Motori fuoribordo: a parità di potenza, due sono meglio di uno?
In questo articolo vogliamo affrontare una questione abbastanza nota, ma mai risolta: a parità di potenza totale, è meglio installare uno o due motori fuoribordo? Come ogni digressione, ci sono da fare alcune premesse. Intanto, non vogliamo darvi una soluzione univoca ed esaustiva, ma diversi spunti di riflessione e approfondimento.
Inoltre non ci vogliamo occupare di installazioni di potenza oltre i due fuoribordo: è spettacolare vedere diverse barche americane con 3, 4, 5, 6 motori a poppa, ma qui non parliamo di eccessi fini a sé stessi, bensì di utilizzo vero e di scelte razionali.
Certamente molti di voi avranno già la loro risposta, meglio ancora: potrete dirci la vostra inviando un’e-mail alla redazione. Chi, invece, non ha ancora le idee chiare, e si trova a passare da un motore senza patente a uno più potente, oppure vorrebbe acquistare un’imbarcazione tra i 6 e i 10 metri, potrà trovare qui alcuni spunti interessanti.
ASPETTI “STRUTTURALI”
Per scegliere fra uno o due motori, prima di tutto dobbiamo considerare com’è stata progettata la nostra barca.
LA POPPA
È adatta al montaggio di due fuoribordo?
In primo luogo, ci sono le specifiche di omologazione, che vi possono chiarire il costruttore o il vostro dealer. Poi, la forma: in genere, un deadrise elevato, con V profonda, si adatta bene alla scelta doppia, mentre uno specchio piccolo e un fondo poco angolato prediligono il motore singolo.
IL PESO
Inevitabilmente, due motori pesano più di uno, anche se questo eroga una potenza pari agli altri due sommati. Bisogna quindi valutare l’extra peso che due fuoribordo caricano sulla poppa, e capire se porta scompensi nell’assetto risolvibili o meno con trim e flap.
Se con due motori la barca è naturalmente appoppata e richiede troppe correzioni, questo va a influire sui consumi e sul comportamento dinamico, quindi non abbiamo fatto la scelta giusta.
D’altra parte, con due motori si possono correggere differenze di carico fra le murate – con ospiti a bordo, infatti, quasi mai la barca è equilibrata – senza utilizzare i flap, che spesso non ci sono, ma solo cambiando l’angolo di trim di un motore.
Infine, la maneggevolezza. Con un solo propulsore si possono fare virate più strette e nervose, quindi divertirsi come se si fosse su un go-kart, ma con due motori le manovre sono infinitamente più semplici, e si può ormeggiare con sicurezza e facilità anche quando c’è vento e abbiamo tutti gli occhi addosso.
ASPETTI TECNICI E DINAMICI
LA SICUREZZA
Forse la prima risposta alla vexata quaestio se due sia meglio di uno: la motorizzazione doppia è più sicura. Qui ci sono poche obiezioni: se si hanno due motori e uno si guasta, l’altro ci può riportare a terra in sicurezza, ma se si ferma l’unico che abbiamo sicuramente sono problemi.
Tuttavia ci sono alcune altre considerazioni a questo proposito. Intanto, chi monta un solo fuoribordo di potenza più grande potrebbe dotarsi di un piccolo propulsore di rispetto, magari elettrico, da tenere a bordo. Non permette certo la planata, ma può essere sufficiente per riportarci a riva.
GLI IMPIANTI DI BORDO
La domanda sorge perché se il serbatoio, la pompa, il filtro benzina e la batteria sono singoli, allora qualunque guasto a uno di questi componenti ferma entrambi i motori. La scelta più prudente sarebbe quindi di sdoppiare il più possibile, per minimizzare il rischio di avaria. E qui si torna al primo capitolo, cioè all’aumento di peso.
In generale, possiamo dire che per frequenti utilizzi in mare aperto o mosso, optare per il doppio motore ha un ottimo fondamento.
