Passione: TRAINA COSTIERA!
L’estate sta arrivando e con lei giungeranno i pelagici che, complice il riscaldamento delle acque, ci faranno divertire fino ad autunno inoltrato. Vediamo insieme come insidiarli nel modo giusto e cosa occorre.
LA BARCA
Per una battuta di traina costiera non sarà necessario avere un mega fisherman al nostro comando, bensì basterà dotarsi di un open sui 4-5 metri per poter dignitosamente affrontare la giornata di pesca a traina.
Non servirà avere neppure troppi fronzoli a bordo, a parte gli accessori indispensabili alla tecnica che andremo ad affrontare. Non dovrà mancare la strumentazione elettronica composta almeno da un buon ecoscandaglio e un GPS cartografico. Il primo ci permetterà di scoprire cosa succede al di sotto della barca, nella fascia d’acqua compresa tra la superficie e il fondale; mentre il secondo permetterà di avere segnata sulla mappa la traccia dei nostri passaggi e le varie profondità e batimetriche da raggiungere oltre alla velocità di traina che dovrà essere compresa, a seconda della tecnica, tra 2 e 6 nodi.
Non necessariamente indispensabile, ma oggi consigliato, è l’autopilota che, soprattutto in una sessione di pesca in solitaria, darà la tranquillità di dedicarci quasi totalmente alla pesca senza pensare troppo alla traiettoria della barca. Organizziamoci con almeno 4 portacanne, due per le canne da calare sulla scia della barca, orientati a 45° rispetto alla verticale della stessa e due laterali orientabili per le canne che pescheranno con le esche più distanti dalla barca. I portacanne laterali vanno installati a portata d’occhio e di mano del timoniere in modo da poter uscire in pesca anche da soli.
LE CANNE
Le canne per la traina costiera andranno scelte in base alle prede che vorremo insidiare ma indicativamente rimarranno in un range compreso tra la 4 libbre e la 12 libbre. Quello che dovremo considerare in una canna è che a parità di libbraggio ci possono essere canne più rigide e quelle più flessibili, questo è in relazione all’azione, che nel caso delle paraboliche sviluppa la massima potenza con il fusto flesso per l’intera lunghezza, mentre nelle ripartite o in quelle con azione di punta la potenza viene espressa gradatamente e quindi non necessariamente quando il fusto forma il classico arco.
La lunghezza della canna è un altro fattore importantissimo in relazione alla potenza e alla flessibilità. Utilizzando lenze molto sottili, fino a 8 libbre per intenderci, e pescando in superficie, è preferibile orientarsi su canne lunghe e flessibili; mentre se dovremo appesantire la lenza con piombi a sgancio rapido saranno da preferire le canne stand-up in quanto l’azione più rigida non le farà flettere eccessivamente sotto la trazione delle zavorre.
Le canne più lunghe e flessibili hanno un’azione più morbida riuscendo ad ammortizzare meglio le testate e le fughe più energiche della preda; mentre quelle più corte con azione ripartita o di punta hanno una risposta più rapida essendo più rigide e riusciranno ad essere più efficaci nel pompaggio del pesce.
MONOFILO E TRECCIATO
Il nylon permette indubbiamente di avere maggiore elasticità e una minor visibilità in acqua. E’ il principale componente dell’attrezzatura, colui che ci collega fisicamente alla preda e di conseguenza il rapporto tra il suo carico di rottura ed il peso del pesce aumenta la difficoltà della cattura. La maggior elasticità potrebbe portare a non avere una rapida ferrata ma consentirà al pescatore quel margine di errore in più che il trecciato non permette.
Alcuni pescatori, infatti, preferiscono il multi fibra collegato ad un idoneo spezzone di shock leader in fluorocarbon per avere una ferrata più sicura ed un controllo istantaneo sulla preda a discapito, a volte, di rotture o slamature se non avremo regolato alla perfezione la frizione. Imbobiniamo almeno 300 metri di lenza nel mulinello per avere una speranza, nella malaugurata ipotesi di allamare il BIG FISH, di portare sottobordo la preda dei nostri sogni. Scegliamo il diametro sempre in base a ciò che vogliamo catturare ma se vogliamo imbobinare un filo che vada bene un po’ per tutte le prede scegliamo un nylon intorno allo 0,40 o un trecciato sulle 20 libbre. Come scegliere il trecciato nella miriade di colori disponibili?
Nessun problema. Sceglietelo per le caratteristiche di resistenza in quanto gli ultimi dieci metri di lenza saranno in fluorocarbon trasparente e il multifibra non andrà in nessun modo a compromettere l’azione di pesca.
MULINELLO
Possiamo considerare il mulinello come lo strumento che, insieme alla canna, ci tiene saldamente collegati alla preda fino al momento di salparla a bordo. Fatta questa piccola premessa dovremo considerare il fatto di avere un oggetto di buona qualità per non trovarci in difficoltà nel momento di maggior sforzo. Scegliere il mulinello giusto nella miriade di modelli presenti sul mercato non è cosa facile e quindi vediamo quali sono i dettagli da non sottovalutare per avere un buon prodotto. Parlando di mulinelli a tamburo rotante, quelli ormai di maggior uso nella traina costiera, li andremo a scegliere su modelli da 8, 12 o 20 libbre in grado di reagire senza alcun problema anche su prede di tutto rispetto.
