Monterosso, il mare dove si lascia il cuore
C’è un luogo, in Liguria, appena si esce a poche miglia dal Golfo dei Poeti, che si presenta in tutta la sua meraviglia sopra e sotto il mare. E’ l’ultima delle 5 Terre, per chi, come me, abita alla Spezia, la prima, per chi la visita venendo da Genova. Sto parlando di Monterosso.
Terra di ispirazione di Eugenio Montale, per il quale era luogo dove “osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare“, è per me, luogo dell’anima, dove ritrovarmi in ogni momento.
Eh si, Monterosso è davvero qualcosa di straordinario, racchiude in sé la magia tipica di questo litorale, ma Monterosso riesce a trasmettere qualcosa di più, ho sempre avuto la sensazione, che tra quelle rocce e quel mare fosse impossibile non essere felici.
La sua posizione, a ridosso delle colline ricche di vigne e di ulivi, lo racchiude come in un abbraccio che ne delimita le sue acque, da Vernazza sino al caratteristico promontorio di Punta Mesco. Ed è proprio qui che ci andremo ad immergere, perché tutta la meraviglia di questa terra ci avvolge anche nel suo mondo sommerso, che merita assolutamente di essere conosciuto.
Ci troviamo nell’area Marina Protetta delle 5 Terre (zona A), una delle zone con più limitazioni e sottoposte a controlli. Qui le immersioni possono essere effettuate solo dietro permesso dell’Ente Parco o rivolgendosi a diving autorizzati. Quest’area di mare vanta una ricchezza e varietà straordinarie di specie animali e vegetali, dovute alle differenti caratteristiche dei fondali, alle correnti marine, alla variabile salinità delle acque e alle variazioni dell’intensità della luce.
L’immersione
La nostra immersione ha inizio proprio a ridosso dell’imponente Punta Mesco, in un territorio suggestivo e mistico, in cui sembra di trovarsi fuori dal tempo, dove i protagonisti sono il mare e la roccia, dove quasi si sente un certo timore reverenziale.
Appena si inizia a scendere non possiamo che rimanere colpiti dai colori e giochi d’ombra e luce che si creano: già a pochi metri di profondità condividono lo spazio vitale numerosissime specie e gorgonie simili ai coralli, come la policroma gorgonia e la bianca gorgonia verrucosa, una specie rara nel Mediterraneo, ma piuttosto comune in queste acque.
Le pareti rocciose che proseguono in profondità sono colonizzate da specie che possono prosperare anche in condizioni di scarsa illuminazione, fino a giungere al coralligeno.
Nei primi metri di immersione il fondale si presenta pianeggiante e caratterizzato da una franata di grossi scogli e Posidonia, habitat ideale per corvine, cernie, saraghi e mostelle. Oltre i 20 metri il profilo della costa cambia notevolmente mettendo in risalto grosse torri di roccia ricoperte da margherite di mare. Nella parte più fonda, sino a 30 metri di profondità, si incontra la meravigliosa gorgonia rossa.
Il rientro alla boa di ormeggio avviene a poca profondità al di sopra della franata costeggiando la parete del promontorio di Punta Mesco. Qui, alzando la testa, in linea alla parete estrema del promontorio, si può scorgere dalla profondità lo spiccare della punta che sovrasta le acque. Una vista davvero suggestiva.
Preparatevi, se vorrete scoprire questa terra e questo mare, sarete prigionieri della sua seduzione per sempre.
“Il viaggio finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno,
il tuo cuore vicino,
che non m’ode,
salpa già, forse,
per l’eterno”
(Eugenio Montale)
INFORMAZIONI TECNICHE PER IL SUBACQUEO
Coordinate: Lat. 44° 7′, 59″ N
Long. 9° 38′, 13″ E
Profondità minima: 6 metri
Profondità massima: 35 metri
Tipologia: parete
Difficoltà: media
Corrente: variabile
N.B. Le immersioni, diurne e notturne, effettuate con i centri per l’immersione o senza avvalersi dei suddetti, devono essere autorizzate dall’ente gestore.