Adrenalina pura: il test dei Mercury 450R con il Nuova Jolly Prince 38 CC
Un noto spot televisivo recitava: “La potenza è nulla senza controllo”. È la frase a cui ho pensato non appena ho visto il nuovo Mercury 450R al Salone Nautico Internazionale di Genova. Un motore che spalanca la porta a nuovi orizzonti di potenza, con 50 cavalli aggiuntivi rispetto ai Mercury Verado 400 e con un peso di appena il 10% in più.
La base di questi motori è la stessa dei 300R: una testata V8 FourStroke da 4,6 litri. Il merito è del lavoro degli ingegneri Mercury, che sono riusciti ad introdurre un compressore volumetrico a doppia vite e a cinghia da 2,4 litri, mantenendo praticamente le stesse dimensioni dei modelli precedenti. Questo motore inaugura così una nuova era nel settore dei fuoribordo. Gestire questa potenza, la più alta sul mercato italiano in questo momento, è compito del Nuova Jolly Prince 38 CC, lo stesso modello scelto da Sergio Davì per effettuare il suo raid da Palermo a New York. Analizziamolo insieme.
Sono al Salone Nautico di Genova. Il gommone arriva dal rifornimento mattutino ormeggiando all’inglese. Ne approfitto per salire subito a bordo ed iniziare l’esplorazione.
La prua ha il musone composto da due gradini e rivestito in teak come tutto il piano di calpestio. Al suo interno è presente il vano d’ispezione dell’ancora, che consente di controllarla senza doversi sporgere, dal momento che è incastonata all’esterno e non visibile dalla plancia di comando.
La cuscineria gavonata segue il profilo dei tubolari, formando una U rovesciata. Aggiungendo un ripiano in legno è possibile ampliare l’area e ottenere il classico triangolo. Alzando ulteriormente il ripiano si crea un tavolo, che permette di ricavare una dinette a tutti gli effetti, insieme alla seduta con schienale inclinato posta sulla scocca anteriore della consolle. Quest’ultima si solleva rivelando una piccola ed essenziale cabina, con due letti singoli divisi da un ripiano che nasconde il wc. Lo spazio è piuttosto ridotto, dal momento che si tratta della versione open; per chi cerca maggior comfort in cabina il cantiere realizza anche il modello 38 Sport Cabin.
Ritorno all’esterno e tramite il largo passavanti arrivo alla consolle.
Dalle due sedute sportive mi trovo ad osservare la plancia, un giusto mix tra tradizione e modernità: davanti a me, sulla sinistra, c’è un display multifunzione affiancato da una serie di strumenti analogici. È la combinazione che più preferisco, poiché in caso di malfunzionamento elettrico è comunque possibile proseguire la navigazione tenendo sotto controllo le condizioni dei motori.
Il timone è spostato sulla sinistra, con il piccolo controller dell’elica di prua posto al di sopra. Le manette sono poco distanti, sulla destra, per assicurare una miglior reattività, mentre in basso si trova una lunga serie di pulsanti on/off che richiederà un po’ di tempo affinché il futuro armatore sappia utilizzarli rapidamente.
Le sedute hanno il fondo reclinabile e possono essere utilizzate come poggiareni o classici sedili.
Alle spalle, invece, la seduta ribaltabile consente l’accesso alla cucina esterna, dotata di lavello e fornello, mentre in basso c’è il frigo.
Grazie alla larghezza interna di 2,30 metri, a poppa è presente un’ulteriore dinette a forma di quadrilatero, con tavolo centrale ricavato dal pozzetto con un pistone centrale. In questo modo si creano due aree da sfruttare per la convivialità oppure per il relax dell’armatore e dei suoi ospiti. Gli ampi spazi assicurano grande privacy a bordo, ideale in ottica di charter.
Infine una larga plancetta di passaggio permette di passare da un lato all’altro, nonostante il bracket che collega i due gioielli di casa Mercury, con livrea bianca e rossa, che mi accingo a testare.
La messa in moto è regolabile su due livelli. Il primo ha uno scarico standard, molto silenzioso. Il secondo, invece, si attiva in modalità “sport” con scarico aperto, ed ha un rombo da mezzo da competizione.
Usciamo dal porto con il mare in scaduta dopo la tempesta dei giorni precedenti. Non mancano raffiche di tramontana e qualche onda lunga.
