Vento in Poppa! Le dinamiche meteo del vento spiegate dal Re.S.M.A.
Che sia buono, che lo si abbia in poppa, che gli si confidi un segreto che non manterrà, che a lui si butti o si semini qualcosa, il vento resta uno degli elementi più affascinanti e misteriosi presenti in natura. Ma è soprattutto uno degli elementi chiave da conoscere a fondo per una navigazione sicura.
Per cercare di carpire qualche segreto per averlo dalla nostra parte, approfondiremo il discorso aiutati dal T.Col GArn Francesco Foti – Capo Sezione Scientifica del Re.S.M.A. (Reparto Sperimentazioni di Meteorologia Aeronautica di Vigna di Valle, ndr) e dal Magg. GArn Stefania Vergari – Addetto Sezione Scientifica del Re.S.M.A.
Direzione ed intensità sono le principali caratteristiche da tenere a mente e d’occhio, quando si naviga e non solo.
LA DIREZIONE: ROSA DEI VENTI O ANGOLO?
Per quanto riguarda la direzione bisogna intanto partire dalla Rosa dei Venti, che con la suddivisione in quadranti, definiti dai 4 punti cardinali, e in settori direzionali, aiuta moltissimo nella comprensione e nella memorizzazione della direzione di provenienza dei venti stessi. La terminologia utilizzata nella famosa Rosa è applicata solo al mar Mediterraneo, in quanto il suo centro si posiziona più o meno sull’isola di Malta, quasi nel cuore dello Ionio. Prendendo questo punto geografico come riferimento, si capisce che, ad esempio, il vento proveniente da Nord-Est è chiamato Grecale – o Greco – perché la Grecia si trova proprio a Nord-Est di Malta. Analogamente, il vento da Sud-Ovest è chiamato Libeccio perché spira dalla Libia o, ancora, da Sud-Est arriverà lo Scirocco in quanto giunge dalla Siria.
Ricordare la terminologia dei venti con questa modalità è senz’altro comodo.
In realtà, però, ci spiega il Magg. Vergari: “Per maggiore precisione è opportuno indicare la provenienza dei venti attraverso i punti cardinali, o meglio, tramite la suddivisione dell’angolo giro in 360°. La direzione di provenienza del vento sarà indicata in gradi a partire dal Nord, che corrisponde contemporaneamente all’angolo di 0° e di 360°. Dunque un vento da Sud si indica come un vento da 180°.
Convenzionalmente, in tutti i messaggi utilizzati nelle comunicazioni, anche di soccorso, sia che si tratti di nautica che di aeronautica, del vento se ne indica la provenienza, con l’eccezione della messaggistica utilizzata per il volo delle mongolfiere, per le quali è importante conoscere dove si dirige il vento e non da dove proviene. È dunque opportuno tenere a mente che la messaggistica va interpretata secondo il criterio convenzionale.”
INTENSITÀ UGUALE VELOCITÀ DEL VENTO
L’intensità è un’altra fondamentale caratteristica da conoscere e prevedere prima di mettersi in navigazione.
Vi ricordiamo che sul sito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare sono sempre disponibili in tempo reale le previsioni, anche dei venti e del moto ondoso, sia attraverso i messaggi e gli avvisi chiamati meteomar sia per mezzo di rappresentazioni grafiche.
“Una massa di aria si può muovere per una differenza di pressione atmosferica.” Ci spiega ancora il Magg. Vergari: “Oppure per una differenza termica tra una zona e l’altra. Nodi, miglia per ora, metro al secondo o chilometro all’ora, sono tutte unità di misura utilizzabili per l’intensità del vento, ma solo una è l’unità di misura internazionale: il metro al secondo.”
Per indicare l’intensità si può utilizzare anche la scala Beaufort che codifica il vento rispetto al comportamento della natura. Ad esempio, una brezza leggera muove appena le foglie; mentre un vento teso muove gli alberi e increspa l’acqua del mare.
“È bene sapere – prosegue il Maggiore – che la durata del vento, la sua intensità e la sua superficie d’azione – che si definisce fetch – sono i tre fattori che determinano il moto ondoso del mare.
Il vento deve avere un fetch esteso, spirare per un sufficiente periodo di tempo con intensità sostenuta affinché sul mare si possano formare grandi onde“.
C’è un vento che soffia più degli altri nel Mediterraneo?
“Non esiste in realtà un vento prevalente su tutta l’area mediterranea.” Ci spiega il T.Col Francesco Foti.
