Zuccon International Project: successi, traguardi e conferme
Martina e Bernardo Zuccon guidano lo studio Zuccon International Project seguendo la rotta tracciata in precedenza dai loro genitori: multidisciplinarietà, creatività, attenzione al cliente e uno sguardo sempre fresco in un settore che a volte sembra fermarsi. Continua ad affermarsi come uno degli studi di design più importanti a livello internazionale e lo fa collezionando successi, confermando collaborazioni storiche e intraprendendo nuove avventure.
Nel 1972 nasce lo Studio di Architettura e Design Industriale Zuccon Internationl Project, fondato dagli Architetti Gianni Zuccon e Paola Galeazzi. Marito e moglie nella vita privata, partner perfetti nella vita professionale, dove si completano nelle fasi di lavorazione di ogni progetto.
Oggi, a portare avanti questa tradizione sono i loro figli: Martina e Bernardo Zuccon, le cui attitudini sono complementari. Due personalità diverse; eppure, insieme ricreano quella sinergia che ha portato alla fondazione dello studio e che ora permette di donargli continuità nella sua presenza nel panorama internazionale, insieme a quel guizzo di innovazione necessario per rimanere sempre sulla cresta dell’onda.
Capacità, approccio all’avanguardia, freschezza di punti di vista, queste le chiavi del successo dietro ogni progetto che porta la firma Zuccon International Project. Un successo che viene confermato dalle tante collaborazioni durature con nomi importanti della nautica di lusso, come Sanlorenzo.
SANLORENZO SP110
Proprio con Sanlorenzo, Zuccon International Project ha realizzato l’SP110. 33 metri che aprono una nuova gamma per il cantiere: SP, Smart Performance. Progettare il primo esemplare di una nuova linea per un nome così celebre, così riconoscibile, non è per nulla un affare da poco: si detta una direzione, si crea un nuovo punto di riferimento, ma si cerca di rimanere coerenti con ciò che già esiste.
Bernardo Zuccon parla così del processo dietro la creazione dell’SP110: “È stato un lavoro complesso riuscire a creare nuovi stilemi: da una parte attingendo alla storia recente di Sanlorenzo, dall’altra creando una nuova identità che fosse molto riconoscibile”. Lo studio ha raccolto questa sfida e, si può ben dire, l’ha portata a termine con grande successo. Uno yacht a tre ponti realizzato interamente in carbonio e vetroresina, minimalista, ma estremamente elegante e raffinato, in cui la connessione tra interni ed esterni è un concetto chiave.
“A bordo si trova una relazione molto profonda tra lo spazio esterno e lo spazio interno” spiega Martina Zuccon. “Il tema della sinergia tra chi vive fuori e chi vive dentro è molto importante: abbiamo cercato di creare un guscio estremamente ermetico in grado però di potersi aprire e favorire la relazione tra gli interni”.
A riflettere al meglio il concept minimal dietro l’SP110 è la poppa, che si apre distendendosi completamente sull’acqua. Tutto ciò che riguarda la discesa della scala, la passerella, è nascosto all’occhio, lasciando alla zona una sensazione di pulizia, ma senza rinunciare a nulla di ciò che serve. Dunque, come già chiarito in parte da Martina Zuccon, il principio è l’equilibrio tra il movimento e la staticità: nel movimento, l’SP110 è ermetico, compatto, per esaltarne le performance idrodinamiche e aerodinamiche; quando è fermo si dischiude. Come il pozzetto, da cui si apre un portello che svela le scale per raggiungere la spiaggia.
SP, Smart Performance, un nome che racchiude tanto, che rivela la filosofia di Sanlorenzo e la consapevolezza della sua responsabilità nei confronti del mare. Uno yacht dalle alte prestazioni, che raggiunge in modo smart, per poter coniugare questo tipo di imbarcazione con il concetto della sostenibilità, apparentemente così distante: utilizzo di materiali alleggeriti, dunque, componenti ad altissima efficienza energetica e la progettazione di una speciale carena con geometrie che permettono di ottimizzare il coefficiente di resistenza all’acqua; poi, i motori, sensibilmente più performanti. Infine, va sottolineato il sistema di recupero d’energia che sfrutta pannelli solari monocristallini ad alta efficienza da 6 kW.
SANLORENZO ALLOY
Segno della proficua collaborazione tra Sanlorenzo e Zuccon International Project, anche il superyacht ALLOY, che, come richiama il nome, è totalmente realizzato in alluminio.
