Per pesca o per esca
La pesca dei cefalopodi è un’arte praticata fin dagli albori della pesca sportiva.
L’uso di un pesce morto, abbinato ad un cestello e lasciato ballonzolare sul fondo, rappresentava infatti un rito, una tecnica che praticamente tutti potevano praticare, anche con il solo ausilio delle barche a remi.
L’utilizzo sempre più massiccio di seppie e calamari per praticare la traina con il vivo ha visto però una vera e propria evoluzione di questa tecnica con la nascita di attrezzature dedicate ed un numeroso stuolo di appassionati a cimentarsi.
PREDE AMBITE
Cercare calamari e seppie, per molti, è una vera e propria sfida. Partendo dagli orari (convinzione popolare vuole che si peschino solo a notte fonda e con la luna piena) e finendo alle esche sulle quali esistono veri e propri cult, come la scelta del colore.
Partiamo con il dire che è possibile insidiare seppie e calamari sia distintamente (con due tecniche similari) sia utilizzando una tipologia di terminali che riesce ad insidiare entrambe le specie, specificando che con la giusta temperatura dell’acqua è possibile tentare le catture durante tutto l’arco della giornata.
DOVE TI CERCO
La ricerca di seppie e calamari va effettuata su fondali fangosi/sabbiosi contornati da posidonia. Questi delicati cefalopodi si nascondono tra le praterie di posidonia o si mimetizzano sul fondo, cercando di sfuggire ai numerosi predatori che continuamente tentano di farne razzia.
Individuata quindi una zona, inizieremo a tentare le catture con l’arrivo dell’autunno e delle prime correnti di acqua fredda. Il sistema di termoregolazione, infatti, non gli consente di vivere in acqua calda e pertanto entrambe le specie accostano proprio con l’avvento di questa stagione.
UNA TECNICA DUE OBIETTIVI
Individuata la zona di pesca, la tecnica si svolge con azione costantemente in scarroccio, risalendo la corrente e lasciandosi trasportare a velocità al di sotto del nodo.
Solo infatti con l’esca sul fondo ed un movimento lentissimo è possibile attirare i cefalopodi che, seppur in fase di caccia, non si spostano mai velocemente, proprio per non dare nell’occhio ai predatori.
Importantissima sarà la presenza a bordo dell‘ancora galleggiante, indispensabile per rallentare la barca in scarroccio.
Ottenuta la velocità desiderata, caleremo le nostre lenze al fondo, ed una volta raggiunto, solleveremo leggermente il piombo di tanto in tanto, attendendo l’appesantimento della lenza, segnale che una seppia o un calamaro ha aggredito la nostra esca artificiale.
Non appena avvertiremo questa condizione, un’energica ferrata ed un recupero progressivo senza stop ci faranno vedere aggallare dopo pochi secondi il frutto della nostra ricerca.
LA COSTRUZIONE DEI TERMINALI
Il terminale per la cattura delle sole seppie si presenta di per sé molto semplice, con una girella tripla con moschettone. Al moschettone andrà collegato il piombo, meglio se rivestito in gomma bianca o gialla, mentre ad un’estremità della girella collegheremo un lungo bracciolo (60-100 cm.) di fluorcarbon al quale verrà montato uno snap da spinning per cambiare velocemente gli artificiali. L’altra estremità della girella invece verrà collegata direttamente al leader proveniente dal mulinello.
Per i calamari, invece, monteremo due o tre snap distanti l’uno circa 20 cm dall’altro su uno spezzone di fluorcarbon mediante nodi Dropper Loop. Ad una estremità di questo terminale, andremo a mettere una girella con moschettone per congiungervi il piombo, che anche in questo caso sarà preferibilmente bianco.
Una variante di questo terminale prevede un bracciolo direttamente sulla girella con il piombo per ospitare una totanara da seppie.
ORARI E STAGIONI
Come già detto i cefalopodi vanno insidiati con acqua prevalentemente fredda, generalmente da ottobre a maggio.
Gli orari di pesca variano dalle prime ore dell’alba ed al tramonto per la sola pesca dei calamari, mentre le seppie possono essere insidiate durante tutto il giorno, senza distinzione di luce.
Importante ricordare che in pieno inverno è possibile far bottino di calamari anche in pieno giorno, rispettando le profondità di pesca ed andando alla ricerca delle correnti di acqua gelida.