Punta del Faro: immergersi nell’Area Marina Protetta di Portofino
La Punta del Faro di Portofino è uno dei siti più suggestivi dell’Area Marina Protetta. È un’immersione che richiede preparazione, perché può presentare correnti che riducono la visibilità, ma – quando le condizioni permettono di visitarlo nella sua massima trasparenza – questo ambiente si presenta estremamente vario e spettacolare.
L’AREA MARINA PROTETTA
I siti del parco sono tutti ricchi di vita, per questo le immersioni in questa zona sono vere esperienze tecniche ed emozionali, sia per i neofiti che per i sub esperti. L’Area Marina Protetta è un mondo sommerso straordinario che, una volta conosciuto, non si può dimenticare. Viene definito il “mare del cuore” dei sub, perché i suoi colori e gli incontri che avvengono qui stregano l’anima subacquea.
È bene conoscerla a fondo (può sembrare un gioco di parole, ma è proprio così) e prima di tuffarsi nel suo grande blu è opportuno conoscerne bene le regole. Vanta 20 siti di immersione ed è suddivisa in tre zone (A, B e C), ove è interdetta la libera navigazione, la pesca subacquea e l’ancoraggio delle imbarcazioni (se non in apposite boe dedicate). Pertanto, per l’esplorazione di questo tratto di mare, è sempre preferibile rivolgersi a un diving.
L’IMMERSIONE A PUNTA DEL FARO
Punta del Faro è il primo sito di immersione della zona B (che arriva sino a Punta Chiappa), provenendo da Portofino in direzione Genova. Si tratta di uno dei siti di immersione più belli dell’Area Marina, perché presenta un fondale incredibilmente ricco dal punto di vista naturalistico e animale, un vero paradiso sommerso, ma non solo.
L’esplorazione inizia già dalla navigazione, quando dal mare si ha la vista dell’imponente promontorio del Monte di Portofino con il suo faro bianco, che svetta a picco sulla falesia e che si riesce a scorgere anche dalla profondità marina. Una sensazione straordinaria.
PUNTA DEL FARO: LA DISCESA NEL BLU
Una volta ancorati all’apposito gavitello, ci si prepara al tuffo. Siamo proprio di fronte alla parete che scende a picco dal faro al fondale marino. Trovarsi in quel tratto di mare fa rendere conto di quanto la natura sia sovrana: da un lato la scogliera, dall’altro il mare aperto verso l’orizzonte.
La discesa è lungo la catena, che serve come punto di riferimento, essendo una discesa pienamente nel blu è molto suggestiva, ma da fare con attenzione.
Quindi, occhio al profondimetro: qui si scende in profondità senza rendersene conto!
Giunti ai 18 metri si intraprende la direzione est verso dei grandi massi, dove si potranno già incontrare grosse cernie, dentici, barracuda e banchi di saraghi fasciati.
Proseguendo lungo la franata, si arriva in prossimità di una parete a strapiombo, dove, girando in senso orario intorno ad un grande masso a forma di cono, si apre un bellissimo pianoro, sul quale vivono enormi cernie brune.
Risalendo di quota, si ritorna verso un pianoro di roccia compreso tra i 12 ed i 18 metri, fino ad arrivare proprio sotto alla punta del faro, dove possiamo ammirare lo splendore di uno scoglio interamente tappezzato di Parazoanthus gialli e, sollevando la testa verso la superficie, si può scorgere il faro in cima al promontorio.
Se l’immersione non presenta particolari difficoltà date dalla presenza di corrente, si può superare la parete del promontorio trovandosi di fronte ad un grande blocco di roccia tondeggiante, franato dalla falesia sovrastante.
Qui si creano giochi di luce straordinari grazie ai raggi solari, che filtrano dalla superficie accarezzando le rocce e la moltitudine di pesci. Una vera magia, che se poi siamo al crepuscolo, prosegue anche riemergendo in superficie, quando il sole tinge di rosa il faro e a immergersi sarà lui, scomparendo dietro l’orizzonte.
INFORMAZIONI TECNICHE PER IL SUBACQUEO
- Coordinate: Latitudine 44° 18’, 08.86’’ N – Longitudine 9° 13’, 01.38’’ E
- Profondità massima: 60 m
- Tipologia: franata/parete
- Corrente: debole/forte
- Difficoltà: media/difficile
N.B. Le immersioni diurne e notturne, effettuate con i centri per l’immersione o senza avvalersi dei suddetti, devono essere autorizzate dall’Ente gestore.