Un progetto che ha portato tante soddisfazioni a entrambe le parti: grande successo tra il pubblico, importanti riconoscimenti per il design. 44,5 metri di lunghezza caratterizzati da una sapiente distribuzione degli spazi, mirata a migliorare la vivibilità in tutte le zone, esterne e interne.
Il lavoro dello studio Zuccon International Project sull’exterior design ha permesso la realizzazione di questo yacht a tre ponti, che regala un profilo affusolato, con linee filanti e slanciate, e volumi importanti.
ALLOY è il risultato dello studio volto ad analizzare le soluzioni tipiche della nautica e trovare un’interpretazione nuova, fresca; un processo definito come una ricerca dei “territori dell’abitare”. Bernardo Zuccon lo spiega così: “Si tratta di un percorso indirizzato a esplorare la possibilità di alterare alcuni equilibri radicati nella tradizione navale, andando alla ricerca di nuovi luoghi e nuovi scenari da offrire all’armatore e a chi vivrà la barca. Questo percorso rappresenta dunque una sintesi di sperimentazione tipologica capace di raccontare una storia inedita, affascinante e coraggiosa allo stesso tempo”. Un esempio? La cabina armatoriale che più che una cabina è un vero e proprio appartamento: 147 mq su tre livelli connessi tra loro, indoor e outdoor. Questa zona è sul ponte principale, nell’area wide body di ALLOY, dove sono collocate: suite, cabina armadio, bagno e una lobby, per un totale di 70 mq; sul ponte superiore prosegue con 66 mq di zona studio indoor e zona outdoor composta di prendisole, piscina e aree relax.
Non solo molto amato dal pubblico, ALLOY ha vinto quest’anno anche uno dei premi più prestigiosi della nautica di lusso: il World Superyacht Award, nella categoria Motor Yacht Dislocante o Planante, con lunghezza pari o superiore a 40 metri. Bernardo Zuccon ha commentato la consegna del riconoscimento – assegnato da proprietari ed ex proprietari di superyacht, che ne valutano maestria e ingegno – con gioia: “Sono molto onorato di aver ricevuto un riconoscimento così prestigioso insieme a Sanlorenzo, con il quale lo Studio ha un’intensa e proficua collaborazione. ALLOY è l’esempio di come l’esplorazione sul tema dei territori dell’abitare può ancora crescere, alimentarsi e tradursi in nuovi linguaggi e nuove opportunità di vita, perché in fondo è proprio questo il ruolo primario dell’architettura stessa: essere innanzitutto lo strumento per permettere all’uomo di vivere meglio”.
Quella con il cantiere Sanlorenzo è una partnership duratura, che si è poi declinata anche in altro modo. Infatti, Zuccon International Poject ha anche lavorato a tutti gli esemplari di Bluegame, brand del gruppo Sanlorenzo.
BLUEGAME BG 54
L’ultima è proprio la BG54.
Una barca di 54 piedi, 16,57 metri, terzo modello della gamma, che segue la scia tracciata dal suo predecessore, il BG72, e porta ancora innovazioni e attenzione alla sostenibilità. Zuccon International Project ha collaborato con Luca Santella – fondatore del brand – nella definizione delle linee esterne, mentre l’Architetto Navale Lou Codega si è occupato della progettazione di uno scafo che ottimizza l’equilibrio tra pesi e volumi. Così nasce la BG54, un’imbarcazione che esce dagli schemi e che vuole ridefinire il concetto di spazio, dimostrando che non sono le dimensioni a contare, ma la loro ottimizzazione.
Luca Santella descrive la sua configurazione con un solo aggettivo: “Il layout della BG54 in una sola parola è: sorprendente. Riprogettato in linea con la più recente evoluzione tecnica, il modello BG54 presenta le aree di poppa e di prua migliorate in termini di ergonomia e funzionalità. Grazie al layout intelligente e flessibile, l’armatore può scegliere tra due o tre cabine proposte, di cui una master cabin a tutto baglio: un’aggiunta unica per imbarcazioni di questa gamma”. Infatti, le zone di poppa e di prua sono studiate per dare una sensazione di amplificazione degli spazi, il cockpit in coperta è aperto a 360 gradi e l’hardtop presenta un prendisole che potremmo definire “esagerato” per uno yacht di queste dimensioni. Infine, una nota alla timoneria, che è completamente aperta, per non perdere mai il pieno contatto con il mare, neanche quando si naviga.
