Vertical, Light, Slow: tanti modi per dire Jigging
Quasi dieci anni fa, molti di noi pescatori sportivi, commercianti, appassionati e specialisti sono stati travolti da un ciclone proveniente dal Sol Levante: il “Vertical Jigging”!
Cosa era questa tecnica strana e faticosissima? Consisteva nell’utilizzo di attrezzature molto robuste: canne dai 1,60 fino ai 2 metri, armate con mulinelli fissi o rotanti, caricati con multifibra dalle 30 lb in poi alle quali, dopo qualche metro di Fluorcarbon split ring solid ring girelle robustissime, veniva attaccata un’esca artificiale del tutto nuova (qui vi spieghiamo come farla in casa).
Questa esca era, ed è ancora, appunto il Jig: un “pezzo di metallo” con forme vagamente simili a pesci esotici dai colori strani e forge diverse. Il Jig era a sua volta armato con un amo legato ad un cordino il cd assist. Tanti termini strani, tante attrezzature nuove per inventarsi una pesca in verticale (da qui il termine vertical) che in quegli anni ci ha letteralmente travolto perché ci ha fatto catturare dentici, ricciole, cernie e altri predatori del fondo.
Le tecniche erano varie: dallo short con movimenti corti, al Long Jerk con movimenti lunghi, veloci e lenti.
Certo, la pesca era, specie all’inizio ed in alcune zone, molto redditizia. Si pescava tanto. L’unico neo era che bisognava spendere parecchi soldi per avere un buon campionario di esche, una buona attrezzatura e soprattutto ci voleva una buona prestanza fisica: la Pesca a VJ è molto faticosa.
Poi negli anni, dopo tre-quattro anni, le catture si sono ridotte anche notevolmente, per poi a ridursi in alcune zone fino a zero. Così, tanti che erano stati folgorati dalla passione per il vertical jigging l’hanno poi abbandonato, perché era stancante e allo stesso tempo non era più in grado di garantire risultati. Il vertical si è quindi trasformato dando origine a tecniche meno faticose e più alla portata di tutti: è nato cosi il Light Jigging. Inizialmente sono arrivati i Kabura, esche simili a piccoli polipi, che si facevano saltellare sul fondo, poi è stato il turno degli Inchiku, piccoli jig con polipetti siliconici e coppie di ami, che si lanciavano o si calavano alla caccia di grufolatori o piccoli predatori. Più di recente si è sviluppato lo Slow Jig (o “Slow Pitch”) che è sostanzialmente una sintesi delle tecniche vertical light kabura ed inchiku.
Insomma, vorrete sapere se si pesca ancora oppure no con questo tipo di tecniche: ebbene sì, ma bisogna conoscere dove, quando, come e con quali esche. Capito questo, si cattura ed anche bene. Il vertical vero e proprio si pratica ancora in alcune zone molto pescose del Mediterraneo ed in tutti gli sport di pesca internazionali come al Tropico, alle Maldive o in Africa.
Le esche valide sono sempre le stesse, quelle più lunghe da usarsi con long jerk per i carangidi e quelle più corte per i dentici o le cernie, che sono da cercare molto vicino al fondale.
Come allora, si cala sul fondo e poi si recupera per tutta la colonna di acuq in attesa della ferrata.
Con il light jigging, io pesco ancora con i kabura e gli inchiku alla ricerca di pagelli, tanute e qualche sorpresa come scorfani o altri predatori di fondo.
Con lo slow pitch in Italia e all’estero si catturano carangidi e dentici. Certo, siamo di fronte ad una tecnica di pesca ancora da capire a fondo e quindi da scoprire, per certi versi e per certi luoghi.
Io vi do un consiglio che spero seguiate: non smettete, non desistete, non abbandonate l’attrezzatura che avete comprato a suo tempo. Tenete armata sempre una canna con un jig e magari provatela ad usare in momenti in cui non state facendo altre pesche tipo drifting, bolentino o spinning dalla barca. Vi posso assicurare che anche se è stata una moda, un ciclone, un operazione commerciale, le catture ci sono state ci sono e ci saranno.
L’esperienza, la conoscenza ed il fattore “C” ci hanno detto e confermato negli anni che quando una tecnica funziona non smette mai completamente di funzionare. Sta a noi interpretare i cambiamenti e le abitudini alimentari e di caccia dei nostri pesci e di quelli delle zone che frequentiamo per capire come le varie tecniche del jigging ci possano regalare ancora adesso e nel futuro splendide catture. Provare per credere!