Tutte le tecniche invernali di pesca da terra e dalla barca
L’inverno è lungo, freddo e piovoso, ma spesso è la stagione che offre grandi opportunità di pesca sia da terra che dalla barca: vediamo tutte le tecniche invernali di pesca che si possono praticare.
BOLENTINO COSTIERO
Il bolentino è una delle tecniche che maggiormente attrae i pescatori, in quanto si impara facilmente e spesso regala carnieri di tutto rispetto. E’ una tecnica che può essere praticata nel sottocosta o a profondità importanti e permette di catturare pagelli, orate, scorfani, tanute e molti altri pesci di fondo. Non necessita di grande esperienza, ma prevede almeno la conoscenza di spot con presenza di scogli o relitti. Sono infatti queste zone, magari rialzate in mezzo a distese di fango, a regalare spesso grandi catture.
Le montature andranno calibrate secondo il pesce che si tenterà di insidiare così come le esche andranno scelte in base alla tipologia di spot che andremo a visitare: principalmente gambero e totano se si pesca a stretto contatto col fondo, e acciuga o sardina qualora si optasse per una pesca in corrente a mezz’acqua.
TECNICHE VERTICALI
Da qualche anno sono ormai approdate anche in Italia le tecniche “made in Japan”, che i cugini asiatici hanno praticato tantissimo nelle loro acque. Parliamo, quindi, del vertical jigging vero e proprio, ma anche di tutte le sue varianti, come la versione più light, lo slow pitch jigging, il tenya, il kabura e l’inchiku fishing.
Sono pratiche che prevedono l’uso specifico di attrezzatura calibrata per ogni tecnica e di esche definite.
Una delle più semplici e meno stancanti è sicuramente il kabura fishing, che prevede l’uso di un’esca artificiale composta spesso da un piombo e un gonnellino che cela al suo interno un doppio assist. Di solito questa esca viene “condita” con una naturale, come ad esempio una striscia di calamaro o un gambero, che rendono sicuramente più appetitosa l’esca presentata sul fondo.
L’esca deve stazionare nei pressi del sedimento e va fatta danzare su e giù, in modo che il gonnellino svolazzi e attiri qualche grufolatore curioso.
Il saltellare sul fondo poi permetterà al sedimento di alzarsi e formare la tipica nuvoletta, che sarà determinante per incuriosire anche i pesci più sospettosi, che si avvicineranno in fretta per scoprire cosa si sta muovendo all’interno del loro territorio di caccia.
TRAINA E EGING A SEPPIE E CALAMARI
Che sia da terra o dalla barca la pesca invernale a seppie e calamari ha sempre affascinato tutti i pescatori lungo lo “stivale”. Principalmente viene praticata da terra, ma i più fortunati possono avere a disposizione una chance in più insidiandoli dalla barca.
Per quanto riguarda l’eging da terra, basterà dotarsi di una buona canna da spinning leggero (anche se sul mercato oggi troviamo attrezzature appositamente studiate per questa tecnica, come la Salty Style Eging proposta da Abu Garcia) e di una serie di egi (o volgarmente chiamate totanare a gamberone) e il gioco è fatto.
Gli orari migliori per i calamari sono sicuramente i cambi di luce, come l’alba e il tramonto, anche se le seppie potranno essere insidiate tutto il giorno. Sarà buona norma scegliere uno spot adatto, dove ci sia presenza principalmente di sabbia e/o posidonia: in questo modo avremo più possibilità di trovare seppie e calamari intenti a cacciare nel bassofondo.
Il recupero dovrà essere lento e costante se sceglieremo l’italian style, o ritmico e cadenzato se si opterà per la pesca stile giapponese. Entrambe possono regalare grandissime emozioni sia per la pescata che in cucina.
Dalla barca invece il tutto si semplifica molto, in quanto la tipologia di approccio alla pescata offre vaste possibilità di scelta: si può optare per uno stile molto similare alla pesca da terra oppure per una traina lenta con artificiali oppure ancora per una pesca in verticale con i classici tataki.
La traina si potrà fare con attrezzature molto leggere, nel caso in cui si peschi con il piombo a sgancio; o con attrezzi dedicati, se invece si volesse scegliere una trainata, utilizzando l’affondatore idrodinamico che segnalerà ogni abboccata cambiando il suo assetto e risalendo verso la superficie. Pescando con l’affondatore è consigliabile utilizzare uno starlight che possa segnalare con estrema precisione l’affondatore in superficie. L’utilizzo del tataki invece è sicuramente più semplice, anche se implicherà miglior conoscenza del proprio ecoscandaglio e degli spot: salvo rari casi di fortuna incredibile, sarà proprio l’eco a segnalarci la presenza di pesce foraggio, verso cui far calare i nostri tataki e sperare che qualche calamaro sia nei paraggi alla ricerca di cibo.
PESCA ALLA BOLOGNESE
L’inverno porta spesso le onde a infrangersi su moli e scogliere e la scaduta è sicuramente uno dei momenti migliori per tentare di insidiare qualche sarago o spigola da terra a galleggiante, con la pesca alla bolognese. In questo caso pescheremo da moli e scogliere; l’esca principe sarà sicuramente il bigattino, anche se un’esca più selettiva come l’acciuga o addirittura il gamberetto vivo a volte può fare davvero la differenza.
Le attrezzature da utilizzare saranno canne da 6 o 7 metri con mulinelli di adeguata misura, per poter bilanciare alla perfezione tutto l’apparato pescante e garantire lunghe e divertenti sessioni di pesca in compagnia di amici o, perché no, di una bella birra sulla scogliera.