmente orgoglioso?
È una domanda difficile! Ho realizzato progetti molto diversi fra loro. Negli anni scorsi ho seguito lo sviluppo di una house boat per un cliente tedesco, il quale – contento del lavoro svolto – mi ha consigliato ad un suo amico, che faceva sempre house boat. Questo tipo di imbarcazioni consente di concentrarsi molto sul design degli interni, perché sostanzialmente sono appartamenti. Anche Opera Prima Mare è stato un progetto importante, perché mi ha introdotto nel mondo dell’alluminio. È anche la prima imbarcazione che ho progettato con motorizzazione ibrida e che perciò mi ha fatto studiare molto. Abbiamo adottato una tecnica costruttiva innovativa, in cui buona parte dei rinforzi interni longitudinali dello scafo è incollata con colle particolari che reggono più delle saldature: è un sistema che riduce molto le distorsioni delle lamiere e le finiture successive.
Al momento stiamo lavorando ad un progetto molto interessante: è una barca a vela di 42 piedi, che ha porzioni in legno e porzioni in vetroresina. È pensata per lunghe navigazioni: gli armatori sono una coppia che da dodici anni naviga in giro per il mondo. Dal punto di vista progettuale mi sta dando molte soddisfazioni perché è molto semplice, nel senso che ha tutto l’essenziale per la navigazione, ha doti di marinità, e poi ha dimensioni “umane”. Appena sarà costruita, gli armatori riprenderanno a navigare per i prossimi vent’anni.
Oltre a questa barca a vela, a quali altri progetti sta lavorando?
Sto seguendo la costruzione di una lobster boat di 10 metri in legno e di un walkaround di 22 piedi con motorizzazione fuoribordo. Poi stiamo continuando a realizzare Opera Prima Mare e sviluppando l’house-boat per il cliente tedesco. Prosegue la collaborazione con Parema, tra i leader nel settore dell’accessoristica nautica. Ultimamente stiamo sviluppando alcune innovazioni sui parabrezza, come l’inserimento delle luci LED: è un piacere vedere che l’azienda sta puntando proprio sul settore in cui collaboro. È una bella soddisfazione!
MATTEO COSTA YACHT DESIGN
www.costadesign.it
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