Il serra, un chirurgo per mare
Forse definirlo chirurgo è poco: attacchi fulminei, pesci divisi in due con la precisione di un bisturi, partenze al fulmicotone che si risolvono senza neanche un minuto di combattimento. Stiamo parlando del serra, predatore estivo croce e delizia di tutti gli appassionati di traina con il vivo!
UN PESCE PER L’ESTATE
Il serra è ormai entrato a far parte delle specie costantemente insidiabili lungo tutto la penisola, ma indubbiamente è nel periodo estivo che si possono realizzare le migliori catture, specie con la tecnica della traina con l’esca viva.
E’ proprio con lo scaldarsi delle acque in superficie, infatti, che quest’abile predone eurialino inizia le sue scorribande nell’immediato sottocosta, arrivando a cacciare anche in soli 3 metri d’acqua, tra lo stupore di pescatori da riva e dalla barca.
Se tanta aggressività si scatena verso qualunque malcapitato pinnuto, non sempre è semplice aver ragione dei grossi esemplari, che sembrano avere fiuto per gli ami, riuscendo spesso ad evitarli pur lasciando mutilate le esche sapientemente filate in acqua.
INIZIAMO DALL’ESCA
Può sembrare scontato che un abile predatore come il serra attacchi qualunque esca si muova. Se da una parte questa affermazione trova riscontro nei fatti, dall’altra bisogna sapere che gli esemplari più grandi attaccano solo se realmente interessati, cioè: lo sforzo prodotto per aggredire un pesce deve essere giustificato da un valore nutrizionale elevato. Saranno pertanto da preferire grossi sgombri o alacce a piccole aguglie, piuttosto che sugarelli.
Nel procurarsi l’esca sarà buona norma differenziare il più possibile, in modo da avere in acqua sempre almeno due canne a profondità diverse e con esche diverse.
In barca non mancheranno, quindi, il sabiki e le piumette per reperire aguglie, sugarelli, sgombri e alacce.
Anche occhiate e menole possono dire la loro, esemplari di grossa taglia non passeranno sicuramente inosservati.
CAMMINANDO CAMMINANDO
Una corretta azione di traina mirata alla cattura di qualche grosso esemplare sarà gestita con velocità che variano tra 1 nodo ed 1,5 nodi: il serra, infatti, predilige attacchi su esche che gli sfuggono, quasi a voler dimostrare la sua velocità ogni volta che attacca.
Passaggi ripetuti su anfratti rocciosi e cadute nell’immediato sottocosta sono tentativi da effettuare ripetutamente ed a orari diversi. Questi predatori infatti, attaccano sistematicamente sempre allo stesso orario e sempre nello stesso posto, pertanto individuato lo spot, sarà buona norma limitarsi nelle catture al fine di garantirsi divertimento per tutta la stagione.
Bisogna ricordare che spesso il serra ama seguire la propria preda prima di sferrare un violento attacco.
Individuando i mark sull’ecoscandaglio, qualora il pesce non dovesse colpire, è bene proseguire in linea retta, magari filando qualche metro di lenza.
L’agitazione dell’esca visibile sul cimino è, infatti, segno che i predatori sono in caccia ma per qualche motivo si sono insospettiti e tardano ad attaccare.
E DALL’ALBA AL TRAMONTO
Credenze popolari vogliono che il serra attacchi solo all’imbrunire, niente di più sbagliato!
Come qualunque predatore che si rispetti, la sua attività di caccia è dettata da maree e fasi lunari, intensificando l’attività nei momenti in cui le mangianze sono più evidenti.
È capitato, infatti, di prendere il serra in pieno giorno mentre si trainava con il tombarello vivo in mezzo alle mangianze di tombarelli, così come si è avuta ragione di grossi esemplari all’imbrunire in mezzo a grosse mangianze di sgombri.
Questa specie può essere insidiata durante tutte le ore del giorno, facendo particolare attenzione a piombare l’esca per farla transitare a mezz’acqua durante il giorno e trainando a galla in prossimità del crepuscolo.
Ovviamente inutile dire che una traina a fondo a 50 metri non sarà mirata al serra, così come cercarlo in altura non produrrà alcun risultato.
ATTREZZARSI AL MEGLIO
Nella traina con il vivo al serra non sono necessarie grandi attrezzature, ma occorre prestare particolare attenzione alla costruzione dei terminali.
Se da un lato, infatti, la canna ed il mulinello possono essere tranquillamente 6-8 o 8-12 libbre, è bene che in bobina il dynema non scenda al di sotto delle 30 libbre, così come per il leader in fluorcabon che sarà da almeno 15 mt di 30 libbre.
Per il terminale, invece, meglio utilizzare del nylon dello 0.40 abbinato ad uno spezzone di cavetto d’acciaio da almeno 15 libbre su cui andremo ad applicare due ami del 4/0.