Vernici e gelcoat: trattamenti di qualità sulle imbarcazioni
Vernici e gelcoat: un approfondimento a cura del Dott. Giuseppe Coccia.
Il tema della qualità di un’imbarcazione è di fondamentale importanza, soprattutto in un mercato come quello nautico, dove il famoso “Made in Italy” mantiene ancora un ruolo di rilievo.
In realtà, esistono in tutto il mondo numerosi costruttori e cantieri che producono imbarcazioni di buona qualità, di ogni dimensione e tipologia. Nella mia esperienza professionale, ho riscontrato tanta voglia di imparare e una forte motivazione a diventare ottimi boat builder anche in Paesi geograficamente e culturalmente lontani dal nostro. Spesso, noi italiani tendiamo a guardarli con diffidenza, talvolta anche dall’alto verso il basso, perché in tema di costruzione di imbarcazioni, siamo convinti di essere i migliori.
Tuttavia, oggigiorno il mercato è altamente competitivo e, ovunque ci sia un minimo di intelligenza imprenditoriale e di lungimiranza, si guarda all’innovazione, alla qualità, all’ottimizzazione delle efficienze, e – in generale – a un progresso continuo. Ma il concetto di qualità in riferimento ad un’imbarcazione è molto ampio e riguarda moltissimi aspetti. Non è semplice stilare una checklist dei parametri che identificano una barca di qualità, ma proviamo a fare una breve panoramica.
Innanzitutto un’imbarcazione deve essere stilisticamente apprezzabile o comunque possedere specifiche peculiarità: anche se non rispecchia il nostro concetto di “bello”, deve palesare i propri tratti distintivi. Se un armatore intuisce a colpo d’occhio che si tratta di un’Arcadia piuttosto che un Azimut, di una Fiart piuttosto che un Cranchi, allora vuol dire che quello specifico modello “è riuscito”.
Naturalmente, insieme allo stile entra in gioco una vasta gamma di considerazioni progettuali, che spaziano dalla stabilità alle caratteristiche di navigazione, dal comfort all’abitabilità, dall’efficienza energetica di bordo ai consumi.
VERNICI E GELCOAT: ATTENZIONE AI COLORI E… AI MATERIALI!
Ora, senza la pretesa di approfondire un discorso troppo ampio (la cui trattazione richiederebbe intere giornate di discussione), sicuramente uno degli aspetti più spinosi della qualità è legato al tema delle verniciature.
Quando ho intrapreso la mia avventura professionale nel mondo della nautica agli inizi degli anni Duemila, la questione era molto meno complessa. La maggioranza delle barche, infatti, era verniciata con gelcoat e questi ultimi erano prevalentemente di colore bianco. Nei porti o nelle darsene, si perdevano a vista d’occhio imbarcazioni con tutte le sfumature di bianco. Bianco latte, bianco neve, bianco sporco, panna… di tanto in tanto qualcuna color crema (o champagne) e alcune, più rare, prevalentemente blu.
Col tempo, tuttavia, si sono gradualmente imposti colori e vernici sempre più particolari, spesso molto scuri, a partire da tutte le tonalità di grigio, fino ad arrivare ai blu notte e ai total black. Senza mettere in discussione le tendenze o le scelte stilistiche dei colleghi architetti e designer, da ingegnere non ho mai visto di buon occhio l’uso di tinte così forti per le imbarcazioni.
I colori scuri, difatti, assorbono la radiazione luminosa e raggiungono temperature molto elevate sotto i raggi solari. Camminare su una superficie nera, magari a piedi nudi, può essere un’esperienza davvero poco piacevole. Anche toccare con mano un mobile di colore molto scuro, esposto al sole, non è una sensazione simpatica. Ma tant’è che moltissimi armatori e fashion designer continuano a farsi conquistare da queste tendenze cromatiche.
Oltre ai colori scuri, molte sono le richieste, in fase di contrattazione, legate alle tinte metallizzate, perlate e – in ultimo, ma non per importanza – cangianti.
Oggi, pertanto, la questione della verniciatura è estremamente rilevante al momento dell’acquisto di un’imbarcazione: rappresenta uno degli extra più gettonati e, proprio a questo processo, il cantiere deve porre la massima attenzione. Non è raro, fra l’altro, che un armatore incarichi il proprio consulente di seguire il cantiere durante le operazioni principali per assicurarsi che tutto venga eseguito a regola d’arte.
Il processo di verniciatura di un’imbarcazione, infatti, è altamente specializzato e richiede un know-how significativo da parte dell’applicatore affinché possa raggiungere alti standard qualitativi.