“Sulle coste del medio Tirreno il Libeccio, che ha un fetch molto lungo poiché non trova ostacoli provenendo da sud ovest ed ha, quindi, un ampio tratto di mare in cui svilupparsi, può innescare localmente un moto ondoso anche molto sostenuto. Un vento da ovest trovando la Sardegna come ostacolo, arriverà sulle coste del medio Tirreno in parte attenuato. Il Sud d’Italia, invece, è maggiormente soggetto a mareggiate quando spirano venti di Libeccio o di Scirocco.
In definitiva, le onde sono il risultato del trasferimento di energia tra una agente dinamico come il vento e uno statico come il mare; il moto ondoso sarà quindi proporzionale al tempo, all’intensità e al fetch del vento.”
Cosa s’intende con il mare forza 5, 7, 9, … ?
“La terminologia di mare forza 5, 7 o 9 è formalmente errata.” Precisa il Magg. Vergari. “In quanto la forza è una definizione legata al parametro vento e non al mare. La forza del vento, insieme agli altri due parametri già citati, determina il moto ondoso che assume un valore numerico riferito alla scala Douglass. Tale valore, indicando lo stato del mare, individua anche l’altezza delle onde associate. Ad esempio, un mare con stato ondoso 7 si definisce mare grosso ed avrà onde dai 6 ai 9 metri d’altezza.”
Vento sotto costa e vento in mare aperto. Non sono la stessa cosa?
“Sotto costa – spiega ancora il T. Col. Foti – influisce l’orografia del territorio perciò, i venti che non arrivano perpendicolari alla costa ma in maniera diagonale ad essa, vengono ulteriormente deviati e tendono a porsi parallelamente alla costa stessa. Nel golfo ligure, ad esempio, si formano delle caratteristiche ciclo-genesi: il vento che arriva da sud-ovest, seguendo la curvatura delle montagne che sovrastano il golfo, si invortica generando un minimo barico locale. Un vento che arriva dal mare e che impatta sulla costa può venire deviato, mentre il vento in mare aperto non trova ostacoli.”
“Anche i venti di brezza – spiega ancora il Magg. Vergari – sono tipici delle coste. Possono essere più o meno forti, a seconda di come si sviluppano le correnti termiche che sono generate dal differente riscaldamento della superficie del mare rispetto a quello del suolo. Una massa di aria riscaldata sale verso l’alto e il vuoto che si crea viene colmato da una massa d’aria più fresca: questo movimento genera la brezza da o verso il mare a seconda che la massa di aria più calda sia quella sopra la terraferma – brezza di mare – o sopra il mare – brezza di terra -.”
“Un altro caso particolare – come ricorda il T.Col. Foti – è quello del vento che si incanala negli stretti e che, per il fenomeno fisico chiamato effetto Venturi, viene compresso dalla vicinanza delle coste assumendo maggiore forza e rendendo gli stretti molto insidiosi per i naviganti.”
Il vento sta cambiando? Climaticamente parlando.
“Non è il vento ad essere l’ago della bilancia dei cambiamenti climatici globali, semmai una sua variazione può esserne la conseguenza. Sono altri i parametri da considerare sul lungo termine per lo studio dei fenomeni climatologici”.
Come sempre, la raccomandazione principale è la prudenza e la conoscenza delle condizioni meteo marine. La Rosa dei venti è comunque un’ottima alleata di chi va per mare e di chi deve imparare a riconoscere i venti e la loro provenienza.
Buon vento!
Re.S.M.A.Il Re.S.M.A., Reparto di Sperimentazioni di Meteorologia Aeronautica è alle dipendenze del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica – CNMCA – che, quale organo operativo centrale del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, dipende dall’Alto Comando della Squadra Aerea. Uno dei compiti principali del Reparto è quello di assicurare il controllo di qualità delle osservazioni meteorologiche ed il mantenimento degli standard internazionali, anche attraverso la sperimentazione di nuova strumentazione ed il controllo dei riferimenti metrologici. In particolare, implicazioni importanti si riscontrano: + nella prevenzione di incidenti di navigazione, aerea e marittima, nel caso specifico dovuti a cause atmosferiche, che si realizza anche attraverso un continuo monitoraggio di qualità dei fenomeni meteorologici, opportunamente adeguato alle normative internazionali; + nelle tematiche ambientali, realizzando ed impiegando conoscenze e tecnologie, cosiddette duali, che hanno importanti ricadute in ambito civile ed un utile impiego nella vita di tutti i giorni al fine sia di migliorare la qualità della vita delle persone sia di rispettare l’ambiente. Il Re.S.M.A. opera, oramai, già da un secolo nello studio e nella verifica sperimentale della strumentazione meteorologica, nonché nella misura delle variazioni chimico-fisiche della composizione dell’atmosfera. |