Studio Arnaboldi: l’arte della leggerezza
Dal padre Angelo, Marco Arnaboldi, dell’omonimo Studio Arnaboldi, eredita la passione per la progettazione di grandi yacht e il mito della velocità. Una velocità da intendersi non come mero sfoggio di potenza, ma piuttosto come un’arte delicata. Carena, materiali e propulsione si combinano così in un’armonia complessa eppure precisa, scandita dal ritmo della leggerezza.
LO STUDIO ARNABOLDI
Nasceva quarant’anni fa lo Studio Arnaboldi. A fondarlo, Marco Arnaboldi e suo padre Angelo. Oltre cento i progetti realizzati, tra grandi yacht di lusso (plananti e dislocanti), barche militari e commerciali ad alta velocità: un portfolio ricco e variegato, alimentato dall’attenzione alle più recenti innovazioni, in termini di tecnologie e propulsioni.
Proprio per questo, lo studio viareggino si è conquistato una posizione di spicco nell’ambito della progettazione di imbarcazioni a idrogetto. La prima, realizzata con il Cantiere Picchiotti, risale agli anni Ottanta: con una lunghezza di 18 metri e un dislocamento di 27 tonnellate, riuscì a raggiungere una velocità massima di 47 nodi grazie a una carena a V profonda e due motori MTU da 1.300 cavalli, accoppiati con idrogetti Riva Calzoni.
D’altra parte, sono molti i grandi cantieri con cui lo studio ha collaborato negli anni: da Azimut Yachts a Baglietto, da Benetti a Perini Navi, passando per Pershing e Admiral.
LA PARTNERSHIP DELLO STUDIO ARNABOLDI CON SANLORENZO
Recente è la partnership con Sanlorenzo per la costruzione del celebre SP110, primo esemplare della nuova gamma Smart Performance, lanciato in occasione del Cannes Yachting Festival 2022. In questo caso, Marco Arnaboldi ha curato il progetto della carena, ottimizzata per l’utilizzo con propulsione a idrogetto. Una scelta, quest’ultima, più vantaggiosa rispetto alla propulsione a elica, che è invece più sensibile alle variazioni di peso dell’imbarcazione e quindi meno versatile.
Allo scopo di ottimizzare prestazioni e consumi, in linea con l’anima green della serie SP, l’ingegnere ha assegnato un ruolo prioritario alla leggerezza. “Tutto lo scafo e la coperta sono realizzati in sandwich ibrido di carbonio e materiali compositi”, spiega Marco Arnaboldi. “L’obiettivo era contenere al massimo i pesi, senza ovviamente pregiudicare la resistenza e la durata della struttura, tecnologie e soluzioni che ho già abbondantemente realizzato e verificato nel corso della mia carriera. Si fa tanto parlare di sostenibilità e risparmio di carburante: con i nuovi materiali, la leggerezza ottenuta contribuisce a diminuire drasticamente la produzione di CO2 al miglio, argomento ormai all’ordine del giorno”.
Ma la riduzione delle emissioni non era l’unico fine del progetto: SP110, infatti, è la prima barca sportiva targata Sanlorenzo; per questo doveva essere anche veloce, oltre che green. Arnaboldi ha disegnato così una carena a geometria variabile che, insieme ai tre motori MAN V12 da 2.000 HP e alle trasmissioni con idrogetti MJP, porta questo yacht a 40 nodi: un risultato d’eccezione per un’imbarcazione lunga 33 metri e larga 8,2.
DAL DIPORTO ALLE NAVI MILITARI: EFFEBI 44M
Ben diverso – eppure simile – è il progetto dell’Effebi 44M Coastal Patrol Vessel, che è stato varato nel 2021 e si appresta a essere affiancato da altre sei sistership: si tratta ancora una volta di una costruzione leggera e veloce, capace di garantire costi di esercizio contenuti; tuttavia, come suggerisce il nome, non è uno yacht di lusso, bensì un mezzo di pattugliamento in mare.