Tra interni ed esterni non c’è soluzione di continuità, le barriere vengono totalmente eliminate e questo permette a ogni spazio di rimanere sempre in contatto con l’ambiente intorno. Luca Santella continua precisando che la BG54 ha in comune con le sue sorelle l’attenzione alle prestazioni e al comfort in navigazione: “Come tutti gli altri modelli Bluegame, la BG54 è costruita attorno a linee d’acqua super performanti che hanno reso la gamma BG un punto di riferimento per la qualità della navigazione”.
Un occhio di riguardo è stato riservato al tema della sostenibilità: la BG54 monta i motori Volvo Penta IPS, sistemi di propulsione super efficienti, che contengono emissioni e consumi, ma anche l’ingombro sottocoperta. Le superfici vetrate, infine, sono in grado di garantire l’isolamento termico.
JACQUES-YVES
Lo studio Zuccon International Project ha fatto della multidisciplinarietà il suo punto di forza, prima per affermarsi tra i player principali del settore nautico e poi per rimanere sempre lì, tra i nomi più importanti a livello internazionale. A fare la differenza è la capacità di approcciarsi con curiosità e abilità a ogni progetto, di qualunque tipo, riuscendo a dare a ciascuno il proprio tocco distintivo. Ultimo esempio della trasversalità dello studio, la collaborazione con Poltrona Frau.
Jacques-Yves è un sistema modulare di sedute, frutto della sinergia tra Poltrona Frau e Zuccon International Project. L’azienda di Tolentino dimostra sempre più il suo impegno nel settore dello yachting, e affidarsi a uno studio con così tanta esperienza – e prestigio – è sicuramente il modo migliore per sviluppare una soluzione che si adatti alla vita di bordo. Jacques-Yves, infatti, è specificatamente pensato per il mondo della nautica, anche se rimane trasversale nel suo utilizzo: trova comunque applicazione in ambito domestico e nel settore dell’hospitality. Versatile e flessibile non solo nei suoi utilizzi, ma anche nel suo design, nella composizione e nella varietà di finiture disponibili: sobrio ed essenziale, si lega perfettamente con ogni tipo di ambiente, che sia sfarzoso o minimal. Un’esperienza diversa per Martina e Bernardo Zuccon, che si sono cimentati in questo singolare incarico.
“Progettare un divano destinato al mercato nautico è stata una sfida insolita e al tempo stesso affascinante soprattutto perché intrapresa al fianco di Poltrona Frau, realtà internazionalmente riconosciuta, con la quale sono lieto di avviare quella che spero diventerà una lunga collaborazione. Nell’approccio al progetto, ho cercato di individuare quale fosse il bisogno primario a cui l’oggetto sarebbe stato destinato. Per citare il celebre Charles Eames: riconoscere il bisogno è la condizione primaria del design” afferma Bernardo Zuccon, che continua: “Il vero punto di svolta nell’approccio a un progetto così differente rispetto a quelli a cui sono abituato a lavorare, è stato quello di mettere in campo l’intero bagaglio di esperienza maturato in ambito nautico, per studiare un divano che realmente fosse in grado di rispondere alle problematiche legate alla sua particolare collocazione: un ambiente che si muove sull’acqua”.
Dall’esperienza dello studio di design in ambito nautico, infatti, si è potuto sviluppare un sistema di sedute che risponda già alle necessità della vita a bordo: volumi generosi, ma compatti per non ingombrare più del necessario, per fare un esempio. Infatti, braccioli e profondità di seduta sono stati progettati per essere ridotti al minimo e le sedute nascondono vani di contenimento delle stesse dimensioni, un aspetto veramente importante quando si tratta di imbarcazioni. Jacques-Yves è pensato, studiato e realizzato espressamente per il mercato nautico, ma al primo impatto potrebbe non sembrare ed è proprio così che Bernardo Zuccon lo aveva immaginato: “Ho affrontato il progetto secondo un principio di illusione che ci ha permesso arrivare a un oggetto che a prima vista appare destinato solo ad un uso domestico per linee, stile e leggerezza, ma che in realtà presenta tutte le funzionalità più tipiche legate alla tradizione dei vecchi mobilieri per imbarcazioni”.