Scacco alla regina
Spigola, Branzino, Ragno o altro termine più o meno dialettale trovano un punto di incontro quando si definisce questa meravigliosa creatura la “Regina”.
Tutti i pescatori sportivi (e non solo) hanno il proprio modo per chiamarla, a secondo della regione in cui nascono e pescano. Il termine regina però accomuna tutti, proprio tutti i pescatori. Buona da mangiare, dal carattere diffidente e difficile da pescare, la “Regina” pur non essendo un pesce che diventa di enormi dimensioni è tra i più pregiati che troviamo nei nostri mari.
Tante le tecniche per pescare la spigola: da terra, nei porti, dalle scogliere, dalla spiaggia e dalla barca.
Ci concentriamo su uno dei metodi più affascinanti e complicati: la traina dalla barca con esche artificiali. Perché si tratta di una tecnica difficile? Perché in gergo dei pescatori la “Regina sa leggere e scrivere” e quindi non è affatto facile catturarla.
Prima cosa fondamentale è sapere dove e quando insidiarla. La spigola è una grande cacciatrice, ma non altrettanto grande nuotatrice. Questo significa che fa agguati partendo da ferma, standosene per lo più immobile in mezzo alle rocce o cacciando muggini o pescetti che stazionano vicino al fondo o a qualche metro dallo stesso.
Questo vuol dire due cose: bisognerà cercarla dove ci sono fondali con rocce sparse e/o miste ad alghe o bisognerà far arrivare l’artificiale il più possibile vicino al fondo.
Difficile? No, difficilissimo! Fortunatamente non dovremo raggiungere profondità maggiori di 10/15 metri. La “Regina”, soprattutto nel periodo invernale, frequenta il sottocosta ad una distanza che va dai pochi centimetri di fondali fino ad un massimo di 15 metri.
In questo tratto di mare potremo trovare le spigole di dimensioni che possono variare dai pochi etti (da rilasciare) a qualche chilo (fino a nove dieci sono pesci da record). La media si attesta tra i 2 e i 4 chili. Grandi prede comunque! Anche perché per farla abboccare occorre, oltre che fortuna e pazienza, anche qualche trucchetto senza il quale ci possiamo dimenticare di pescarla. I trucchi li sveliamo tutti, almeno quelli che conosciamo noi. Ognuno, infatti, ha i suoi e la pesca a questo splendido si presta anche ad interpretazioni personali, soprattutto legati alle zone in cui si pesca.
Una regola usata sul mio tratto di costa può essere controproducente anche a poche miglia da dove viene utilizzata, quindi vi consiglio di sentire il parere delle pescatori locali.
Noi diamo le basi e i nostri trucchi, a voi il resto!
Per affondare le nostre esche si potranno usare due metodi: l’affondatore a palla di cannone e/o i piombi a sgancio rapido. Il primo sistema permette di raggiungere profondità maggiori, ma ci vuole più di tempo per prendervi pratica.
Normalmente con questo sistema si cala l’artificiale senza piombo per circa 20-25 metri e poi si aggancia la pinza a sgancio rapido alla lenza madre e si cala il peso dell’affondatore ( per queste profondità sarà sufficiente di 3/4 chili).
Con circa 15/20 metri di cavetto dell’affondatore in acqua unito al potere affondante dell’artificiale si potranno tranquillamente raggiungere i dieci metri e nel caso di abboccata avere subito la lenza libera da piombi .
La pinza di sgancio infatti, se ben regolata, nel momento dell’abboccata si sgancerà e vi farà fare il combattimento fino alla cattura senza impedimenti. Occhio però ai salti di fondali . C’è, infatti, il rischio di perdere oltre che l’artificiale anche il piombo a palla di cannone!!
Nel caso dell’utilizzo dei piombi a sgancio rapido, facendo un po’ di prove, vedrete che con 150 gr di piombo fissato con lo sgancio rapido a 10/12 metri dall’artificiale, calando complessivamente 45/50 metri di lenza, pescherete a 6/7 metri di profondità.
Quando il pesce abbocca, dovrete fare il combattimento con i piombi a sgancio che potrete staccare solo quando escono dall’acqua!
Io preferisco pescare con entrambi i metodi insieme. Se esco da solo uso due canne (già abbastanza complicate da governare, dovendo anche manovrare l’imbarcazione): una sull’affondatore a qualche metro dal fondo e l’altra con i piombi a sgancio rapido vicino al fondo. In alternativa due canne vicino al fondo con i piombi, entrambe a sgancio rapido.
Velocità di traina ed attrezzatura da usare sono le seguenti: dai tre ai 4 nodi massimo, a seconda della profondità e del tipo di artificiale.
Ognuno lavora bene ad una certa velocità.
Possiamo decidere quali artificiali usare anche uscendo dai canoni tradizionali della traina e rubando qualche idea agli spinningofili che sono maestri nel testare gli artificiali. Prevalentemente prediligo Minnow, paletta di plastica, affondanti o galleggianti ma con un buon coefficiente di affondamento.
Meglio se dotati di sferette metalliche e, quindi, quelli da spinning che navigano molto veloci e sono perfetti (tipo angel kiss). Anche gli snodati vanno bene. Buoni i colori scuri, tipo muggine con acqua scura e tendenti al giallo/arancio con acqua più pulita.
Le misure giuste sono dagli 11 cm ai 13/14 cm per gli esemplari piu grandi, considerando comunque che la “Regina ” ha una bocca enorme!
Le canne da traina 12/30 lb vanno bene unite a mulinelli rotanti massimo di 20 lb imbobinati con del buon multifibre o del nylon a cui nella parte terminale vanno messi circa 10 metri (non meno!!!!) di fluorcarbon di buona qualità che sia di un diametro di 0,35 (non di più e non di meno). Fate il collegamento tra lenza madre (multi o nylon) e fluorcarbon senza girella, ma con un buon nodo di giunzione tra fili diversi tipo il nodo Tony Pena (cercate come si fa su internet, ma è di facile fattura). Alla fine del fluorcarbon non usate girella per attaccare il minnow o l’artificiale che sia, ma usate un nodo tipo Rapala (anche se è meno comodo della girella). Tutti questi accorgimenti di cui sopra sono i trucchetti di cui vi parlavamo per fare scacco alla sospettosissima “Regina”.
Per saperne di più sulle attrezzature e/o se volete venire a provare con noi questa tecnica: www.permare.net – www.jollypesca.net