Ancora oggi, capita che vengano posti quesiti apparentemente banali sull’utilizzo dell’infusione per la costruzione delle imbarcazioni.
Le domande possono essere poste o da armatori che si avvicinano all’acquisto o dagli uffici tecnici di cantiere che iniziano a valutare la fattibilità del progetto industriale.Leggi di piú …
Inizio questo editoriale, dopo alcuni mesi di assenza, innanzitutto per salutare i lettori dei miei deliri tecnici sul mondo (bellissimo) della nautica da diporto. E quale opportunità migliore se non quella di ripresentarsi in occasione del Salone di Genova?
E-mail di un nostro lettore:
Gentile Dott. Coccia,
tra le molteplici problematiche da lei affrontate nei precedenti numeri di Mondo Barca Market notavo che una delle più comuni problematiche si verificano nella parte del gelcoat, si tratta delle famose zampe di gallina o piccole lesioni che ho personalmente notato nella parte di prua della carena, e nella parte centrale.
Abbiamo introdotto, nello scorso editoriale, uno dei più stringenti problemi relativi alla cantieristica nautica, e cioè quello delle emissioni in atmosfera di solventi organici volatili dannosi per l’ambiente e per la salute degli operatori.
Abbiamo anche visto quelli che sono i limiti dettati dalle normative vigenti in materia con particolare riferimento alla situazione che riguarda il nostro paese.
In Italia, nello specifico (cfr. Editoriale Giugno 2011), non è possibile superare il limite delle 50 parti per milione di solvente. Questo, tradotto in pratica, significa che ogni cantiere non deve oltrepassare la soglia di 208 milligrammi di Solventi Organici Volatili (S.O.V.) per ogni metro cubo dello stabilimento dedicato alla produzione.
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