Dalle supercar ai superyacht: Pininfarina Nautical
Ferrari Testarossa, Maserati GranTurismo, Alfa Romeo 2ueottanta. Sono solo alcuni degli iconici modelli disegnati da Pininfarina Nautical. L’azienda, leader mondiale nel design, consolida la sua esperienza nel campo della progettazione nautica con una nuova collaborazione con Rossinavi, ispirata proprio al mondo dell’automotive: è così che nasce il Super Sport 65, un superyacht dal profilo elegante e dinamico. In occasione del lancio, avvenuto alla 60° edizione del Fort Lauderdale International Boat Show, abbiamo intervistato Paolo Pininfarina, Presidente del Gruppo.
Interni ed esterni, barche a vela e barche a motore, clienti come Beneteau, Fincantieri, Persico Marine, Primatist, Princess Yachts, Rossinavi e Wally: fin dagli anni ’80, Pininfarina esporta il know-how maturato nel settore automobilistico verso il mondo dello yachting. Nel tempo ha realizzato una vasta gamma di progetti, che hanno portato l’azienda a conquistare una posizione di leadership anche nel settore nautico: con straordinaria versatilità, Pininfarina ha, infatti, declinato le proprie competenze e il proprio talento dando vita a imbarcazioni diversissime tra loro, dagli yacht bespoke, pensati per l’armatore alla ricerca di soluzioni uniche e customizzate, ai full range, con cui ha ridisegnato l’identità stessa dei cantieri navali. A fare da fil rouge a questa eccezionale varietà di creazioni, i tratti distintivi di Pininfarina, di volta in volta alla ricerca dell’eccellenza estetica, delle prestazioni, dell’innovazione stilistica e tecnologica.
Paolo Pininfarina, Presidente del Gruppo dal 2008, ci parla del suo percorso personale, dei valori del marchio e delle partnership più recenti, fino all’ultima novità: il Super Sport 65.
In una recente intervista ha dichiarato che sin da piccolo voleva lavorare nell’azienda di famiglia. Per questo, dopo la laurea in Ingegneria Meccanica, ha svolto importanti stage presso la Cadillac a Detroit e poi alla Honda, in Giappone. Cosa ha portato in Pininfarina di queste due esperienze internazionali?
Dall’esperienza di 2 mesi in General Motors nel 1983 sicuramente la conoscenza approfondita dei metodi di lavoro e dei processi organizzativi della allora più grande industria automobilistica del mondo; inoltre, anche se sembra un po’ banale, la lingua inglese applicata all’azienda Pininfarina che in quegli anni aveva bisogno di forze manageriali giovani per internazionalizzarsi.
Per quanto riguarda il Giappone la Honda alla fine del 1983 era una azienda assolutamente all’avanguardia nel panorama automobilistico mondiale, organizzata in modo particolarmente avanzato nella gestione della qualità e dei processi produttivi; sono queste le aree che ho studiato a fondo ed ho cercato di calare in una realtà diversa come quella della Pininfarina, trovando delle difficoltà ma anche delle soddisfazioni professionali.
Nel 1987 viene nominato Presidente e Amministratore Delegato della Pininfarina Extra s.r.l., società del Gruppo Pininfarina operante nei settori del disegno industriale, dell’arredamento, dell’architettura, della nautica e dell’aeronautica. Sotto la sua direzione, Pininfarina Extra ha sviluppato in venticinque anni circa 700 progetti. Cosa l’appassiona e la diverte maggiormente tra tutti i settori che lei e la sua azienda avete esplorato?
Il processo di diversificazione del design è stato lungo e graduale; ho così avuto modo di appassionarmi a tanti progetti “esplorativi”. Difficile scegliere fra circa 700 progetti ma ne cito tre che sono divenuti delle icone di innovazione della Pininfarina fuori dall’auto: la prima cucina (Snaidero OLA – 1990); il primo interior design di rilevanza mondiale (Juventus Stadium – 2011); la prima torre completata (Cyrela by Pininfarina – 2018).
Nell’immaginario collettivo, il marchio Pininfarina rappresenta l’essenza stessa del Made in Italy, in Italia così come all’estero: oltre che nel nostro Paese, i vostri Design Center hanno oggi sede negli Stati Uniti e in Cina. Come si gestisce un’eredità intellettuale cosi importante e soprattutto: come si esporta?
In Italia il Marchio viene gestito dando priorità assoluta alla coerenza con i valori di qualità, innovazione, purezza ed eleganza, valori che devono essere fatti propri da chi lavora in Azienda e devono essere presenti nei prodotti e nei progetti da noi sviluppati. L’esportazione di questo comportamento alle sedi remote è un tema molto attuale ed è importante se si pensa che negli ultimi anni l’autonomia creativa dei nostri studi di design a Miami e Shanghai è alquanto cresciuta.