LE ELICHE
Diamo per scontato che, per nostra conoscenza e/o con consulenza del dealer, abbiamo montato l’elica più adatta per la combinazione motore-scafo-utilizzo. Ora bisogna guardare il verso di rotazione. Dato che un’elica singola genera un momento che sposta la barca da un lato (di solito l’elica è destrorsa e la barca tende ad andare a sinistra), i costruttori mettono delle alette nel piede per correggere il problema Tuttavia, questo aumenta l’attrito e, di conseguenza, anche i consumi.
Installare due fuoribordo può eliminare il problema alla radice, posto che abbiano verso di rotazione opposto: bisogna acquistare due motori diversi.
Lo stesso modello di propulsore, ovviamente, ma progettato per un verso di rotazione specifico; quindi, con scatola dell’invertitore e gruppo del piede non mutuabile con quello dell’altro motore. Suzuki fa eccezione perché i suoi fuoribordo più grandi possono girare in entrambi i versi, semplicemente selezionando il senso da fermo, e in pochi minuti!
LA POTENZA
Non fermiamoci a leggere la calandra! Pensare che due fuoribordo da 100 cv diano le stesse prestazioni di uno singolo da 200 cv è un grosso errore.
Ogni motore, infatti, si porta dietro il suo piede e la sua elica, che provocano una resistenza idrodinamica all’avanzamento, assorbendo una parte della potenza. C’è chi quantifica questa perdita in un 10-20%: quindi, per ottenere la stessa spinta di un singolo motore da 200 cavalli, avremmo bisogno di due motori con un totale di 220-250 cavalli.
E poi, c’è da considerare che sulle prestazioni incide anche il peso, in particolare in accelerazione.
D’altra parte, è anche vero che la spinta offerta da due eliche è superiore a quella offerta da una sola, anche se è un po’ più grande: la sua superficie, infatti, non sarà mai il doppio di quella dell’elica montata su uno dei due fuoribordo in doppia.
Per questo, la doppia motorizzazione vince sul fronte dell’entrata in planata e della velocità minima di planata, e in tutti quei casi in cui la barca è appesantita da un utilizzo gravoso, o da una carena molto stellata, come dicevamo all’inizio.
Per lo stesso motivo il doppio motore è anche preferibile per un utilizzo frequente in mare aperto e mosso, così come ci suggeriva l’aspetto sicurezza.
ASPETTO ECONOMICO
PARTIAMO DAL PREZZO DI ACQUISTO
Il costo di un singolo motore fuoribordo d’alta potenza non raggiungerà mai quello congiunto di due motori medi. Se a questo aggiungiamo lo sdoppiamento di diversi impianti, anche per ragioni di sicurezza come dicevamo prima, i costi iniziali sono senz’altro a vantaggio del monomotore.
AGGIUNGIAMO IL CONSUMO E LA MANUTENZIONE
Anche in questo caso la spesa non sarà equivalente: per i discorsi già affrontati, riguardo l’attrito e i pesi, due motori bruciano complessivamente più carburante di uno solo con potenza pari al doppio.
E poi, i costi di manutenzione: certamente, il tagliando a un grosso fuoribordo V6 – o addirittura V8 – è più oneroso di quello a un fuoribordo di frazionamento inferiore, ma non c’è proporzione. Due motori significa spendere quasi il doppio, fra parti da sostituire e da controllare, due serie di zinchi, due eliche, due alberi, due cambi, due filtri, e così via.
QUINDI, QUAL È LA RISPOSTA?
In definitiva… non c’è una risposta definitiva. Come avrete capito, infatti, dipende da tanti diversi fattori.
Diventa, quindi, fondamentale chiederci: a cosa mi serve la barca? Quanto spesso la uso e per navigare dove? Con che tipo di carico? In quali condizioni?
Quando avremo chiare le risposte a queste domande, potremo valutare i pro e i contro delle due scelte per il nostro caso specifico, e allora avremo la risposta. Non dimentichiamoci che abbiamo anche un’altra grande risorsa in più: gli amici, che possono offrirci la loro opinione, in base alla loro esperienza.