Il valore aggiunto della versatilità: Zuccheri Yacht Design
Un talento versatile declinato con successo in una grande varietà di progetti: dalle navette comode e funzionali dei Cantieri Navali Estensi, passando per l’eleganza classica delle lobster Goldstar, fino ai dinamici walk around di Pardo Yachts. Progettazioni in serie, ma anche custom: nato all’inizio degli anni Ottanta, lo studio Zuccheri Yacht Design è specializzato nel design e nell’ingegnerizzazione di imbarcazioni a motore, per grandi cantieri ed armatori privati. Maurizio Zuccheri, alla guida dello studio, ci parla di progetti vecchi e nuovi e di soddisfazioni, come il recente trionfo del Pardo 38 agli European Powerboat of the Year Awards.
Lei ha ormai circa quarant’anni d’esperienza alle spalle. Da dove ha cominciato?
Il mio primo progetto risale al 1980: con un piccolo cantiere vicino Bologna, il Cantiere Zaniboni, facemmo un motoscafo di 6,30 metri, il Nimbus 21. Ha avuto un successo incredibile: ne sono stati prodotte circa 180 unità. Tra l’altro nel 2012 questo modello è stato trasformato in un motoscafo da corsa performante, con cui Enrico Marani ha vinto il Campionato del Mondo in categoria Endurance. La collaborazione con il Cantiere Zaniboni è poi proseguita e verso la fine degli anni ’90 ho abbandonato il settore di cui mi occupavo per svolgere questo lavoro a tempo pieno.
In trent’anni lo studio Zuccheri Yacht Design ha realizzato progetti piuttosto variegati, dai trawler ai walk around; lei è anche artefice dell’intera gamma delle lobster dei Cantieri Estensi. Ma, in questa grande varietà progettuale, è possibile rintracciare un fil rouge, una sorta di minimo comune denominatore?
Direi di no. A livello di layout queste imbarcazioni hanno sicuramente dei punti d’unione, lo stile è piuttosto minimale. Ma sono tre filoni ben distinti. I walk around per il Cantiere del Pardo sono barche da oltre 30 nodi, quindi con carene progettate sia per queste velocità sia per le trasmissioni IPS. Le navette per Sundeck Yachts e la serie dei Maine per i Cantieri Estensi, invece, devono navigare sia in dislocamento sia in planata, con velocità massime intorno ai 25-26 nodi. Appartengono a un genere diverso: devono essere molto stabili, comode, in grado di affrontare condizioni meteo-marine difficili, anche perché sono utilizzate per navigazioni lunghe e non per escursioni giornaliere. Le aragostiere, i Goldstar, sono una via di mezzo: raggiungono velocità intorno ai 30-35 nodi e quindi presentano carene ancora diverse.
C’è un progetto che l’ha entusiasmata di più o le ha dato maggiori soddisfazioni?
L’anno scorso abbiamo realizzato la prima imbarcazione in legno al mondo con trasmissione di tipo IPS: un progetto molto interessante, anche perché il legno ha un sapore di artigianalità che la vetroresina non può avere. Ma ad avermi dato maggiori soddisfazioni è stata la prima navetta: il Maine 530, un progetto del 2004 che è stato poi presentato nel 2005. Negli anni a seguire sono arrivati tutti gli altri: Azimut, Absolute e così via. Il Maine 530 deriva un progetto ancora precedente – una navetta di 52 piedi – che era un dislocante puro, ma non raggiungeva le velocità richieste dall’utenza. Abbiamo scoperto che la navetta come tipologia suscitava grande interesse, ma il pubblico non era pronto ad accogliere una barca che faceva 10-12 nodi, o meglio: voleva fare 10 nodi per l’80% della vacanza in mare, ma per le traversate richiedeva una velocità di 20 nodi. Da qui abbiamo cominciato a studiare una carena che avesse entrambe le caratteristiche. Sono nate così delle carene piuttosto particolari, senza pattini. Nel 2010 i Cantieri Navali Estensi hanno cambiato proprietà, in soli cinque anni hanno costruito 70-80 navette: un successo notevole, soprattutto se si considera che si tratta di un cantiere che all’epoca vendeva solo in Italia, quindi in un mercato estremamente ristretto, e di barche dal costo importante. Un’altra soddisfazione è stata che molti altri cantieri, ben più importanti di questo, hanno seguito e sviluppato questo filone. Sempre per i Cantieri Navali Estensi, nel 2019, abbiamo progettato il rinnovamento della gamma Maine, con il nuovo 665 Maine e altre due unità in versione open derivate dalla gamma lobster.
A proposito di soddisfazioni: il Pardo 38, che come tutta la gamma porta la sua firma, ha vinto il titolo di European Powerboat of the Year allo scorso Boot Düsseldorf.
Secondo me avrebbe dovuto vincere il 43, perché la vera novità è stata il Pardo 43, il primo progettato per il cantiere. Il Pardo 38 è un’imbarcazione estremamente equilibrata, ma è comunque la terza di tre modelli, visivamente quasi identici, sostanzialmente molto diversi perché appartengono a categorie diverse: i primi due, il 43 e il 50, hanno gli IPS, il terzo fortunatamente no. Dico fortunatamente perché è un sistema di trasmissione che non gode delle mie grazie. Libero dai vincoli di costruzione imposti dalle trasmissioni IPS, che obbligano particolari geometrie di carena, il Pardo 38 è una barca molto morbida e molto veloce: con tripla motorizzazione fuoribordo raggiunge oltre 50 nodi. Doveva essere una imbarcazione di complemento alle altre due, che dovevano essere le principali, e invece è diventata la principale: ne stanno vendendo 40 all’anno.
Tra le novità del 2020 della Zuccheri Yacht Design c’è anche il Sundeck 700, un trawler con carena planante dislocante, destinato a diventare l’ammiraglia della flotta Sundeck. Per lo stesso cantiere avete progettato anche il “best seller” della gamma, il 580.
Il Sundeck 700 è l’evoluzione del Sundeck 580, quindi stessa tipologia e stesso utilizzo, ma ovviamente con dimensioni più grandi, perché si tratta di un 21 metri. Al momento è in fase di allestimento, a breve dovrebbe andare in acqua per le prime prove. Ha alcune caratteristiche che lo differenziano dal 580, come la vasca idromassaggio a prua, le grandi cabine equipaggio e il layout, che nella versione standard prevede 4 cabine, più ampie e più importanti, e 3 bagni. Rispetto al 580, si posiziona in una categoria superiore e tra l’altro in un segmento attualmente non molto occupato. Dovrebbe avere un ottimo risultato: le premesse ci son tutte.
Quali sono gli altri progetti in corso d’opera?
Le collaborazioni con Pardo Yachts e Sundeck Yachts proseguiranno.
Con Sundeck Yachts stiamo allestendo una barca più piccola, un 43 piedi, con propulsione in linea d’asse o fuoribordo: sarà l’entry-level del cantiere. E’ un modello open, con due cabine e due bagni, molto versatile: può essere un tender, una barca da pesca, ma anche una barca per escursioni giornaliere o per piccole crociere. Con Pardo Yachts abbiamo in progetto altre due barche, che saranno un’evoluzione della gamma già in produzione.
Nel frattempo stiamo curando l’interior design e gli arredi per una navetta custom di 30 metri di un armatore privato alla Marina di Pisa. Il 2020 ci vede già abbastanza impegnati.
ZUCCHERI YACHT DESIGN
www.zuccheri.com