Tramite bluetooth connetto lo smartphone al display sulla consolle, grazie all’applicazione Mercury VesselView Mobile che fornisce costantemente informazioni sullo stato dei fuoribordo 450R. A bordo siamo in due persone, con il 20% di carburante e zero acqua.
Sincronizziamo le manette per ottenere più facilità di utilizzo e diamo potenza solo con una, mentre controlliamo entrambi i motori. Al minimo si avanza a 600 giri, 3,5 nodi e 6,3 litri/ora. Ad appena 2000 giri, il gommone inizia la fase di planata a 13 nodi, consumando 38,7 litri/ora. Scelgo di portarmi alla velocità di crociera di 34 nodi e 95,4 litri/ora per verificare la tenuta del gommone, che si comporta in maniera eccellente sulle onde, regolando l’impatto e procedendo senza difficoltà.
I più attenti al risparmio storceranno il naso sul consumo di circa 100 litri/ora alla velocità di crociera, ma considerata la velocità ciò si traduce in 2,8 litri/miglio, più che accettabili per il motore più potente del panorama italiano. Anche le virate più strette vengono gestite con eleganza, scivolando sull’acqua e limitando al minimo gli impatti, segno dell’eccellente lavoro svolto nella fase costruttiva dello scafo.
I motori non perdono mai i giri, grazie al controllo di velocità adattivo; mentre un aiuto notevole per la navigazione è il sistema Active Trim, che regola costantemente il trim per portarlo ad un assetto migliore. Mentre procedo a 45 nodi a 5000 giri, comprendo il motivo per cui Sergio Davì ha scelto proprio questo battello per la sua Ice Rib Challenge: ho tentato più volte di mettere in difficoltà lo scafo per cercare defaillance, ma non ne ho trovate. Accertatomi della stabilità, non mi resta che affondare la manetta. Lascio la parola ai dati: 6400 giri, 65 nodi e 346 litri/ora.
Il ritmo è da brivido, perché a qualsiasi andatura si proceda i motori sono sempre pronti a dare di più. Il cambio avviene in un lasso di tempo brevissimo e continuo a stupirmi. Questa velocità di punta implica l’utilizzo del piede del motore in conformazione standard HD da 5.44”, mentre per scafi che superano i 75 nodi è previsto il piede con assetto Sport Master. Per gli amanti dell’adrenalina effettuo il test di accelerazione da fermo.
Ammetto di averlo ripetuto una seconda volta poiché non credevo ai dati.
Da zero a 20 nodi in 3,44 secondi, 30 nodi in 5,23 secondi e 40 nodi in 8,14 secondi. Sono dati acquisiti tramite lo strumento, per cui – considerato il lag di tempo che impiega il gps a calcolare la velocità – i risultati sono ancora inferiori rispetto a quelli rilevati.
Continuo a ripeterlo: è incredibile quanto hanno realizzato in casa Mercury. I fuoribordo riescono a spostare il peso del gommone di oltre 3400 kg (3200 kg di base + allestimento e due persone a bordo) come se fosse una piuma.
Purtroppo è ora di rientrare in porto. L’intero piano di calpestio in teak, nonostante il mare mosso, è perfettamente asciutto, poiché non è salita una goccia d’acqua a bordo. Non posso non consigliare l’abbinamento gommone più motore a chiunque necessiti di navigare anche in condizioni più rischiose.
Il Nuova Jolly Prince 38 CC, grazie agli ampi spazi prendisole, permette uscite giornaliere anche con molte persone a bordo ed è quindi perfetto per il charter; per crociere opterei per la versione Cabin, dato che qui lo spazio interno è ridotto al minimo. I motori Mercury 450R sono incredibili, ma ho potuto apprezzarli appieno perché a poppa di un battello che riesce a tenere testa a questa potenza. Per questo motivo invito tutti a prestare sempre attenzione alla navigazione e ad anteporre la sicurezza alle prestazioni.
Scheda tecnica
Lunghezza f.t. 11,30 m
Lunghezza interna 10 m
Larghezza f.t. 3,80 m
Larghezza interna 2,30 m
Portata persone 18
Peso a vuoto 3.200 Kg
Compartimenti 6
Motorizzazione massima 2×450 cv
Capacità serbatoio carburante 700 l
Capacità serbatoio acqua 150 l
Categoria omologazione CE B
NUOVA JOLLY MARINE
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