In alcuni mulinelli troveremo ancora la classica frizione a stella, sicuramente meno pratica di quella a leva ma più graduale nella taratura. La maggior parte però avrà un comodissimo freno regolabile tramite una leva e una regolazione aggiuntiva chiamata preset. In pratica la leva principale agisce su una o più molle che aumentano o diminuiscono la pressione sui dischi che slittano all’interno della bobina. Le frizioni solitamente usate all’interno dei mulinelli sono in fibra di carbonio e il materiale usato per la costruzione della scocca va dalle leghe leggere, all’acciaio o a materiali plastici.
La giusta regolazione del freno è un fattore fondamentale per il buon esito di una cattura e chi è già esperto si troverà facilitato nella giusta regolazione della frizione anche pescando con fili sottili.
AMI, GIRELLE E MOSCHETTONI
Nella traina costiera l’utilizzo di ami è molto limitato. Sono poche, infatti, le situazioni in cui vengono utilizzati ami singoli, anche se negli ultimi anni si sta guardando sempre più all’utilizzo degli stessi anche sugli artificiali più piccoli. In genere si utilizzano ami di sezione molto sottile ad alta penetrazione. I più indicati sono quelli in acciaio nelle misure che vanno dal 4 al 2/0.
Nella scelta di un amo, specialmente se intendiamo insidiare predatori di una certa mole, è preferibile orientarsi su prodotti con buone caratteristiche tecniche per non incappare in slamature dovute all’apertura di un amo. Per quanto riguarda girelle e moschettoni, inevitabili nella traina a causa delle torsioni che le esche trainate creano sul filo, ne va inserita almeno una tra l’esca e la lenza madre per scongiurare il problema.
Le girelle utilizzate nella traina costiera devono essere di ridotte dimensioni per poter passare agevolmente tra i passanti della canna. In commercio possiamo trovare anche modelli a cuscinetto interno che garantiscono una maggiore fluidità riducendo praticamente a zero le torsioni. Le girelle con moschettone invece offrono il grande vantaggio di poter cambiare rapidamente esche e terminali consentendo una più veloce azione di pesca.
LE ESCHE
Nella traina costiera le esche più utilizzate sono le piume, i kona e i minnow di ogni forma e colore.
In base al tipo di pesca e al tipo di preda che si vorrà insidiare ci doteremo di un’esca idonea al predatore. Di norma nella traina costiera dovremo avere nella nostra cassetta una scorta di esche per coprire ogni tipo di pesca e quindi, partendo dai minnow, ne acquisteremo diversi per coprire le misure comprese dai 5 agli 11 centimetri.
Stessa cosa per le piume, i kona e altre eventuali esche che vorremmo provare, come ad esempio i siliconici. Ricordiamo che i minnow generalmente vengono venduti “pronti all’uso” e cioè già dotati delle ancorette mentre per le piume, i kona e alcune esche siliconiche dovremo dotarci degli ami idonei.
QUANDO E DOVE
Le domande più frequenti che gli esperti si sentono fare sono sicuramente quando andare a pescare e dove. Sul quando riusciamo sempre a rispondere, perché in media le stagioni sono pressoché simili in tutta la nostra nazione; mentre sul dove possiamo solitamente fornire alcune indicazioni base su cui studiare e operare per trovare lo spot migliore.
La traina costiera, possiamo affermare, che la si può praticare tutto l’anno. Certo non possiamo pretendere di pescare in quantità tombarelli a gennaio e spigole ad agosto, ma ad ogni stagione avremo un range di prede che potremo tentare di insidiare.
In tutto l’inverno e primavera di sicuro non mancherà la traina alla spigola, la regina del sottocosta e, nelle giornate di mare formato, potremo insidiare, con la tecnica della traina ultralight con esche siliconiche, le occhiate passando vicino alle coste rocciose. Dalla primavera inoltrata fino all’autunno potremo, invece, dedicarci ad un range ben più ampio di prede tentando di insidiare sgombri, sugherelli, lanzardi, palamite, tombarelli, alletterati, lampughe e tutti i pelagici che saranno di passaggio nella nostra zona.
Come avrete capito nella traina costiera non esiste un vero e proprio momento “NO” ma un mero cambiamento di tecnica in base al periodo e al pesce che vorremo insidiare.
Per quanto riguarda invece il “dove”…non è proprio così facile rispondere. Ogni zona ha i suoi spot migliori e peggiori e uno dei modi per scoprirli in breve tempo è quello di solcare in lungo e in largo le coste attorno a noi per scovare i trainisti solitari conoscitori degli hot spot. Questo però non ci esula dallo studiare a fondo le carte nautiche e da pesca della nostra zona, dallo scandagliare palmo a palmo le scogliere a picco e quelle sommerse, sempre pronte a regalarci strike indimenticabili.
Anche le foci dei grossi torrenti e dei fiumi sono ottimi spot in quanto zone ricche di microrganismi che attirano il pesce foraggio e di conseguenza i predatori di taglia. Per quanto riguarda gli orari, alba e tramonto saranno da preferire in quanto con condizione di sole basso e scarsa visibilità in acqua il predatore sarà più invogliato a scatenare gli attacchi più feroci regalandoci combattimenti al cardiopalma da terminare con la foto ricordo e … perché no … con il rilascio della preda!