Un primo aspetto da considerare è la varietà dei materiali da verniciare: si va dai legni dei mobili interni, alle leghe metalliche di molti accessori o di alcune sovrastrutture, fino al materiale composito dello scafo, della coperta e di molti altri dettagli. Verniciare una scocca in vetroresina, in particolare, nasconde molte insidie perché il supporto non è una materia “inerte”. La vetroresina, infatti, è un materiale costituito da diverse componenti, che possono subire movimenti durante il corso della propria vita.
Questi “assestamenti” (dovuti per lo più all’assorbimento di calore) possono continuare anche dopo la vendita dell’imbarcazione, e – specialmente per le imbarcazioni nuove – una stagione di esercizio particolarmente calda può creare alcuni micro-movimenti, che poi palesano i propri effetti attraverso il fenomeno dei ritiri o delle marcature.
PRINT THROUGH: I FAMIGERATI “QUADRATINI”
Qualche anno fa, durante la compravendita di un’imbarcazione usata in cui fungevo da consulente per l’acquirente, un noto armatore mi chiese come mai, sulla sua bella imbarcazione blu da ventiquattro metri, si intravedessero alcuni quadratini su tutta la murata. Ebbene, quella “quadrettatura” che si vedeva in controluce sulla bella opera morta in gergo tecnico viene definita “print through” ed è semplicemente il fenomeno per il quale la caratteristica “trama-ordito” del tessuto di fibra di vetro (o di qualsiasi altro materiale) rimarca attraverso la resina che, come detto, subisce micro-movimenti quando assorbe calore.
Molto spesso il fenomeno può essere risolto con semplici operazioni di carteggiatura fine e lucidatura; altre volte, invece, quando è più profondo e i micromovimenti sono stati talmente incisivi sulla superficie da risultare antiestetici, bisogna intervenire con processi più massicci e, di conseguenza, costosi.
AGING: ANCHE VERNICI E GELCOAT INVECCHIANO
Un altro fenomeno non molto noto ai più è il cosiddetto “aging” delle vernici e dei gelcoat. Tutte le barche, sia quelle con gelcoat che quelle riverniciate a smalto, possono subire nel tempo un effetto di invecchiamento, per cui – a seguito dell’esposizione agli agenti atmosferici, come sole, vento, pioggia e salsedine – sembrano perdere la loro brillantezza originaria.
Anche in questo caso, se la perdita di brillantezza in termini di GU (Gloss Unit) non è significativa, sarà possibile intervenire con apposite “paste lucidanti”, facendo attenzione a non usare prodotti troppo aggressivi o poco indicati che, al contrario, possono danneggiare il top-coat.
L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA MANUTENZIONE
Per mantenere una verniciatura impeccabile a lungo, è necessario che anche l’armatore e l’equipaggio “facciano la propria parte”. Vernici e gelcoat devono essere manutenuti nel tempo con specifici prodotti e corrette procedure.
Molto spesso ho assistito a “richieste di garanzia” rivolte al cantiere costruttore per macchie o terribili aloni che – andando ad indagare – non erano sempre responsabilità della casa produttrice. Può capitare, infatti, specialmente nel caso di armatori appassionati e “smanettoni”, che non vengano eseguiti i trattamenti adeguati. A volte, i proprietari stessi e/o qualcuno dell’equipaggio applicano – seppur con le migliori intenzioni – i peggiori prodotti possibili, a base solvente, che nella migliore delle ipotesi finiscono letteralmente per aggredire la parte superficiale del film del gelcoat o dello smalto. Le conseguenze possibili di tali operazioni possono essere aloni, schiarimenti, perdita della brillantezza e, in alcuni casi, ingiallimenti (per i gelcoat bianchi) o addirittura vere e proprie depigmentazioni.
Il mio consiglio per avere e mantenere una verniciatura di qualità, dunque, rimane sempre quello di affidarsi ai cantieri ed evitare il fai-da-te, per quanto possa essere gratificante e piacevole per molti armatori. Quando è possibile, è preferibile consegnare la propria imbarcazione al cantiere produttore a fine stagione.
In alternativa, bisognerà rivolgersi a rimessaggi di assoluta credibilità, che offrano ampie garanzie di serietà. È bene leggere attentamente il manuale del proprietario, che spesso contiene consigli su come manutenere la propria imbarcazione, compresi i trattamenti per le vernici e i gelcoat.
E quando tutto manca… è meglio incaricare un professionista che possa fornire indicazioni tecniche valide e suggerimenti mirati.