Tuna Trolling: come e quando catturare i pelagici
Parlando di tonni, specie di quelli over size, e il pensiero corre immediatamente alle giornate passate a tagliare sarde in pozzetto, alle canne in pesca con i galleggianti immobili in balia della corrente ed alle lunghe attese a volte infruttuose.
Vediamo come insidiare i pelagici, con una tecnica che ci consentirà di uscire anche con condizioni di mare non perfette e, soprattutto, di esplorare ampie zone di mare alla ricerca dello strike perfetto.
LA STAGIONE IDEALE
Partiamo innanzitutto dal periodo, alla domanda è sempre possibile praticare il “TUNA LIVE TROLLING“? La risposta non è del tutto scontata. Ovvero se teoricamente è sempre possibile praticarla, il momento indubbiamente migliore si rivela l’autunno, quando i pesci si mettono in caccia dietro ai grossi banchi di palamite, alletterati e lampughe, quando cioè si lasciano difficilmente attrarre da esche statiche in corrente e dall’odore della pastura.
Pertanto, se durante l’anno oltre che nel sottocosta, riusciamo ad invidiare i grossi banchi di piccoli pelagici, è sempre possibile replicare questa tecnica con successo ben oltre le aspettative.
LA RICERCA DELL’ESCA
Prima però di diventare degli specialisti nella ricerca del BIG STRIKE, dobbiamo acquisire un’ottima tecnica nella cattura del vivo e, soprattutto, acquisire un enorme dimestichezza nel ledere minimamente l’esca durante la fase di recupero ed innesco.
Tutti gli artificiali che utilizzeremo andranno pertanto privati delle ancorette e montati con il singolo amo, che sarà rigorosamente un ABERDEEN al fine di consentire una slamatura immediata non appena salpato il pesce.
La ricerca dei pesci andrà effettuata nelle zone di attività della mangianza, quasi sempre evidenziate dalla presenza di gabbiani in circolo.
Individuato il branco, particolare attenzione andrà sull’affondamento delle nostre esche che, mediante piombi a sgancio, andranno a battere la fascia d’acqua dove il foraggio staziona.
Tutta questa meticolosità, nella ricerca del vivo, sta nel fatto che non ci servirà fare carniere di piccoli pesci, ma bensì, catturare velocemente poche esche da utilizzare immediatamente sul branco stesso.
L’INNESCO PERFETTO
Praticando questa tecnica spesso si commette l’errore di trascurare la rapidità dell’innesco.
Il successo di molte battute di Tuna Trolling si basa, oltre che sulla velocità, nel fare l’esca anche sull’immediatezza dell’innesco.
E’ buona norma, infatti, aver pronta la canna da utilizzare con amo già montato e soprattutto frizione quasi aperta. In questo modo, appena l’esca arriverà sotto bordo, si sarà immediatamente pronti ad inserirvi l’amo e rimetterla in acqua, provocandogli così il minor stress possibile.
Un’esca che riparte poi, immediatamente nel suo branco di origine, non può che essere un’attrattiva irresistibile per qualche grosso predone in caccia a ridosso del branco.
La scelta dell’amo sarà molto importate, in commercio esistono numerosi modelli di ami dotati di anello da innesco, ma qualora le dimensioni del tonnetto o della lampuga dovessero essere veramente BIG, il consiglio è quello di utilizzare un amo circle hook direttamente nella bocca del pesce, meglio se dotato di girella.
In questo modo ci garantiremo un innesco veloce e di grande mobilità per l’esca.
PIOMBATURA ADEGUATA
Una volta filata l’esca in acqua, ci troveremo immediatamente di fronte ad una scelta: a che profondità calare?
L’ecoscandaglio ci sarà di grandissimo aiuto in questa decisione.
Individuata, infatti, la zona di caccia dei piccoli e grandi predatori, piazzeremo l’esca appena 3 – 4 metri sopra il branco, in modo che sia facilmente individuabile al di fuori del branco.
Per far si che tutto si svolga nel miglior modo possibile, prepareremo precedentemente dei piombi con girella già legati ad elastici, nelle grammature di 50/70/100 gr. Il primo andrà filato a circa 20 metri dall’esca e poi i successivi a circa 10 metri l’uno dall’altro. In questo modo, la nostra esca affonderà gradualmente di circa 10 mt, per ogni piombo inserito, calcolando che la nostra velocità di traina sarà sempre al di sotto del nodo.
STRIKE, CHE I GIOCHI ABBIANO INIZIO
Non appena udiremo il magnifico suono del cicalino che stride, sarà tutta adrenalina in circolo.
A differenza del drifting, infatti, le partenze sono realmente al fulmicotone e, spesso e volentieri, anche angler navigati si trovano spiazzati davanti a questa scena.
Recuperata la calma, bisogna immediatamente vestirsi di renale e cintura, sfilare la canna dal porta canne ed attendere la seconda inesorabile ripartenza del pesce.
Inevitabilmente sarà necessario che lo skipper assecondi il pesce in fuga a galla, facilitando il compito dell’angler.
Sarà inevitabile, viste le forze in gioco, non andare al di sotto delle 30/50 lbs come canne abbinate a robusti mulinelli da 30 lbs.
In bobina rigorosamente il nylon, con un terminale di almeno 20 mt. di fluorocarbon. Come detto in apertura, meglio munirsi di ami circle hook (anche per facilitare il rilascio del pesce), preferibilmente dotati di girella.
Questo importante accessorio facilità sia il combattimento, durante i repentini cambi di direzione del pesce ed evita, in caso di morte dell’esca, l’aggrovigliamento del terminale.