Piccolo Vademecum per il varo
Siamo giunti al termine di un altro anno di lavoro, le ferie si avvicinano per tutti e – di questi periodi – si iniziano a fare i preparativi per una nuova stagione di mare.
I programmi di viaggio, la compagnia giusta e per chi “vive il mare sul mare” si comincia a pianificare il varo della propria compagna di avventure: la barca!
Tuttavia, prima di iniziare la navigazione con la propria imbarcazione, è sempre opportuno verificare che tutto sia a posto, perché come recita un vecchio proverbio “per mare e per cielo non si trovan taverne”.
A tale scopo, questo editoriale raccoglie una serie di semplici ed utili consigli per chi si appropinqua a salpare.
Innanzitutto, a mio parere è importante verificare che l’imbarcazione “tecnicamente” non abbia problemi.
Chiaramente, per far ciò, ci sarà di aiuto il cantiere di rimessaggio dove abbiamo deciso di far “riposare” la barca durante i lunghi mesi invernali.
Un cantiere di fiducia, infatti, conosce il bene che gli affidiamo come un medico conosce i suoi pazienti ed è bene – per tal motivo – evitare di affidarci continuamente a Cantieri diversi se non vi sono ragioni che possano giustificare il cambio.
Ancor peggiore è il comportamento di quegli armatori “fai da te” che – spinti sicuramente da un immenso amore per il mare e per il proprio “oggetto del piacere” – mettono le mani ovunque, spesso senza troppa competenza, ardendo di compromettere la funzionalità di alcune cose con rischi che possono ripercuotersi su se stessi o sugli ospiti che si portano a bordo. Purtroppo, specie per le imbarcazioni di lunghezze medio-piccole (diciamo fino a 30-35 piedi), sovente mi è capitato di osservare armatori-medici piuttosto che armatori-avvocati mettere inopinatamente le loro preziose mani (che dovrebbero fare tutt’altro) su una presa di mare o su un impianto elettrico (perché magari “quella presa non dava corrente”). E’ bene, invece, conoscere quello che l’imbarcazione necessita e capire quando sale un meccanico o un elettricista (qualificati, naturalmente!) cosa si stia facendo.
Ad ogni modo, volendo seguire le ultime operazioni che il cantiere effettua sulla nostra barca, da un punto di vista tecnico è opportuno innanzitutto verificare l’integrità dello scafo con particolare riferimento all’opera morta, ossia alla porzione di superficie della carena che è immersa in acqua. Attenzione a eventuali lesioni, crepe o affini.
Non spaventatevi, però: molto spesso mi capita di verificare che le spaccature o le piccole lesioni interessano solo il Gel-coat (ossia lo strato superficiale di vernice che copre la vetroresina) e non interessano minimamente il laminato e – per tale motivo – sono sufficienti delle semplici riparazioni superficiali che sono assolutamente poco invasive.
Altra cosa fondamentale, è la verifica che non vi siano infiltrazioni d’acqua (sempre con particolare riferimento alla carena).
Pertanto: è assolutamente obbligatorio un buon test su tutte quelle che sono le prese a mare, gli altri eventuali punti di ingresso dell’acqua, le flange di attacco dei piedi poppieri, e lo stato dell’arte di tutte le sigillature presenti.
Un buon motorista, inoltre, dovrà assicurarci sulle condizioni dei motori. Non sono ammesse perdite di combustibile in nessun caso (non solo per i motori ad alimentazione benzina), o danni (anche piccoli) al sistema di alimentazione.
A tal scopo, altra cosa da verificare, è la funzionalità delle valvole di intercettazione del carburante. Queste ultime servono in caso di incendio: la loro funzione è quella di bloccare l’afflusso di carburante verso i motori.
Particolarmente fastidioso, inoltre, il problema delle batterie vecchie e poco funzionali.
Verificare che quelle installate a bordo abbiano vita sufficiente per farci navigare serenamente per l’intera stagione e – come per le auto – controllare prima di partire che i contatti siano puliti e privi di punte di ruggine e che il livello dei liquidi sia ottimale.
Chiaro, ma è sempre bene ribadirlo, che l’impianto elettrico deve essere anch’esso integro e funzionale. Nessuna manomissione amatoriale, artigianale o semi-artigianale è concessa in deroga. L’impianto elettrico rappresenta il ‘sistema nervoso’ dell’imbarcazione e le mani su di esso le devono mettere esclusivamente degli specialisti.
All’armatore, lasceremo il compito di verificare che le utenze di bordo funzionino correttamente (boiler, generatore, aria condizionata, impianto di illuminazione, etc.) e che la fanaleria regolamentare (obbligatoria per la sicurezza della navigazione!) non abbia deficit.
Altra condizione da verificare è la funzionalità delle pompe di sentina elettriche che devono funzionare perfettamente. Per evitare imprevisti, tuttavia, è buona norma dotarsi comunque di una pompa di sentina manuale che in caso di emergenza è sempre opportuna.
In ultimo, ma non certo per importanza, bisogna controllare lo stato delle dotazioni di sicurezza. Nei mesi scorsi abbiamo dedicato un editoriale a questo argomento, ma comunque sia ricordiamo di verificare che vi siano tutte e soprattutto che siano in regola con le eventuali revisioni.
Verificate anche che la lancetta posta sugli estintori sia collocata sulla fascia verde (chissà perché quando perizio le barche non trovo spesso la lancetta al posto giusto!) e che i medicinali nella cassetta di pronto soccorso non siano scaduti.
Bene. Qualche cosa ce la siam detta. A questo punto non mi resta che ricordarvi di controllare la copertura assicurativa, che i documenti di bordo siano in corso di validità e di augurarvi – finalmente – buona navigazione!