La condivisione dei valori avviene comunque più facilmente se un certo numero di “key managers” si muove con continuità attraverso le nostre sedi; in questo modo si raggiungono contemporaneamente due obiettivi: presidio dei valori e migliore formazione del management.
Il marchio Pininfarina è legato indissolubilmente al mondo dell’automotive: negli anni ha disegnato lo stile di innumerevoli autovetture che hanno fatto la storia dell’industria automobilistica, dalle Ferrari alle Maserati, dalle Alfa Romeo alle BMW. Quali elementi di questo settore ha esportato nella nautica? E quale progetto le ha dato maggiori soddisfazioni?
Le imbarcazioni si muovono nell’acqua e nell’aria. Se in effetti l’idrodinamica dell’opera viva non è immediatamente assimilabile a Pininfarina, non altrettanto può dirsi dell’opera morta e dell’aerodinamica sopra la linea di galleggiamento.
Ma è tutto il mondo della nautica che è affine alla Pininfarina Nautical e infatti le prime “uscite” dal mondo dell’automobile sono avvenute nella nautica già a partire dagli anni 70, con interventi di design in tutti i settori, dalle barche a vela ai motor yachts, i superyachts, i megayachts con collaborazioni in Italia, in Francia, in Giappone, negli Stati Uniti, in Brasile e recentemente in Gran Bretagna con Princess in modo continuativo.
Un progetto mi ha dato particolare soddisfazione perché lo considero in assoluto un manifesto dei nostri valori: l’imbarcazione Princess R35′ presentata a Cannes nel 2018 è uno yacht sportivo, leggero, dal design fluido ed essenziale con il contributo aerodinamico degli active foils.
Ci racconta un ricordo particolare relativo alla sua esperienza nel mondo nautico?
Pochi sanno che il mega yacht Fincantieri Pininfarina era inizialmente lungo 84 metri e doveva essere presentato nel 2014. Essendosi verificato un ritardo nel programma lo yacht è stato presentato al Monaco Yacht Show un anno dopo, nel 2015, per celebrare gli 85 anni della Pininfarina. Però uno yacht denominato “Ottantacinque” non poteva essere lungo 84 metri e quindi si è dovuti intervenire allungando sul modello l’estremità a poppa di un metro.
La vostra presenza in questo settore sta diventando sempre più significativa. Quest’anno per la prima volta avete scelto di partecipare al Monaco Yacht Show come espositori con i progetti Wally 101 e Princess Y95, due imbarcazioni per due marchi prestigiosi nel panorama internazionale, che hanno sempre puntato al design. Quale filosofia ha mosso l’ispirazione di queste due creazioni?
Wally 101 e Princess Y95 sono due imbarcazioni diverse, anche solo perché appartengono a 2 categorie antitetiche come la vela e il motore.
Però qualche elemento in comune mi sembra di scorgerlo: a parte la lunghezza (101′ e 95′), il posizionamento nel lusso, ed un design molto radicale con un alto tasso di innovazione.
Direi che queste due imbarcazioni sanno esprimere molto bene l’identità Pininfarina Nautical ed hanno rappresentato un bel modo di inaugurare quest’anno la presenza al Monaco Yacht Show in modo proattivo con un nostro stand.
Al Fort Lauderdale International Boat Show, che si è concluso lo scorso 3 novembre, avete presentato l’ultimo nato dalla collaborazione con Rossinavi, il Super Sport 65, un’imbarcazione di 65,50 metri di lunghezza, realizzata interamente in alluminio e caratterizzata da spazi ampi e confortevoli. Il progetto trae ispirazione dal mondo dell’automotive, come si evince dalle linee sinuose e sportive di questo superyacht e in particolare dal design dell’upper deck. Può dirci di più di questa partnership?
Mi piace pensare che la sfida sia affrontare e risolvere con successo un tema difficile come quello della dialettica tra armatore, cantiere e designer per arrivare ad un design finale condiviso e di eccellenza come nelle aspettative. Il progetto Rossinavi Supersport 65 presentato qualche giorno fa a Fort Lauderdale si inserisce perfettamente in questa strategia.
Pininfarina Nautical e Rossinavi parlano la stessa lingua e condividono le stesse passioni e valori. Partendo da background e visione comuni, Pininfarina Nautical si trova nella posizione ideale per esprimere la propria creatività, prendendo ispirazione dalle nostre auto sportive e traducendo le loro linee eleganti e veloci nel design di un superyacht. Il risultato è innovativo, pura sintesi di eleganza e sportività.