Pesca di primavera
Chi ha la possibilità di trascorrere molto tempo al mare sa che l’estate non è il solo momento in cui viverlo. Spesso l’autunno e la primavera possono regalare sorprese inaspettate in termini di catture davvero ragguardevoli, quindi vale la pena tenere a portata di mano le attrezzature per una piacevole pescata in riva al mare o dalla barca. Le tecniche che si possono praticare con maggiori risultati sono tutte facilmente praticabili anche dai neofiti e, quindi, guardiamo insieme quali sono quelle che potrebbero accompagnare le nostre prime pescate primaverili.
BOLENTINO COSTIERO
Il bolentino costiero è una tecnica praticabile tutto l’anno ma che può regalare grandi sorprese nei mesi primaverili in quanto il minor traffico marittimo rende i pesci molto meno sospettosi. Una giornata in barca con gli amici è sempre qualcosa di affascinante e la possibilità di catturare prede di taglia rende il tutto più adrenalinico considerando che i mesi antecedenti l’estate possono regalare catture di pagelli fragolini e orate anche di buona taglia che è possibile insidiare a scarroccio utilizzando esche ad hoc per questi sparidi. Le migliori sono sicuramente il gamberetto vivo, il murice, la cozza e il gambero di paranza che creano in acqua una scia odorosa e altamente attrattiva dal punto di vista olfattivo così come il filetto di acciuga o sardina può essere una valida alternativa o la striscia di calamaro o i cappellotti, una vera delizia irresistibile. Per la pesca a scarroccio servirà una canna da bolentino di media potenza, tendenzialmente fino a 250 gr, in modo che si possa agevolmente utilizzare piombi di grammatura intorno ai 100 grammi che garantiscano un continuo contatto con il fondo.
Anche se la temperatura dell’acqua non si è ancora alzata la vita sotto la superficie del mare è molto attiva e attrae una miriade di pesci che a loro volta attraggono i predatori. E’ la così detta catena alimentare che si genera in mare dove noi pescatori ci aggiungiamo per fare la nostra parte. Questa tecnica, chiamata correntina in Liguria, permette di insidiare sgombri, sugherelli e palamite oltre a grossi saraghi e orate di tutto rispetto a patto di fare una pasturazione continua e ottimale. Se per sgombri e palamite la ricerca dello spot gioca una chiave importante, ma non fondamentale nella ricerca di saraghi e orate, tutto dovrà essere calibrato al millimetro per non vanificare l’azione di pesca dove, in via generale, una volta ancorati si calerà a mezz’acqua un sacco di sarda macinata e a seconda di dove andremo a pescare incominceremo una lenta e continua pasturazione fatta da sarda tagliata a tocchetti.
PRIME MANGIANZE DALLA BARCA
La primavera solitamente coincide con l’inizio della stagione dello spinning sulle mangianze, vera tecnica adrenalinica che ogni anno porta in mare migliaia di pescatori per tentare di catturare tombarelli e affini e di sognare la ferrata sul treno del mare: sua maestà il tonno rosso. Le prime mangianze solitamente sono veloci e furtive e qui entra in gioco il fattore “C” che impone di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Se abbiamo la mangianza a tiro ricordiamoci di avvicinarci con calma per evitare di spaventare i tunnidi intenti a banchettare e farli così sparire in profondità e una volta a tiro di canna spegniamo il motore della barca per sfruttare l’abbrivio e un avvicinamento lento e silenzioso verso la mangianza tentando i primi lanci che dovranno essere il più preciso possibile nel mezzo della palla o appena dopo.
Se i pesci saranno in frenesia non passeranno nemmeno 5 secondi dalla prima ferrata che sarà energica dove la preda tenterà una prima velocissima fuga, a quel punto comincerà un tiro alla fune che porterà il pesce sottobordo dopo averci fatto stancare e divertire non poco. Una volta slamato, se avremo la fortuna di avere ancora la mangianza nelle vicinanze potremo continuare col divertimento altrimenti incominciare la ricerca delle marcature con un buon ecoscandaglio. Di fondamentale importanza ormai è il sonar a 360 gradi di Humminbird, una sorta di radar subacqueo che scandaglierà per noi un raggio di 120 metri intorno alla barca alla ricerca dei banchi di pesce foraggio e, quindi, dei predatori.