Non solo tonni
Il drifting ha chiuso le porte ancor prima di aprirle: quest’anno la quota destinata ai pescatori sportivi si è esaurita coinvolgendo un solo lato dei mari che bagnano l’Italia e lasciando numerosi appassionati con l’acquolina in bocca. Se però da un lato si può praticare la pesca effettuando il catch&release, dall’altro esiste una variante della tecnica che può appagare gli appassionati consentendo catture di tutto rispetto senza infrangere la legge.
PUNTO DI PARTENZA
Evitare di pescare i tonni, praticando il drifting, è un opzione realizzabile facendo le scelte opportune già prima di mettere la prua verso un waypoint.
La prima osservazione da effettuare, sarà sulla temperatura dell’acqua e sulle batimetriche dove calare le nostre esche. In estate, infatti, l’aumento della temperatura dell’acqua in superficie spinge i pesci pelagici a mettersi in moto, evitando, inoltre, le rotte dei pescherecci risulta facile imbattersi in mangianze di tombarelli ed alletterati pronti ad aggredire qualsiasi esca che gli capiti a tiro. Le batimetriche fonde invece possono riservare inaspettate sorprese come: alalughe, grosse lampughe ed aguglie imperiali. In pratica non esistono limiti alla quantità di prede, così come non esistono limiti alla profondità a cui calare le esche, ma di contro per evitare i tonni sarà necessario uscire dalla routine.
LA SCELTA DELLE ESCHE E DELLA PASTURAZIONE
Dovendo pasturare per diverse ore, sarà importante avere sarde fresche a sufficienza, ma anche altri pesci meno nobili, potranno “allungare” la nostra pastura con lo scopo di attirare diversi commensali.
Dei calamari congelati, degli sgombri o ancora delle boghe e dell’alacce, si potranno unire al brumeggio con lo scopo di differenziare i pezzi in pastura e soprattutto creare movimento. Del resto i “sospettosi” tonni questa volta, non dovranno seguire la nostra scia.
Alle esche, invece, intervalleremo il “morto” come sardine con il vivo che reperiremo prima di partire per lo spot.
Le esche indubbiamente andranno calate con cura e profondità diverse, così come diverse saranno le piombature ed i diametri dei terminali in pesca.
L’AMICO ELETTRONICO
In una tecnica dove gli spostamenti potranno essere frequenti l’uso del motore elettrico per l’ancoraggio o ancora meglio, per lo scarroccio controllato, sarà imperativo.
Gestire lo scarroccio non è una operazione semplicissima, ma utilizzando la traccia sul gps ed osservando un paio di canne messe in pesca, sarà semplice trovare la giusta combinazione.
L’occhio elettronico effettuerà la sua parte, avvisandoci piuttosto che di un solo pesce in scia, di branchi in movimento e soprattutto della profondità operativa in cui far scivolare silenziosamente le esche.
Il cono largo o ancor meglio il multibeam o i più costosi sonar saranno di grande aiuto alla ricerca dei banchi anche a profondità elevate.
CANNE IN PESCA
Quante canne utilizzeremo?
A differenza del drifting classico, pescando sui branchi di pesce, saranno diverse le opzioni tra cui scegliere.
Le canne innanzitutto saranno lunghe e paraboliche, meglio se 20/30 lbs abbinate a nylon in bobina dello stesso libraggio e terminali corti in fluorocarbon da 30/50 lbs.
L’ideale è mettere in pesca tre canne in profondità ad almeno 70/80 mt di distanza dalla barca, con la prima, la più lontana, innescata con il vivo.
Vicino la barca, invece, andremo a piazzare altre tre canne di cui due con piombature leggere ed esche naturali morte ed almeno una con esca viva messa in profondità con una zavorra pesante.
Un così altalenante ed assortito sistema pescante, comporta molta attenzione durante la fase di calata e messa in pesca delle attrezzature, a tal proposito alcuni accessori, come le boette ecologiche TOPGAME, fanno veramente la differenza nella gestione della pescata.
Le zavorre saranno inusuali: 20/30/50/70 e 100 gr. saranno, infatti, i piombi per le canne lontane mentre la canna “alla picca” andrà zavorrata con almeno 300 gr.
E SE SCOPPIA IL TERREMOTO?
Inutile dire che anche i tonni potrebbero fare la loro comparsa. In questo caso, niente panico, cercheremo di portare il pesce sotto bordo cercando di non staccarci dall’ancora, nel più breve tempo possibile e preparando un boga grip per un sicuro e tranquillo rilascio.