“Effebi 44M è il risultato di un bando di gara della Guardia di Finanza italiana, con la consulenza della Marina Militare, per un mezzo di pattugliamento veloce che doveva rispondere a una serie di requisiti abbastanza complessi”, racconta l’ingegnere. “Doveva essere veloce per gli inseguimenti nell’ambito di transito, sorveglianza marittima, sviluppo della Maritime Situational Awareness (MSA), contrasto all’immigrazione clandestina e ai traffici illeciti via mare sotto controllo nazionale, e inquadrato in dispositivi multinazionali sotto il controllo dell’Agenzia Frontex, ma anche efficiente a bassa velocità per i pattugliamenti di routine. Accogliente perché doveva ospitare un equipaggio di 23 persone per più giorni e, infine, parco nei consumi per garantire una lunga autonomia”.
Il progetto, sviluppato dallo Studio Arnaboldi e presentato da Effebi Spa, prevedeva l’impiego di materiali compositi avanzati, come il carbonio, che assicurava un risparmio di peso anche del 40% rispetto a costruzioni più tradizionali. La leggerezza dello scafo ha consentito di installare motorizzazioni meno potenti, assicurando così minori consumi e maggiore efficienza.
“La costruzione è basata su criteri di leggerezza derivati dalle nostre esperienze sugli yacht ad alte prestazioni, non è stato quindi un problema raggiungere le prestazioni di progetto richieste dalla Guardia di Finanza, utilizzando circa la metà della potenza che sarebbe stato necessario installare se fosse stata concepita seguendo i metodi tradizionali di progettazione per tali navi” precisa Arnaboldi. “Il pacchetto propulsivo è affidato a quattro MTU 16V 2000 da 2.600 HP l’uno accoppiati ad altrettanti idrogetti MJP 650, il che permette anche un utilizzo frazionato della propulsione e quindi il raddoppio degli intervalli di manutenzione rispetto a sistemi tradizionali. Infatti, dopo oltre duemila ore di navigazione non abbiamo ancora dovuto procedere a nessuna manutenzione”.
Nella quotidianità, però, lo studio non si occupa solo di carene e materiali. “Siamo uno studio di ingegneria navale completo, che è in grado di curare ogni aspetto progettuale della barca, dalla costruzione di scafo e coperta agli interni. È infatti fondamentale che ogni dettaglio sia pensato per le prestazioni che si vogliono raggiungere, con una grande attenzione alla leggerezza”.
Il tutto senza rinunciare né ai comfort di bordo, né all’eleganza dell’interior décor.
“Un eccellente rapporto peso/potenza è sempre alla base di tutte le performance velocistiche”, ribadisce. “Ma questo non deve far credere che si debba scendere a compromessi sugli allestimenti e i materiali degli interni. È infatti possibile coniugare leggerezza e design, non solo utilizzando materiali moderni come i laminati, ma anche legno massello e marmo, ovviamente opportunamente lavorati. Anche sotto questo aspetto la consulenza del nostro studio con i designer incaricati dello stile è fondamentale per raggiungere il risultato finale desiderato”.
CENTOUNO NAVI
Insieme all’imprenditrice e designer Manuela Lucchesi, nel 2022 Marco Arnaboldi ha fondato il brand CENTOUNO NAVI. Non è la prima incursione di Arnaboldi nel mondo della cantieristica: nel 1992 aveva già dato vita ad AB Yachts, ceduto poi nel 2001 al Gruppo FIPA. Il nuovo marchio riprende tutti gli stilemi dell’ingegnere viareggino: leggerezza e prestazioni, con propulsione a idrogetto.
Il primo modello ha fatto il suo debutto lo scorso settembre, al Cannes Yachting Festival: VESPRO, con i suoi 16,7 metri di lunghezza, è il più piccolo della gamma. Moderna e sportiva, questa dayboat è equipaggiata con due motori MAN 8V da 1.200 HP accoppiati a idrogetti MJP 350X, con cui raggiunge una velocità massima di 57 nodi e una velocità di crociera di 50 nodi.
Nel frattempo, il cantiere ha svelato i render di altri due modelli: FORZA sarà uno yacht di 28 metri dal profilo aggressivo, capace di toccare i 60 nodi grazie a tre MAN 12V da 2.000 HP con idrogetti MJP 450; mentre ETEREA, con i suoi 39 metri di lunghezza, sarà l’ammiraglia della serie e, nonostante le linee morbide e femminili, non tradirà la sua vocazione corsara.
STUDIO ARNABOLDI
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